Vinitaly 2016, il cinquantesimo. In un calice la storia del vino italiano, mercato, business, produzione, tradizione, cultura, crocevia di storie e storia che lascia parlare il terroir e tutto ciò che lo rappresenta.
di Antonella Iozzo
Verona – Vinitaly 2016, cinquanta anni di storia che coincide immancabilmente con la storia del vino italiano. Un racconto fatto di tradizioni, valori, emozioni, territori diversi che formano il paesaggio del nostro Paese e diventa appeal turistico. Fascino e mercato più che mai in sintonia sotto il cielo di Vinitaly, una realtà che parla d’identità, di produzione e di esportazioni più che una sfida, l’orizzonte del nostro futuro. Le vendite del vino italiano sono in crescita e non solo all’estero. Trend positivo per la grande distribuzione, in testa le bollicine, come rivelato dalla ricerca “Il vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera” firmata dall’Iri, presentata a Vinitaly.
Mercato, marketing e digitale. Vinitaly 2016 affronta le dinamiche del web con Jack Ma, fondatore del colosso mondiale dell’e-commerce “Alibaba”, ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il web ci permette di fare il giro del mondo in pochi istanti, velocità oggi significa arrivare prima sul mercato e per il mercato e gli imprenditori devono imparare a interagire molto di più. Digitalizzare il vino equivale a maggiori vendite quindi maggiori profitti e ben vengono iniziative come il “9-9-9, ovvero il 9 settembre alle ore 9 – perché “nove” in cinese vuol dire vino – quando faremo una giornata dedicata alla vendita di vino sulla nostra piattaforma”, afferma Renzi.
Vinitaly 2016 il mondo del vino italiano, settore di punta del made in Italy celebra il suo cinquantesimo naturalmente con la presenza istituzionale del Premier Renzi, che non può non riconoscere il vino elemento clou della nostra economia puntando verso l’obbiettivo dei “50 miliardi di expo nell’agroalimentare nel 2020”. Agenda fittissima, la sua, che prevede l’incontro con Jack Ma, fondatore del colosso Alibaba , preview una colazione di lavoro da Allegrini. Marilisa Allegrini, lady del vino e dell’ospitalità accoglie Renzi con un menu d’eccezione firmato dai fratelli Cerea del ristorante Da Vittorio tre stelle Michelin, commensali, le più importanti aziende italiane, ad iniziare dalle sette cantine dell’Iswa-Italian Signature Wines Academy, Allegrini, Feudi di San Gregorio, Frescobaldi, Planeta, Villa Sandi, Arnaldo Caprai e Fontanafredda. Non potevano mancare naturalmente i nomi altrettanto storici quali: Marchesi Antinori, Gaja, Bastianich, Ferrari, Villa Bucci, Tenuta San Guido. Il futuro del vino italiano parte da qui, dal nome storico della Valpolicella, Allegrini. Le direttive per un piano di lavoro ambizioso e intenso raggiungere all’export la quota di 7,5 miliardi in 5 anni.
Vinitaly 2016, cultura del vino
Vinitaly è cultura del vino crocevia di storie e storia che lascia parlare il terroir e tutto ciò che lo rappresenta. E se le colline di Langhe-Roero e Monferrato sono il primo paesaggio vitivinicolo riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco a Vinitaly la Regione Veneto, con il Presidente Luca Zaia, presenta il dossier della candidatura delle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Un importante riconoscimento quasi un testimonial del nostro valore paesaggistico e vinicolo, una verità che disegna anima e sostanza dell’Italia più autentica alla quale aspirano anche il Chianti Classico, che compie 300 anni dal bando del Granduca Cosimo III de’ Medici che ne delimitava i confini, e la Franciacorta.
Il vino che si fa arte e l’arte che si esprime in tutta la sua bellezza grazie ad un valore aggiunto che è il flusso vitale del bello. Una condizione indispensabile per rappresentare la cultura in tutte le sue forme e farne parte viva del contesto. Nascono iniziative come l’Antinori Art Project, percorso avviato nel 2012 a sostegno dell’arte contemporanea, e incontri per divulgare la conoscenza del vino. Conoscere per sapere, sapere per riflettere e flettere la consapevolezza che il vino è parte integrane della nostra entità è un bene prezioso, da preservare e tramandare. Cultura del vino da promuovere nelle scuole, raccontando in modo coinvolgente la sua natura, il suo mondo, cosa racchiude e cosa rappresenta e quanto il passato sia legato a questo nettare. Incipt dell’incontro “Conoscere per sapere … Il vino come istruzione e cultura”, di scena a Vinitaly con Mario Fregoni ed Angelo Gaja.
Vinitaly 2016, il vino in tutte le sue sfaccettature: mercato, business, produzione, tradizione, tendenza. Dalla terra al consumatore di mezzo un universo dalle mille e una sfumatura. Riconoscimenti delle DOC, rispetto per i vitigni e i terroir, produzioni biologiche, su tutto i produttori.
Vinitaly2016, incontri, degustazioni, b2b, wine international, convegni, dibattiti, focus e momenti storici come il ricordo di Giacomo Tachis con la memorabile degustazione “Il Vino Italiano Ricorda Giacomo Tachis: Un Grande Uomo. Tante Grandi Storie”. 12 grandi vini sprigionano la più intima, profonda e veritiera anima di Tachis. Il suo essere artista, maestro di composizioni uniche e irripetibili: Tenuta San Guido – Bolgheri Sassicaia 2012, Feudo del Pisciotto – L’Eterno Pinot Nero 2012, Cantina di Santadi – Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2012 , Antinori – Tignanello 2011, Agricola Punica – Barrua 2010, Castello di Rampolla – d’Alceo 1999, Tenuta San Leonardo – San Leonardo 1999, Donnafugata – Mille e una Notte 1999, Falchini – Campora 1998, Le Pupille – 1997, Argiolas – Turriga 1995, Umani Ronchi – Pelago 1995. Ogni vino un bene supremo il cui valore si riconduce al gesto dell’uomo.
Tour Vinitaly 2016
Dalla solennità della degustazione alla verve pulsante le dinamiche di Vinitaly ogni padiglione un palcoscenico dove arte e vino con-vibrano di talento. Vinitaly tour che ha trovato numerose conferme e scoperto nuove realtà. Fra le diverse Aziende sorsi di emozioni, incontri di stili e interpretazioni. Struttura e morbidezza che invitano a scoprire le curve del Taurasi quelle dell’Azienda Cavaliere Pepe, moderna evoluzione del wine taste con La Collina dei Ciliegi, l’amarone nel suo dialogo con i tannini, il metodo classico nella sua sospensione leggera e aurea. Esaltazione del territorio nella fine eleganza Speri, voce della Valpolicella Classica, l’amarone che esulta e ringrazia con Allegrini. Rossi incandescenti e bianchi sorprendenti come il Müller-Thurgau dell’Azienda Donati in Trentino, una mineralità fresca che bilancia la dolcezza, mai stucchevole ma piacevolmente equilibrata del Gewurztraminer, vendemmia tardiva. Sensibilità e buon gusto che incontra i wine lovers con taste e wine, un percorso olfattivo per riconoscere i profumi dei vini attraverso una sequenza di riquadri che affiancano a ciascun vino fragranze che lo caratterizzano. Un andar per vini divertendosi! Ed in Trentino non possiamo dimenticare le bollicine Trentodoc, da Ferrari a Letrari, un crescendo di fine perlage. Bubbles che continuano nella Franciacorta, essential luxury Ca’del Bosco, fashion perlage con Bellavista, sospensione che ripercorre perfino lo stand, dove il design ne è parte integrante, curve e pavimento riflettente per Corte Aura.
Design decisamente vintage per lo stand “Le Vigne di Alice”, ci troviamo in Veneto nelle terre del Prosecco, una favola spumeggiante e sognante che rivela il senso dell’accoglienza e la convivialità del vino. Giovane e fresco come l’imprinting Dogarina, il new look luminoso e innovativo de Il senso del Gusto, da provare il Raboso rosè, inteso e piacevole.
Storie che hanno segnato la storia del Prosecco come Carpenè Malvolti, metodo classico e prosecco che hanno attraversato i secoli portando a noi l’entità di un luogo. Suggestione mitigata da Villa Sandi che presenta ai suoi ospiti uno stand dal quale partire per intraprendere un viaggio nel cuore del Prosecco, scoprendo l’incanto della Villa Palladiana, il fascino delle cantine sotterranee, le verde e morbide colline che circondano Villa Sandi, uno spettacolo da gustare rimanendo incollati davanti al max schermo che è parte integrante dello stand. Su tutto la qualità di vini straordinari.
Nel nostro itinerario a Vinitaly 2016, la geografia disegna il territorio italiano e dal Veneto al Friuli il passo è breve. Moderne evoluzioni di una tradizione che si veste di vocazione. Ogni produttore uno stile ben definito e quello della “Tenuta Luisa” a Mariano del Friuli, esprime il carattere della qualità declinata in eleganza. Lo stand sembra essere il prosieguo del concept aziendale e i loro vini espressioni di territorio e d’internazionalità lontano dai soliti schemi. Una linea selezione “ I Ferretti” armonica e di estrema raffinatezza solo per grandi emozioni.
Dai grandi rossi ai grandi bianchi
Dai grandi rossi ai grandi bianchi altoatesini iniziando da Arunda e proseguendo con la Cantina Cortaccia, Cantina Caldaro. È un dialogo tra mineralità e acidità, tra freschezza e fragranze che richiamano le caratteristiche del territorio, piccolo ma variegato. Ed è sorprendente scoprire le diversità nel gesto di produttori come Elena Walch, Erste+Neue, Haderburg, Manicor. Romanzi in bottiglia che raccontano di generazioni, di famiglie dedite al lavoro, ogni sorso una storia come quella di Pfitscher che risplende di nuova luce con la nuova generazione e il loro chardonnay rilancia profumi armonicamente orchestrati in freschezza. È un valzer che scivola con garbo e grazia dalla Tenuta Hans Rottensteiner alla Cantina San Paolo, l’eccellenza della tradizione, dalla Cantina Terlano, presenza storica e solida, a Tramin i cui vini fluttuano in danze di profumi. Tutto e cultura enoica che valorizza il territorio, eccellente il lavoro del consorzio Vini dell’Alto Adige, sempre attento alle problematiche e proteso verso nuove prospettive. Le diverse degustazioni selezionate per varietà nei giorni del Vinitaly, celebrano l’alta qualità Alto Adige.
Ogni calice una trama sonora che ora accarezza il palato con i morbidi tannini del San Leonardo, ora lascia correre la memoria verso le colline di Montalcino con Banfi, Biondi-Santi, per poi sentire la voce profonda di un favoloso Carmignano Pratesi. Ed è ancora la Toscana protagonista con un suadente taglio bordolese de Il Borro, una poesia sospesa di Olivero Toscani e un carattere super tuscan Malenchini. Itinerari setosi e avvolgenti che sorvolano la Maremma e ci troviamo a degustare un idilliaco chardonnay Monteverro, per poi scoprire una nuova realtà: il Consorzio della Maremma, di recente costituzione, più di 300 le Aziende facenti parti di una famiglia che desiderare rilanciare, l’enoturismo da zone baciate dall’arte, dall’ospitalità, dalla voce della terra, il vino.
Vinitaly 2016 experience da vivere fino in fondo con la consapevolezza che il vino è cultura da sorseggiare con rispetto e intelligenza. Inspirazioni che ci conducono nella terra del Barolo e del Roche Montalbera, e se il vino è rivelazione, lo stand è piattaforma di fashion e wine passion nel segno del contemporaneo. Giocata nei toni del bianco e nero con tocchi pink richiama l’attenzione e stimola il desiderio.
Vinitaly 2016, il cinquantesimo. In un calice la storia del vino italiano
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(20/04/2016)
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