Feudi di San Gregorio, il vino, le persone, il terroir. Sinergica evoluzione. Se Antonio Capaldo è l’anima, il cuore e la mente dei Feudi di San Gregorio, il suo staff è l’orchestra che esegue in perfetta armonia una sinfonia capace di evolversi step by step …
di Antonella Iozzo
Sorbo Serpico (AV) – Dal valore del passato nasce il futuro, lungimirante visione che affonda le sue radici nell’entroterra irpino per rinascere moderna Azienda vitivinicola, Feudi di San Gregorio a Sorbo Serpico. Una struttura moderna perfettamente integrata nel paesaggio circostante, un gioiello architettonico che rivela una dedizione e una passione unica, quella di Antonio Capaldo e dello staff che lo affianca.
Nel nome la storia rivive conducendoci al territorio, l’origine come segno distintivo. Feudi di San Gregorio nasce, infatti, da “San Gregorio” una contrada di Sorbo Serpico, nel cuore dell’antico Patrimonio Sancti Petri, risalente al tempo del pontificato di Gregorio Magno.
Vitigni autoctoni e suoli vulcanici diventano romanzo in un sol gesto, quello dell’uomo capace di elevarli in realtà simbolo e simbolica riconosciuta in tutto il mondo, i vini Feudi di San Gregorio. Vini che trasmettono autenticità e identità in una contemporanea visione di Cru.
Nella metà degli anni Ottanta nasce un’idea che ben presto diventa tangibile realtà nel segno indelebile di un passato carico di memoria e verità. Materia viva e pulsante che Antonio Capaldo custodisce e tramanda ai posteri nel segno di un costante impegno. Gli obiettivi sono ben chiari e definiti da subito la voce autoctona del territorio, l’Aglianico, Fiano di Avellino, Greco di Tufo, la Falanghina, sul parterre internazionale per esprimere l’emozione, il carattere, il cuore di una realtà protesa nel futuro ma che volge lo sguardo al passato per estrarne la fibra del cambiamento a misura d’uomo.
Se Antonio Capaldo è l’anima, il cuore e la mente dei Feudi di San Gregorio, il suo staff è l’orchestra che esegue in perfetta armonia una sinfonia capace di evolversi step by step in massima espressività qualitativa filtrata dal valore umano e dall’esperienza di esperti del settore come l’agronomo Pierpaolo Sirch che traduce per ogni etichetta le potenzialità di questi vitigni valorizzandone la ricchezza e la particolarità.
Dall’Irpinia quartier generale dell’Azienda al mondo passando per le zone italiane più vocate come la Puglia, la Basilicata, la Toscana, la Sicilia e il Friuli. Ed è in Irpinia che in 30 anni di attività la mission Feudi produce autoctoni come voce inconfondibile di ciascun territorio capace di decantare personalità e amore in ogni calice.
Feudi di San Gregorio parla il terroir
Feudi di San Gregorio, parla il terroir, quello dell’Irpinia, caratterizzato da inverni rigidi e nevosi ed estate mai troppo torride, escursioni termiche intense, suoli vulcanici e sabbiosi che l’hanno preservata dall’epidemia di fillossera, e quella particolare luce mediterranea che scalda con gli umori caratteriali di uomini e gesti che ne rilasciano la tipicità.
È un sunto armonico e cadenzato dal sapere antico di coltivare la terra, di entrare in sintonia con il terreno, di ascoltarne il respiro, un’eredità preziosa che ancora oggi ritroviamo ai Feudi, valore aggiunto che sfuma in nuance calde e avvolgenti le qualità organolettiche di ogni etichetta.
La maggior parte dei vigneti di Feudi di San Gregorio si trova nella zona di Sorbo Serpico, sede anche della cantina. Successivamente sono stati acquisiti vigneti nella zona di Tufo, a Taurasi e a Santa Paolina per un totale di circa 250 ettari. Vigneti che celano un cuore antico, 60 ettari di vigne storiche, gestite con lunghi contratti di affitto ed è il futuro che cammina sulla storia. Preziosità custodita dalle anse del tempo, antica conoscenza che va oltre l’esperienza per giungere sotto i nostri occhi e regalarci grappoli unici, territori e varietà che tramandano echi di memoria sulla quale attecchisce l’innovazione.
La forza dell’autenticità non è un pensiero astratto al quale si dà forma con liriche parole descrittive, ai Feudi di San Gregorio è un luogo fisico che si estende nella mente e coinvolge i sensi per poi rinascere cultura del vino oltre ogni frangente di tempo.
È un piccolo appezzamento chiamato “Storico Dal Re” nella zona di Taurasi con oltre 200 viti di Aglianico a piede franco, di oltre 150 anni, i Patriarchi. Viti alte circa 2,5 metri con tralci che arrivano anche a 4/5 metri di lunghezza. Mirabile visione, stupefacente evocazione del reale, dopo qualche passo nel vigneto è come se l’immenso ci avvolge, si perde la condizione spazio-temporale e si avanza verso un’estensione sapientemente orchestrata dalla natura e dell’uomo. Passeggiando è come se avvertissimo l’anima del vigneto, un vibrare capace di rivelare l’essenza del luogo, l’origine, le tradizioni, la storia. Un passato che diventa vissuto, un vissuto che ramifica il processo della vita custodito in tralci che ne testimoniano il valore. E poi, se si ha la possibilità di degustare un calice di Aglianico “Dal Re”, l’esperienza è totalizzante, il vino rinasce messaggero di culture fra i poli, fil rouge e collante nelle e delle diverse epoche ed è come vivere dentro un mistero carico di tensione emotiva, un mistero chiamato vino, dalla terra all’uomo. Riflessi di cultura enoica e riflessioni che conducono sulla soglia del domani. Evoluzione mai spentasi nella lungimiranza di Antonio Capaldo che ha fortemente voluto e mantenuto questo patrimonio da dove nasce il vino Serpico, uno delle etichette Feudi più interessanti. Da questa realtà sono state codificate e riprodotte le viti che danno origine ai nuovi impianti di Aglianico del vigneto “Dal Re”. Bellezza di un vigneto che immancabilmente richiama la convivialità, il piacere di viverlo assaporando il passato, magari con un cesto da pin nic che custodisce i cibi della tradizione contadina.
Le forme della natura, le linee dell’architettura
Le forme della natura, le linee dell’architettura, trait d’union la sensibilità di Antonio Capaldo e dell’architetto giapponese Hikaru Mori che progetta e realizza la cantina a Sorbo Serpico. Essenzialità, linearità, armonia per una perfetta combinazione di ambientalismo costruttivo e creatività architettonica.
Tagli geometrici precisi, acciaio karten e il paesaggio circostante con i suoi vigneti parte viva della scena. L’ingresso è caratterizzato da un cubo in karten che accoglie l’ospite e lo introduce al suggestivo mondo del vino e dell’ospitalità dei Feudi proiettando per alcuni attimi al suo interno immagini introduttive.
L’esterno della cantina è un’estensione di quiete musicale e relax a misura di eleganza che riflette la filosofia dei Feudi: una cantina da vivere e condividere nello spirito della convivialità.
Barricaia interrata, sopra le linee geometriche nette definiscono il giardino e creano un rettangolo d’acqua quasi a richiamare il mood giapponese dell’architetto. Una cangiante vibrazione luminosa rimbalza dal ristorante Marennà, una stella Michelin dal 2009, sito al primo piano della cantina e seguendone la scia ci ritroviamo a costeggiare una tavolozza di aromi e profumi è l’orto dello chef. Segue il giardino di rose, un dipinto dalle sfumature sensuale e avvolgenti che modella il profilo della costruzione.
Architettura e design s’incontrano all’interno della cantina con gli arredi per le aree accoglienza firmate da Massimo e Lella Vignelli. Un mosaico di emozioni intarsiato dall’arte, attraverso le opere di grandi artisti. Arte contemporanea, una grande passione di Antonio Capalbio tanto che nel 2011, i Feudi ha invitato alcuni artisti campani a realizzare un progetto ispirato all’azienda. Il risultato è una collezione di opere uniche che suggellano l’universo enoico dalla terra al calice. Un percorso istoriato di sentimento e natura, di vissuto al servizio dell’innovazione e di tradizione al servizio dell’esperienza. Ecco allora che lungo il percorso che dalla lobby ci conduce alla barricaia troviamo l’installazione artistica “Immaginazioni” (2013), del fotografo Mimmo Jodice, Vedova Mazzei con “Colature” (2011) e Marinella Senatore con la “Collezione di Acquerelli” (2013).
Ma il cuore pulsante della Cantina, naturalmente, è la barricaia con un caratteristico tunnel che conduce direttamene al vigneto. È qui che il vino riposa e assume la sua sensuale evanescenza e poesia. Un continuum sottolineato dalla sequenzialità delle barrique che trasformano lo spazio in un magico corpo carico di vita silente. Esito felice a pianta libera che ci conduce in fondo alla cantina storica e sullo sfondo la visione si apre sull’arte, un presepe come testimonianza artistico- tradizionale di una regione che offre arte e cultura. Quasi al centro della barricaia la sala degustazione sospesa. Si, letteralmente sospesa sopra le barrique, per un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e lascia spazio all’immaginazione di seguire le vie en rose del vino.
Il dettaglio, la passione, la storia, i vini
Il dettaglio, la passione, la storia, il futuro tutto si riflette nei vini Feudi di San Gregorio ad iniziare dalle loro etichette create da Massimo Vignelli che ha saputo intrecciare in stilemi razionali e sintetici gli antichi mosaici con l’imprinting moderno. Classico contemporaneo per attimi senza tempo.
Dai Classici che comprendono tutte le sfumature dell’espressività Feudi, dai bianchi ai rossi con grande sapidità e freschezza, alle Selezioni con etichette essenziali e vivaci. Sono monovitigni che esprimono la tipicità del territorio come l’Aglianico Dal Re, rosso rubino brillante, morbido ed equilibrato con un finale di ottima persistenza.
Sul podio dell’eccellenza il Taurasi che conquista ogni palato grazie a due vini il Taurasi Docg che dal 1994 esprime, ad ogni annata, le migliori partite dell’intero parco vitato dell’azienda e la Riserva Piano di Montevergine, che nasce da un singolo vigneto. Profondo, sensuale, intenso e deciso, avvolgente e lirico. Tannini, frutta rossa matura, spezie si elevano e danzano per la gioia delle papille gustative.
Ed infine Le Eccellenze dalla forte personalità come Serpico Irpinia Aglianico DOC che nasce dalle viti Patriarchi. Campanaro Irpinia Bianco DOC, unica cuvée dell’azienda, Fiano di Avellino e Greco di Tufo che si fondono in perfetta armonia e rilasciano un’acidità unica. Privilegio, Irpinia Fiano Passito DOC, una dolcezza mai stucchevole, attraversa il palato lasciando morbidezza e sentori di cannella e albicocca.
Etichette d’eccezione il Metodo Classico Dubl, tre monovitini per tre variazioni sul tema. Bubbles persistenti che inscenano l’atmosfera ad iniziare dal Dubl Metodo Classico Greco, inteso e persistente, Dubl Rosato Metodo Classico Aglianico, esotica freschezza che seduce con verve. Dubl Brut Metodo Classico Falanghina, l’eleganza di una bollicina che si evolve con grazia e Dubl Esse Metodo Classico Dosaggio Zero Greco, la leggerezza sottende…
Feudi di San Gregorio, il vino, le persone, il terroir. Una sinergia d’intenti che fluisce armoniosamente nella cultura del fare per essere massima espressione vinicola, dal cuore della terra al cuore dei consumatori.
Feudi Di San Gregorio S.p.A
Località Cerza Grossa – 83050 Sorbo Serpico (AV) – Italy
Telefono +39 0825.986683 – Fax +39 0825.986230
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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(20/07/2017)
Foto di Michele Luongo ©Riproduzione riservata
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