Vino, Arte, Gusto, sinergia di talenti che vibrano all’unisono quando si stappa una bottiglia e creano un orizzonte di grande poesia. Così Arte e vino s’incontrano nell’infinito universo di una musica che suggella mirabili produzioni artistiche.
L’arte greca e romana ci ha spesso regalato scene legate alla coltivazione della vite.
di Antonella Iozzo
Trento – In ogni epoca il segno ampio della creatività esprime l’Arte nella sua essenza più vera profonda.
In ogni epoca il gesto autentico della passione racconta la vita attraverso l’Arte del vino. Percorsi paralleli sul palcoscenico dell’anima, luogo dove i ricordi, le esperienze vissute e le emozioni inscenano la partitura dei sensi per incontri intellettivi che stimolano la mente e seducono il gusto. Visionnaraire del saper vivere nutrendo il corpo attraverso lo spirito e viceversa. Naturale parabola tra le ascisse della poesia, della vita e le coordinate della sua pulsazione.
Un continuo transitare di forme espressive che divengono esperienza estatica, incontro con le proprie radici culturali, esplorazione dei sentimenti umani.
Un percorso, a ritroso nella narrazione, fondante la nostra cultura attraverso i versi degli eroi greci raccontati da Omero, fino a giungere ai sogni dei cenciaioli parigini, descritti da Beaudelaire, senza dimenticare Catullo, Orazio e le fascinose evocazioni di Emily Dickinson, Neruda, Borges e Pavese. Frammenti di verità che assumono le forme di eventi unici come Vinitaly (Verona), Salotti del Gusto (Alta Badia), Merano Wine Festival. Luoghi dove la tradizione sposa la tecnica, la creatività, la qualità, la passione e l’economia. Asset che s’integrano vicendevolmente al fine di viverne appieno la Bellezza nelle sue varie sfaccettature dal sublime immateriale alla solida concretezza sviluppata da strategie progettuali.
Vino, Arte, Gusto, sinergia di talenti che vibrano all’unisono quando si stappa una bottiglia e creano un orizzonte di grande poesia. È come se in un magico momento di sintesi sensazioni visive e gusto-olfattive si fondessero oltre i loro significati ed evocassero l’energia vitale di una filosofia aziendale che pone in primo piano il rispetto per l’ambiente, l’onestà intellettuale e la serietà professionale, aspetti che acquistano forza e valenza interagendo con il mercato professional. Ampi respiri che permeano la scena sociale e artistica internazionale trasportando nel nostro quotidiano il millenario e fluido abbraccio della vita in un calice di ottimo vino.
Eventi come piattaforme di business, come espressioni di tradizione innovativa, come progetti impregnati di numerose valenze simboliche riassunte in gesti che decantano il passato e scolpiscono la realtà proiettandola verso il domani. È un canto che giunge da lontano oltre l’austero Medioevo che ne ha forgiato la forte espressività con i Carmina Burana, in particolare nei versi “Quando siamo in osteria” (In taberna quando sumus). Musica, parole, inni alla vita e alla vite che riaccendono l’attenzione sui produttori vinicoli, le cui gesta assumono la dimensione di un’opera d’arte scomposta e ricomposta in incisioni, dipinti, bassorilievi, sculture. Coreografie emozionali che disegnano la danza del vino nei suoi diversi aspetti: convivialità, eros, allegoria d’amore. Scene di fatiche e sensazioni quotidiane oltrepassano il tempo e divengono sostanza materica che coinvolgono diverse facoltà sensoriali, dalla mano che prende il bicchiere alla vista, dall’olfatto al gusto e a quelle extra sensoriali con l’anima e i sogni. Evanescenza sensitiva e onirica legata a Dioniso e a Bacco, al divino turbamento e al suo mistero.
L’arte greca e romana ci ha spesso regalato scene legate alla coltivazione della vite, alla vinificazione, alla conservazione e al consumo del vino. Molti vasi e pitture illustrano, infatti, il Kòttabos, un gioco che consisteva nel lanciare le gocce di vino rimaste in una coppa su piattelli sistemati instabilmente su un’asta di bronzo: il successo consisteva nel far cadere i piattelli.
Tracce di cultura greca che trattengono il respiro del tempo e riaffiorano dalla storia come mosti misti al verbo dell’esistenza.
E’ il materico sentimento del vino che note e prestigiose cantine come La Cavit, Ferrari, La-Vis, Franciacorta, Mezzacorona, Marchesi Antinori, Marchesi de Frescobaldi, Donnafugata, interpretano con solidi processi che riassumono una storia secolare ricca di tradizione e amore per la terra.
Un racconto di emozioni con uno stile inconfondibile che unisce gusto, autenticità, competenza e arte in un continuum tra passato e futuro.
Solo così Arte e vino s’incontrano nell’infinito universo di una musica che suggella mirabili produzioni artistiche che dal vino sono ispirate, plasmate, tracciate in un’elegia di affetti ed effetti. Suggestive le rappresentazioni nel Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara e nella Cappella Sistina, semplicemente straordinarie le testimonianze tra il Rinascimento e la Rivoluzione Francese, con “ Il Bacco” e “ Il Bacchino malato” di Caravaggio, il “Baccanale” di Tiziano, il “Ritratto “di Mattheus Schwarz, “ Il vecchio” di Christoph Amberger, “Il baro con l’asso di quadri in mano” di Georges de la Tour, “Il bevitore e la serva” di Jakob Ochtervelt, “I satiri” di Rubens e “La vendemmia” di Francisco Goya. E ancora nell’Ottocento il vino è protagonista con artisti come Paul Cézanne con “I giocatori di carte”, José Frappa con “Dom Pérignon” ritratto mentre con alcuni monaci assaggia l’uva prima della pressatura, Angelo Inganni con “La vendemmia”, tema molto frequente nell’arte.
Tesori da sfiorare con lo sguardo assaporando la sensazione che il vino distilla nell’estro creativo degli artisti che dal Novecento alla contemporaneità continuano a evocare desideri, profumi, storie, pensieri emanati dall’universo vino.
Un suggestivo percorso che c’induce ad esplorarne i risvolti, qui appena accennati, in una successiva, armonica partitura cadenzata da Eventi che ne distendono la quiete musicale nell’umore, e nelle nuances del vino.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(16/04/2013)
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