New York Pops and Steven Reineke sul podio. Ed è Hollywood!

New York Pops and Steven Reineke at Carnegie Hall. Un omaggio a Hollywood, in una felice combinazione di azione, romanticismo, illusione e tensione emotiva.

di Antonella Iozzo

New York – The New York Pops, director Steven Reineke in: The Best Of Hollywood: Blockbuster Film Scores. Sognare è una condizione essenziale per vivere l’attimo eterno della musica tra le forme dell’immaginazione.

Un mosaico di emozioni nel gesto del direttore Steven Reineke alla guida del New York Pops, venerdi 9 marzo 2018 presso lo Stern Auditorium / Perelman Stage at Carnegie Hall, New York.

Un luogo iconico per un lungo e affasciante viaggio musicale che ci ha condotto nella magia hollywoodiana con le più attraenti e conosciute colonne sonore di tutti i tempi.

Un omaggio a Hollywood, la città del cinema, in una felice combinazione di azione, romanticismo, illusione e tensione emotiva.

Raccontare attraverso la musica, è un prerogativa del sentimento cadenzata in note che, come nastri di luce volteggiano nell’aria regalandoci l’indescrivibile, l’inafferrabile, la trama di un film e il suo sviluppo nelle infinite sfumature dell’animo umano. È come rivivere ogni singolo momento semplicemente ascoltando quella specifica melodia, quel turbinio di note e accordi che si dispiegano in immagini.

Alla Carnegie Hall con i New York Pops, diretti da Steven Reineke è successo proprio questo. Un romanzo in un sol gesto, quello energico, flessuoso, sicuro del maestro Reineke.

La serata si accende con “Honory for Hollywood” di Whiting ed è folgorazione. Scrittura dominata da massa timbrica e fiati imponenti. Una grande apertura per una grande orchestra che con estrema professionalità conquista il pubblico.

Il ritmo incalza con l’Ouverture from “Captain Blood” di Korngold, la platea ne è rapita, la direzione diventa sempre più sostanza espressiva e l’orchestra la sua musa.

Con il tema from” Gone with the wind” di Steiner, il romanticismo si piega ai toni della conversazione, sembra quasi carpire tra il fraseggio degli archi i volti dei protagonisti.

La serata sospesa fra realtà e utopia, amore e nostalgia, ritmo e azione si adagia magicamente nell’incanto dell’architettura musicale. La perfetta intesa fra i New York Pops e il direttore Reineke è palpabile, è una sinergico connubio che sfocia in affinità elettiva.

Tutto è calibrato, tutto è musica, tutto è piacevolezza di uno show orchestrato non solo in musica ma in empatia espressiva del maestro Reineke che con i suoi interventi, non solo presenta i singoli brani, ma interagisce con il pubblico ponendo un continuum fra la platea e la musica.

L’impronta del giallo, del trhiller avanza con la Suite from “Psycho” di Hermann, solo orchestra d’archi, come desiderio di Alfred Hitchcock, solo pura tensione, trasfigurazione del male, irrefrenabili impulsi e brivido che corre lungo la schiena. È la magia della musica che vibra nel gesto dinamico e meticolosamente preciso di Steven Reineke.

Suspense stemperata dall’Ouverture from “Lawrence of Arabia” di Jarre, fulgida bellezza orchestrale che varia impercettibilmente il flusso musicale in luce.

Prima parte che prosegue con un romantic touch, The French Collection di Legrand/Lai, un suggestivo tributo all’amore che sembra disegnare una fiaba a Central Park.

Da “The Thomas Crown Affair”  a “Summer of ’42” passando per “A Man and a Woman” e “Love Story”, il palcoscenico si colora di poesia ma non per gli effetti tecnici delle luci colorate ma per quello stile classico, agile e soccorrevole impregnato di pathos.

E quel filo sottile quasi visibile ad una sensibilità predisposta, rende l’atmosfera velluto sonoro nella fascinazione della sintesi. Perfino il direttore Steven Reineke sembra danzare seguendo il docile andamento della musica, non solo con le braccia, ma l’intero suo corpo segue un’evocazione venata di rarefatta sinuosità.

I New York Pops sono insieme tecnica ed espressività, grazie ed energia. Una professionalità ed una competenza che gli permette di navigare nel mare della musica regalando al pubblico sempre nuove e sublime emozioni. La prima parte si conclude con due grandi classici la suite from “The Mission” di Morricone e Cowboys, from “Sunset” di Mancini.

La musica da film è la preferita del direttore Steven Reineke sia da ascoltare che da condurre, e non poteva essere altrimenti, il suo trasporto e la evocazione giungono a noi con uno slancio che amplificano il contatto con la musica stessa.

Il tempo trascorre sulle note di momenti vissuti davanti allo schermo ed ora riproposti dal vivo da un’orchestra che, come un uragano sonoro ne sviluppa le melodie prestando la massima cura ai dettagli. Dal tema from “Batman”  di Elfman alla “Legends of the fall” di Horner fino ai “Colors of the Wind, from Pocahontas” di Menken, arr. dallo stesso Reineke, l’orchestra sembra sorridere attraverso i suoi strumenti, ottoni e legni amplificano lo spazio fisico e gli archi in modo lineare accentuano il fascino della melodia.

È un susseguirsi di percepibili sensazioni in una costruzione armonica cadenzata in respiri e pause fino alla Suite from Gladiator di Zimmer e The return of the King di Shore.

New York Pops and Steven Reineke sul podio, ovvero connessioni per la meraviglia che ci regalano scintille di passione pura per la musica e il suo universo. Impressioni così vere da poterle quasi sfiorare, toccare, sono quelle rilasciate dai New York Pops e dal direttore Reineke che in modo splendido ci conducono fin sulle soglie della Suite from “Thor” di Doyle, per poi concludere con il tema from “The Avengers” di Silvestri.

L’auditorium della Carnegie Hall esulta. Sorrisi e senso di soddisfazione piena eruttano, fino ad esplodere in uno scrosciante applauso finale che richiede il bis.

È un‘esperienza reale che riproduce un ricordo reso speciale dalla musica, un momento unico al quale i New York Pops e il suo direttore hanno saputo aggiungere il fattore bellezza, un valore che penetra dentro il cuore facendoci provare una felicità improvvisa che ci conduce esattamente sulla stessa traiettoria di Steven Reineke verso Hollywood, come appare evidente dalle sue parole:
“ I’m thrilled by the scope of these great Hollywood scores, from the classical heroes like Erich  Korngold and Max Steiner, all the way up through Henry Mancini and Hans Zimmer. My goal with Hollywood concerts is to transport the audience back to the iconic scenes that the underscoring comes from – so get ready for a musical ….”

https://www.carnegiehall.org/

http://www.newyorkpops.org/

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (19/03/2018)

 

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