Il cibo è mezzo di comunicazione, è potere aggregante, è potere psicologico nel coinvolgere le persone, esprime convivialità
di Antonella Iozzo
Cortina D’ampezzo – Con la food design Rosita Dorigo la dinamica intraprendenza del marketing sposa il gusto, la qualità, l’armonia nel creare emozioni che coinvolgono tutti i sensi. Ogni sua composizione è frutto di ricerca ed esperienza, è gioia e storia dei prodotti, è semplicemente Arte.
La food design Rosita Dorigo come si racconta?
Sono veneziana. Dorigo è un cognome storico, ci tengo a dirlo perche dietro c’è una tradizione importante fatta anche questa di gusto e di ricerche. La mia famiglia da generazioni ha sempre vissuto commerciando in pesce di alta qualità e posso tranquillamente dire che mio nonno è stato il primo a portare le ostriche in terra ferma.
Come spiega il concetto di food design?
Si può tradurre, in senso figurato, come il lavoro di una sarta, dove il cibo è il vestito e il tessuto lo realizza lo chef. Questo “vestito” viene cucito su misura dell’evento, della situazione, del cliente che possono essere gli stessi chef con cui si creano le ricette e con cui si ricercano i prodotti sempre di alta qualità, che non vuol dire necessariamente alti costi.
L’ispirazione dalla quale è nato il suo lavoro?
Da direttrice marketing ho iniziato la mia esperienza presso una distilleria e li ho capito come il cibo è un veicolo di comunicazione. Oltre ad essere sommelier ho voluto imparare a pelare le patate nelle cucine ed ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi chef. Ho cercato, con molta umiltà, di capirne le tecniche affinché il cibo, come mezzo di comunicazione, esprimesse la sua convivialità, il suo potere aggregante, il suo potere psicologico nel coinvolgere le persone in ogni situazione, che sia un cliente privato, un’azienda o un istituzione.
La miglior definizione delle sue creazioni
Tagliate su misura.
È l’arte a entrare in cucina o viceversa?
È uno scambio di osmosi, perché lo chef può essere ispirato dall’arte così come il cibo può ispirare un artista. E’ una situazione biunivoca che parla sempre di arte in maniera sinergica.
L’ingrediente che non può mai mancare nelle sue composizioni?
Il sale. Il sale è vita, riequilibra il nostro organismo dal punto di vista oligominerale, lo consiglio sempre nelle quantità giuste.
GustoCortina perché?
È un avvicinarsi al pubblico, questo per me è sempre fondamentale. Sono stata chiamata per entrare in sinergia con un punto importante per Gustocortina: le dimore, quindi le case delle persone. Il mio compito era riuscire a far parlare il cibo per trasmettere l’atmosfera delle diverse case, dove la padrona di casa resta sempre e comunque padrona di casa. Quindi, insieme a grandi chef, che sono stati chiamati a collaborare, abbiamo creato un gusto in armonia con la peculiarità di ogni ambiente. Intrecci diversi per diverse dimore.
Ma cosa rimane nella sua anima quando si abbassa il sipario
È la più bella domanda che mi è stata mai fatta, la gioia. Quando vedo che le persone mangiano volentieri, che sorridono ad ogni assaggio, che provano un’emozione e magari a distanza di tempo mi dicono di ricordarsi di quella creazione, di quel tipo di prodotto, mi sento felice dentro. Ho capito che questo è il motore del mio lavoro, è la spinta che non mi fa mai sentire stanca.
Chef, sommelier, food design, cosa li unisce secondo lei?
La professionalità, giusta per ogni settore, quindi lo chef in cucina, la food design per coordinare, il sommelier per i vini. È un lavoro di squadra.
Se dico arte, amore, cibo, successo che ordine le da?
Amore al primo posto, perché non c’e arte e non c’e cucina senza amore. Il successo è il frutto dell’amore e potrei metterlo a pari merito con l’arte e la cucina. Cibo e arte esprimono entrambi emozioni, con la differenza che l’emozione, provata dinanzi ad un’opera d’arte, si rinnova, ogni qualvolta l’occhio posa lo sguardo si di essa, il cibo lo si degusta, è una toccata e fuga, ma l’emozione che lascia è pura arte.
La verità del cibo come s’interpreta?
Dal riconoscimento di quello che mangi, dall’intesa che hai con il piatto, dal sentire che è qualcosa che coinvolge tutti i sensi.
Ama mangiare?
Tantissimo.
Una food designain al ristorante cosa sceglie?
Quello che respiro in ogni posto è l’impronta del padrone di casa e di chi sta dietro le quinte. Cerco d respirare la filosofia dello chef lasciandomi assolutamente guidare.
Piatto preferito
Ogni giorno ne ho uno, ma il tiramisù …
Rosita Dorigo in tre aggettivi
Appassionata, entusiasta, egoisticamente generosa, perché dare il massimo agli altri rende felice me.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(20/06/2013)
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