Vinitaly International con D’Agata e i Crus Classés de Graves. Degustazione dei grandi vini rossi, curata da Ian D’Agata e introdotta da Stevie Kim. Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot, Malbec, e Carménère, sono le varietà dalle quali nascono questi grandi vini raccontati con poesia.
di Antonella Iozzo
Verona – Il mercato globale del vino chiama Vinitaly e Vinitaly risponde con innovazione e dinamicità concreta che porta il nome di OperaWine , di Vinitaly International Importer Connect, e Vinitaly International Academy direttore scientifico Ian D’Agata la cui professionalità e loquacità comunicativa lo rendono un eccezionale interprete del vino.
Apertura del Vinitaly International con la degustazione “I grandi vini rossi dei Crus Classés de Graves”, curata proprio da D’Agata insieme al presidente dell’associazione Crus Classés de Graves, Eric Perrin, proprietario anche di Chateau Carbonnieux, degustazione introdotta da Stevie Kim managing director di Vinitaly International, vera anima pulsante della sfida al mercato globale.
Il terroir di Bordeaux, come tutti i terroir racchiudono un insieme di fattori che rendono ogni vino unico. E ciò che rende speciale il terroir di Bordeaux è il clima, l’esposizione alla luce solare, la temperatura, il drenaggio naturale, la capacità del suolo di trattenere l’acqua anche nelle annate asciutte permettendo il drenaggio naturale durante le stagioni umide.
Sono questi i fattori più importanti che incidano sulle caratteristiche di ogni chicco d’uva e che rende speciali i terroir di Bordeaux.
Durante la degustazione in ogni calice ne percepiamo il respiro, ad iniziare dal Chateau Bouscaut 2011, rosso intenso ma elegante e raffinato con morbidi tannini.
Crus Classés de Graves, cioè della zona sud-occidentale del bordolese, che si estende come una mezzaluna dalla città al Sauternes. Circa 5.000 ettari di vigneto ed una classificazione che risale al 1953 e poi rivista nel 1959, comprendenti 16 Crus Classés, concentrati nella zona più settentrionale, patrimonio esclusivo della più giovane delle appellation bordolesi, Graves che raggruppa una decina di comuni, tra i quali spiccano, Pessac, Léognan e Martillac, ed è qui che si producono sia i rossi sia i bianchi.
Ma sono i rossi che durante questa degustazione stregano il nostro palato, molto interessante il Chateau Carbonnieux, una storia antica che giunge fino a noi con un vino di medio corpo dalla struttura eccellente, pulizia ed equilibrio le qualità principali.
Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot, Malbec, e Carménère, sono le varietà dalle quali nascono questi grandi vini che Ian D’agata racconta con poesia, è una degustazione intessuta di storia, di vita che rinasce in ogni calice, di curiosità e simpatia.
Il suo naso traduce emozioni, sensazioni e verità nascoste in ogni sorso, come accade con il rosso Chateau Domaine de Chevalier capace di risplendere tutta la sua freschezza e la tessitura tannica.
Un’altra caratteristica di Bordeaux e che i terroir variano molto non solo da Chateau a Chateau, ma anche nei terreni della stessa proprietà. Variazioni sullo stesso tema che compongono melodie diverse, sfumature diverse e così ogni vino è un sunto unico di quell’angolo di cielo sopra Bordeaux. E così le note singolari che ritroviamo nello Chateau Fieuzal, dove predomina il Cabernet Sauvignon, non possono rilasciare la stessa timbrica aromatica del rosso Chateau, Haut- Bailly o la raffinata nota tonica e persisteste del Cru Chateau Latour-Martillac.
Graves una zona che porta nel proprio nome l’origine della sua unicità e qualità, ossia grandi depositi di pietre, rocce, ciottoli, quarzo e ghiaia, quindi terreni minerali che regalano ai vini grande mineralità e sapidità, terreni ghiaiosi che facilitano il drenaggio, che spingono le radici a scavare in profondità, che riescono a gestire le annate secche e le stagioni piovose.
La natura e la sua meravigliosa grandezza ci regalano chicche come Chateau Malartic-Lagravière sobrio, elegante con importanti tratti minerali, e l’armonico Olivier, e ancora lo Chateau Pape-Clément, che prende il nome dal suo più antico proprietario Papa Clemente V, dal colore rosso cupo con riflessi leggermente porpora e dal palato aristocratico e morbido, e per il finire lo Smith Haut-Lafitte di grande intensità, speziato e fruttato.
Wine, fashion classe ed eleganza, ovvero Bordeaux e la sua bellezza paesaggistica, la sua originalità, il suo carattere e la sua eccellenza. Supremi desideri che Ian D’agata ha reso vivi, palpabili, facendo parlare il vino e la sua natura.
Con grande cordialità e disponibilità Ian D’Agata, saluta la platea dei degustatori ancora attratti dai vini, dal loro profumo, dal loro essere semplicemente Cru Classés de Graves l’essenza di un vino.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(13/04/2014)
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