Dorothee Oberlinger e l’Esemble Castor come nastri di luce che si librano nella limpidezza dell’aria rilasciano, musica di assoluta bellezza e raffinatezza. Un concerto che si è dispiegato con grande bellezza sonora e rigorosa coerenza.
di Antonella Iozzo
Innsbruck – Dorothee Oberlinger, tutte le sfumature del barocco veneziano, tutte le anime del flauto. Nella suggestiva Spanischer Saal dello Schloss Ambras, il Festival di Muisca Antica di Innsbruck ha presentato una pagina musicale calda e carica di tensione emotiva nelle cadenze di una personalità decisa e magnetica quanto elegante e sottile, quella della musicista tedesca Dorothee Oberlinger e dell’Esemble Castor.
La Spanischer Saal è gremita, l’atmosfera è quelle della grandi attese che non vengono deluse quando la musica entra in scena a passo felpato con il flauto basso di Dorothee Oberlinger e le note esotiche di Schiarazula Marazula di Mainerio, un ballo tipico del Friuli che risale al periodo prima del 1500. Una danza eseguita cantando per evocare la pioggia, e “La Lavandara Gagliarda”. Leggende, tradizioni e coloriture folkloristiche nella timbrica di una evocazione ammaliante eseguita da una tra le personalità più interessanti nel panorama musicale attuale, quella appunto di Dorothee Oberlinger.
Abilità tecnica e logica creativa che caratterizzano l’intero programma che spazia dalla musica di Manfredini alle sonate di Giuseppe Torelli, Giovanni Bononcini, Francesco Mancini, Arcangelo Corelli, Antonio Caldara, fino ai concerti di Vivaldi per finire con uno dei più virtuosi, “Il Gardellino”.
Dorothee Oberlinger e l’Esemble Castor come nastri di luce che si librano nella limpidezza dell’aria rilasciano il senso pieno del fare musica insieme, con un eleganza del fraseggio e una scrupolosa attenzione nell’ascoltarsi, calibrando accenti, tempi e colori in sintonia rilasciando il piacere autentico del suonare.
Musica di assoluta bellezza e raffinatezza anche nelle sonate per archi e basso continuo. E se il suono morbido e luminoso degli archi dipinge impressioni vibranti sulla pelle dell’anima, quando diventa maestoso sfondo alla sfolgorante immediatezza di Dorothee Oberlinger, sembra quasi giocare con timbri preziosi e deliziosi abbellimenti.
Incantevole concerto che rivela il timbro arioso e i respiri della Oberlinger nella loro limpida chiarezza. L’equilibrio con l’Esemble Castor è perfetto, le note si fondono in un gioco vivace e conciso al quale non mancano momenti di seduttiva introspezione. Semplicemente feeling sottile e armonico.
Qualità virtuosistiche che raggiungono l’apice con il Concerto idi Vivaldi in re maggiore per flauto traverso, archi e basso continuo “Il Gardellino”, op. 10 n. 3, RV 428. Con Vivaldi la natura entra in scena e il suo essere diventa sentimento nelle capacità virtuosistiche del flauto per imitare il cardellino.
Il manierismo vivaldiano diventa fervida presenza nel continuo trillare che, sin dalle prime battute rimanda subito la mente al cinguettare del cardellino.
Segue un’evocazione più formale, ma l’idea di fondo di una natura gioiosa, permane in modo molto sottile e lirico nel cantabile che segue rilasciando una sensazione di tranquillità profonda.
L’allegro finale è una vera esplosione della joie de vivre che Dorothee Oberlinger esegue in modo preciso e con un’emissione delicata dei numerosi trilli, abbellimenti e fioriture contenuti nella partitura.
Grande energia e al tempo stesso acceso lirismo hanno contraddistinto l’interpretazione di Dorothee Oberlinger e dell’Esemble Castor in un concerto che si è dispiegato con grande bellezza sonora e rigorosa coerenza.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(29/08/2019)
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1