Silvia Di Domenico.
Intime estensioni nell’emozione del colore
La tavolozza vivace, squillante, accesa, si apre al cuore solido della realtà e ne assorbe il vissuto
a cura di Antonella Iozzo
Una metafisica dei colori nella sospensione del tempo e dello spazio, silenziosamente audace, romanticamente contemporanea, trascina nel profondo l’Arte che rinasce pittura sulle tele di Silvia Di Domenico. Paesaggi e luoghi intimi stillano dai loro emisferi la luce, il senso e il sentimento irriducibilmente vivo di una segreta simmetria, fresca architettura dal fascino irresistibile articolata da riflessioni e sensazioni. Pure essendo senza dubbio figurativa, l’Arte di Di Domenico rifugge i meccanismi della narratività, è antidescrittiva e sembra fondersi sul sogno dei colori che, riunitesi in minuscole corolle, estendono l’oceano turchese della liquidità percettiva, terra marina di gioia compositiva. Armonie visive dove non c’è mai lo stesso cielo, dove le sfumature sono ogni volta diverse, dove l’organizzazione formale degli elementi può arricchire il dipinto di particolari o al contrario renderlo essenziale. La tavolozza vivace, squillante, accesa, si apre al cuore solido della realtà e ne assorbe il vissuto per essere successivamente rielaborato dall’artista in una trama di luce e passioni, verità naturale nella trasparenza della materia, sulla quale scorre l’attrazione fatale tra la forma e la struttura dell’inafferrabile intuito. In questi lavori il colore predomina con una densità illusoria, mentre, nella leggerezza delle immagini, il magico e la favola si sfumano in veli frapposti tra l’occhio e il soggetto, nuvole di immensa dolcezza divorate dalle fibre della pittura danzante in un attimo senza tempo. In esso frammenti di cieli, di canali sotterranei, di superfici che appartengono a laghi e fiumi, come estratti di diamantine vastità lanciate verso l’infinito, sollecitano il desiderio e sfiorano l’orizzonte conducendoci nella serenità della bellezza eterna. Dentro illuminazioni improvvise, nitide e trasparenti, la quiete del crepuscolo, le prospettive dei sogni, le ombre dell’universo rigonfie di antichi segreti, compongono un intermezzo musicale intimo e astratto, ridisegnando, attraversando la voce del colore e il movimento del pennello, la genesi dell’esistere. Un colore che trasuda energia e che determina l’effetto Mediterraneo, sinfonia di bianche atmosfere filtrata dalla luce del risveglio, pelle attraversata dal tempo vivida e pulsante quanto fragile e tranquilla. E’ una profondità di superficie capace di rivelare nella natura la verità della bellezza, una lenta danza dell’acqua adagiata in campiture che seguono l’andamento del disegno. Diverse interpretazioni di lettura si addensano intorno all’opera di Di Domencio, da quella intima e pura, riconducibile all’impianto rigoroso della composizione, se pur impregnato di sentimento, a quella esplosiva che trionfa nell’espressione del colore. Ma tutte sono variazioni su tema ritmate all’unisono nell’impercettibile mutare della linea. Il profilo del cosmo è tracciato da Di Domenico nella trama di una foglia, nella cadenza di un sospiro, nelle cromie avvolte, galleggianti dentro il silenzio musicale, sembra quasi di udire il suono di questa armonia creativa che si congiunge con l’anima. Raggi di un mondo sonoro pacatamente scintillante, lasciati cadere sinuosamente nell’impianto geometrico come intime estensioni aperte verso una luminosa trasparenza, verso albe lontane capaci di richiamare il sogno e amplificare la suggestione della visione. Nuovi possibili accordi tra architettura e forma mettono in scena la metafisica delle sensazioni creando corrispondenze di senso rarefatte e poetiche nel volto della natura. Un volto bagnato da riflessi intensi, sollecitato da chiari e scuri, dipinto con la linfa di un cuore traboccante la sublime evanescenza dell’esistere. Vibrazioni cromatiche, contrasti e dissonanze svelano le sequenze dell’immenso in una connessione di astrazione sensitiva e realtà resa possibile dal segno e dal fervido estro dell’artista che, inseguendo il gesto, segue le linee della composizione, spartito di note e colori, di rugiada e schiuma d’estate, di tepori autunnali e parole lasciate cadere nella metamorfosi del tratto. Una dimensione delicatamente fantastica dei luoghi, diventa, di conseguenza, l’inizio di un viaggio dentro l’essenza del nostro essere più profondo che arde di gioia, di serenità, di speranze, di rimpianti. Affetti vissuti ed effetti avviluppati, quasi nascosti, nelle ombre della sera, lungo gli stessi percorsi in cui l’ispirazione vive intensamente la sua primavera creativa. Sogni cromatici forgiati dalle emozioni, pennellata dopo pennellata divengono rose di mare, sabbie modellate dal vento, veneri e angeli cullati, sulla linea dell’orizzonte, dall’alchimia di nuvole percosse dal tempo. Di Domenico dipinge ciò che sente, ciò che colora la sua intuizione, ciò che fermenta nel suo sguardo rivolto verso infiniti orizzonti. Le campiture dell’opera, acute e limpide, fluiscono, quindi, nella libertà dello spirito come se volessero afferrare la fugace verità di un attimo che, attraversando la percezione soggettiva, crea un mosaico di sensibilità ed emozioni. L’artista conversa con l’Arte, il suo è un dialogo raffinato, nutrito di vocazioni ed evasioni, di poesia e di suoni, palcoscenici inaspettati sul proscenio dello stupore visivo che ci coglie davanti alle sue opere. Luoghi irreali di costruzioni intime, di percorrenza sensitiva, di densa descrizione per immagini, dove il divenire trasforma la materia artistica in pensieri da vedere. E’ come se dal quadro evaporasse un’aria leggera e contemporaneamente lussureggiante, sulla quale scorre, potenziata dall’Arte, la fantasia, l’invisibile, la nostalgia dell’infinito. Essenze stillate dal vero assorbito e ricreate nella fisicità di elementi immersi nell’atmosfera silente trasudata dall’opera. Immagini simboliche, stilizzate, dal forte potere attrattivo fluttuano dal figurativo all’estrazione del visibile, veicolando il suono affrescato sulla volta dell’anima, fondale di un quotidiano in dissolvenza. Movimenti cromatici segnate da infinite variazioni sentimentali risuonano di segrete speranze e celesti melodie, contrappunti pittorici che solo apparentemente si ritirano ai margini del sogno per divampare, poi, nella bellezza spirituale che le azioni, i pensieri, le sensazioni di ogni uomo possono illuminare o intorbidire e che Di Domenico rende libera estensione del giorno nell’ultimo bacio con la notte. di Antonella Iozzo © Produzione riservata Curriculum Silvia di Domenico nasce a Genova nel 1964 nel segno del colore. Determinata, intraprendente, dinamica, ascolta se stessa ed il mondo che la circonda in modulazione di frequenza Arte – Emozione e ne traccia una sinfonia cromatica dalla forte carica vitale. Basta uno sguardo su una semplice immagine o su una nota d’immenso poggiata nella quotidianità, perché la sua creatività esploda in una verve artistica entusiasmante, dalla quale si deduce il forte temperamento caratteriale e la sensibilità celata dai sorrisi, apparenti contrasti che trionfano su tele di grandi dimensioni, usate fin dagli esordi. I continui stimoli che riceve dall’ambiente artistico la inducono a sviluppare, grazie alle sue capacità tecnico – interpretative, uno stile personalissimo incentrato sul colore. Colore a tempera, acrilico, ad olio ma anche matita, attraverso di esso, su carta, cartoncino, mdf, tela, compensato e ardesia da forma alle impressioni del cuore, della mente e dell’inconscio. Personalità poliedrica, attiva, solare, considera le sfide un’esplorazione delle proprie attitudine, una conoscenza approfondita verso se stessa, un modo per realizzare concretamente e con intelligenza i propri desideri soprattutto quelli artistici. Tenace e leale domina con savuar fer l’ambizione seducendola con il fascino della linea che scivola su tela inebriata dai colori. Il risultato è un’autentica rivelazione di espressività in continua ascesa. Il sito dell’artista http://dipintiedipinti.altervista.org |
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