Ristorante Acanto, chef Fabrizio Cadei, un inno alla gioia, anzi l’Inno alla Gioia di Beethoven. La sua cucina è proprio questo, è vita, è infinita estensione dell’immenso, è scintilla che celebra la natura, è fremente musicalità d’animo.
di Antonella Iozzo
Milano – Ristorante Acanto, la pulsione del gusto di rinascere esperienza sensoriale nell’edificante bellezza della location. All’interno dell’esclusivo Hotel Principe di Savoia a Milano, con ingresso separato, il fascino discreto dell’eleganza veste la qualità, la professionalità, l’ospitalità. Neoclassica visionnare sotto magnifici lampadari di Murano per una leggera e brillante musicalità enogastronomica declinata in poesia del saper vivere. Performance che unisce alla cultura del cibo l’arte del gusto, nuance comunicativa capace di far respirare all’unisono i suoni dei migliori vini con la variegata gamma espressiva culinaria. Interludio del nostro tempo che diventa concept estetico di memoria, tradizione e creazione. Dal palato all’anima il battito dei sapori ridefinisce la pulsazione dei saperi, naturalmente nell’unico luogo possibile il Ristorante Acanto.
Il fil rouge tra emozion e lifestyle, enogastronomia e convivialità, è il sorriso dello staff, varcata la soglia, infatti, le forme dell’accoglienza disegnano lo spirito del luogo, scandendo la cura per il più piccolo dettaglio, la passione e l’arte del ricevere, del far sentire l’ospite “speciale” e contemporaneamente a proprio agio.
Un team armonico e sinergico, coadiuvato dal Restaurant Manager Ilario Bonzani, che compone con i propri gesti un’armonica partitura cadenzata dai ritmi del piacere, quello di gustare la straordinaria tensione emotiva rilasciata da ogni piatto e da ogni sorso. E il meraviglioso sorriso del sommelier Alessandra Veronesi, accompagnato da un’assoluta professionalità, accende il mondo dei sensi. Per iniziare una raffinata carta delle acque.
Un fresco bouquet di purezza e leggerezza che si apre come un ventaglio con proposte frizzanti e naturali delicate o più decise per un palato che esalta il benessere, sempre importante per l’Acanto, fra i primi ristoranti ad introdurre una carta delle acque. Con discrezione ed eleganza l’abilissima sommelier, ci accompagna nella fascinazione dei vini, entrando subito in empatia con la nostra percezione. È un veicolare lento e continuo che vibra di variazioni su tema, pennellate di terroir si distendono nei nostri pensieri ed è come se ogni vino evocasse la sua natura e insieme il carattere del produttore.
Profumi, sentori, aromi fluttuano da una descrizione accurata che richiama una pregiata carta vini, ampliata da Alessandra Veronesi con scelte molto ricercate come il Chianti Classico, Badia Passignano dei Marchesi Antinori e il Blen Toscano di Stefano Ricci, la cui bottiglia in formato magnum, vestita di platino e oro dal famoso stilista è stata realizzata artigianalmente ed in tiratura limitata. 650 etichette, dalle più note e rare, vere e preziose chicche, verticali introvabili e piccoli tesori poco conosciuti che sorprenderanno il palato. Con Alessandra Veronesi, il vino diventa il diadema di ogni portata e noi i protagonisti di un viaggio nella cultura enogastronomica. Una poetica pulsazione che rivelando il vino rivela il nostro desiderio di vivere la tradizione, anche, se non soprattutto, attraverso un buon calice. Una carta vini semplice da leggere e lineare, che presenta il sunto poetico e qualitativo di ogni ragione, l’autenticità, l’intraprendenza, la filosofia, lo stile. Perle che intrecciano la migliore espressività internazionale, per una trama culturale che ridisegna l’orizzonte dei più preziosi e introvabili nettari ed un’esclusiva italiana le bollicine dello Champagne White Label Lanson.
Hotel Principe di Savoia, la classe declinata in benessere rinasce essenza del gusto con le creazioni dello Chef Excutive Fabrizio Cadei per il ristorante Acanto. Classico, contemporaneo, senza tempo. Energia vitale, traslata in fermento culinario, perché Cadei è passione, sapere, tradizione, creatività, un vortice travolgente al servizio del gusto. Entusiasmo coniugato all’esperienza ed ogni giorno la sua cucina riflette i nostri desideri, stimola le papille gustative, rinasce sogno dei sensi.
Piglio inventivo, abilità tecnica e l’infinito sapere dello Chef Excutive Fabrizio Cadei, prendono letteralmente vita in una sintesi armonica di sapori che inizia con “Alette di Rombo fritte e carota nera” stile finger food, deliziosa particolarità che evidenzia l’arte di creare e il creare con semplicità, in abbinamento, Alessandra ci propone un elegantissimo Franciacorta “Betella, millesimento Brut 2008”. Siamo solo all’inizio della degustazione, ma iniziamo a percepire il respiro di una musica che si muove, distendendosi, in una variegata gamma espressiva.
È un incidere lento e progressivo, un crescendo che nasce da ogni piatto, è il palpitante sussulto delle verdure meravigliosamente vibranti, fresche, croccanti, trepidanti che innalzano i loro acuti in un allegro vivace creato da Cadei con “Dall’orto: vegetali di stagione con pasta frolla alle olive taggiasche e cenere di melanzane”, la pasta frolla compone la tavolozza d’artista sulla quale i vegetali vividi di freschezza, danzano con timbri carichi di verve, è la natura che parla attraverso il gesto dello Chef e trova perfetta corrispondenza nella “Ribolla Gialla, 2012, di Rosa Bosco”, un autoctono di buona acidità e freschi aromi, vivace e morbido.
Al Ristorante Acanto il piacere del convivio incontra le dinamiche internazionali del business man, le valenze del relax più ricercato, l’intimità di un incontro romantico, la fresca melodia di una semplice pausa tra le cadenze del buon gusto. E’ come se la musicalità del luogo fosse avvolto dalla filosofia del saper vivere che immancabilmente ritroviamo nei piatti di Cadei. Ed è sempre la materia prima a parlare, il valore intrinseco di ogni singolo ingrediente che lo Chef ascolta e interpreta rispettando la sua natura, è il caso della “Tartara di tonno Balfegò con avocado, mozzarella di bufala e foglia di Shiso”, una sinfonia davvero straordinaria, stillante l’equilibrio dei sapori, i dolci contrasti, l’esultanza morbida della mozzarella che avvolge la polposità ricca dell’avocado, la leggerezza sopita del tonno e la nota molto particolare della foglia di shiso, un’intensità fresca che ci rimanda, anche se in modo diverso, a quella del nostro basilico. Calore vitale e luce mediterranea che si animano fino ad accendere la joie de vivre, incredibile comunicazione sensoriale che attraverso l’essenza del cibo raggiunge la mente e il cuore, grazie al gesto foriero di autentica passione e vissuto dello Chef Excutive Fabrizio Cadei. Sinergie che si aprono al contatto con un calice di “Malvasia dell’Emilia Callas 2010, dell’Azienda Monte delle Vigne”. Il sommelier Alessandra Veronesi, ci sorprende presentendoci una vera perla di malvasia di candia, ottima struttura, morbida ed equilibrata e dalla lunga persistenza. La perfetta temperatura di servizio ne rinsalda le caratteristiche e inebria l’incanto che dal palato sale in evanescenza.
Romanzi del gusto scritto in un sol gesto quello di Cadei, felicità creativa e tradizione danno forma alle emozioni gastronomiche, è il caso del “Raviolo con gambero rosso e merluzzo, crema di scarola e stracchino di bufala”, la dolcezza del gambero non può non adagiarsi nella tenerezza della scarola, è una melodia che rilancia il sapore burroso, delicato e fondente in bocca dello stracchino, candore di porcellana che incontra un blend di Chardonnay, Sauvignon Blanc, Viognier, è il “Sorriso 2010, di Paolo Scavino”, dalle Langhe, un bianco fresco e fine, un’elegia che seduce con raffinata eleganza.
Nuove visioni, nuovi sapori ispirati dal mare, creati per i palati più raffinati: “Centrofolo alla plancia marinato al karkadè, quinoa al coriandolo e funghi shiitake”, un pesce, il centrofolo dalla carne bianca e tenerissima. Ottima consistenza esaltata dalla marinatura al karkadè, che si distende nella leggerezza della quinoa, equilibrio avvolgente in contrasto con il sapore più aromatico e deciso dei funghi. Concepito come una pagina musicale evoca il profumo della terra e al contempo richiama la seduzione del contemporaneo, profumi che persistono nella memoria e raccontano il tempo passato e quello avvenire in un unico istante, quello scolpito in forma del gusto da Fabrizio Cadei. Momento dilatato nel respiro del vino da Alessandra Veronesi, sempre attenta e precisa nella scelta, i suoi abbinamenti esaltano e non coprono il sapore culinario, sublime armonia mirabile sintonia. E non poteva essere diversamente con il “Pinot grigio Sot Lis Rivis, 2012, della Cantina Ronco del Gelso, ottimo equilibrio fra acidità e sapidità, dalle note agrumate non tipiche di questa varietà, ridefinisce il sentiero delle sensazioni nella sua corposità sostenuta che rinsalda l’atmosfera.
Lirica suadente che suggella la celeste alchimia del piacere con il dessert “Sfera ghiacciata al cocco con cuore di lampone” brivido caldo che scivola pericolosamente nella setosa e magnetica consistenza del lampone. L’occhio è rapito, estasiato dalla presentazione, bianco abbagliante, glaciale, luminoso che irradia la sua preziosità come un brillante, prima di sciogliersi al palato e rilasciare un sottile equilibrio fra morbido e fresco. Voluttà che si scioglie in estasi, in esotismo incantato, in oro, preziosa movenza da mille e una notte, edificata dal Recioto Valpolicella Roccolo Grassi, rosso rubino intenso come passione liquefatta nella segreta veemenza del pensiero. Sentori avvolgenti di confettura di ciliegia, prugna molto matura, piccoli frutti rossi, spezie. Un velluto che avvolge ogni pupilla e versa amore nell’essenza lunare del dessert.
Vitalità, bellezza cosmica, effervescenza creativa ed intuitiva che avanzano di pari passo con l’esperienza di Fabrizio Cadei, un inno alla gioia, anzi L’Inno alla Gioia di Beethoven.
La sua cucina è proprio questo, è vita, è infinita estensione dell’immenso. È scintilla che celebra la natura, è fremente musicalità d’animo. È coscienza e verità del proprio lavoro, inteso come valore, come ci conferma lo stesso Cadei: “Il lavoro e un valore e come diceva mio padre, uomo di poche parole, la vita non è un diritto e un dono e come tale va apprezzato” prologo di un’interessante conversazione-intervista.
Un tripudio di celesti melodie che innalzano i sapori, fortificano la cultura gastronomica, planano il gusto della vita, inesauribile fonde del sapere e del piacere, essenze che ritroviamo in ogni creazione culinaria di Fabrizio Cadei.
Ristorante Acanto
Hotel Principe di Savoia
Piazza della Repubblica, 17, 20124 Milano
Tel. 02 6230 2026 – www.hotelprincipedisavoia.com/acanto-restaurant
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(01/07/2014)
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