Citylife Milano. Gli spazi in passato occupati dalla Fiera di Milano sono oggi trasformati in un moderno quartiere dove svettano tre grattacieli ultramoderni.
Redazione
L’area dove oggi sorge il nuovo quartiere “CityLife Milano” era sin dal 1906 occupata dai padiglioni della vecchia Fiera di Milano instaurati a partire dall’Esposizione Universale del 1906.
Nel 2005 è avvenuto il trasferimento degli spazi espositivi della Fiera, dall’area originaria posta in adiacenza al centro cittadino, ai nuovi padiglioni di Rho-Pero.
Nel 2007 sono iniziate le opere per la trasformazione della vecchia area sulla base del concorso internazionale bandito dalla Fondazione Fiera di Milano, vinto dalla società CityLife, facente capo ad un pool di compagnie assicurative controllata da Generali.
L’area del nuovo progetto denominato appunto “CityLife” è compresa in un quadrato delimitato tra Piazzale Giulio Cesare, Viale Berengario, Viale Cassiodoro e Viale Duilio. Il progetto, redatto da tre importanti architetti internazionali è strutturato intorno ad una grande piazza centrale ove si affacciano tre torri rivestite in vetro e un centro commerciale. Due blocchi di edifici residenziali e un parco pubblico sono stati realizzati nella parte verso Piazzale Giulio Cesare.
Le tre torri, che prendono il nome dai loro progettisti, Hadid, Isozaki, Libeskind sono le rispettive sedi di Assicurazioni Generali, Allianz Assicurazioni e della società PwC.
Torre Hadid
Il grattacielo e il sottostante centro commerciale sono frutto del progetto dello studio londinese Zaha Hadid Architects. La fondatrice dello studio, l’architetta recentemente scomparsa Zaha Hadid, di origine Irachena si laureò in matematica a Beirut e in Architettura a Londra.
Il grattacielo, soprannominato “Lo storto” per la sua conformazione dove gli elementi verticali paiono oggetto di una torsione applicata sulla sommità, ha un’altezza di 177 metri.
La struttura in cemento armato è rivestita con facciata continua tipo “Curtains wall”. Una curiosità riguarda la produzione delle vetrate di facciata disegnate sul modello digitale e prodotte integralmente in Cina.
La pianta della torre è composta da due elementi curvilinei accoppiati dove gli spazi dedicati agli ambienti di lavoro sono posti perimetralmente mentre i collegamenti verticali (scale, ascensori e cavedi) e servizi occupano la zona centrale.
Torre Isozaki
Progettata dall’architetto giapponese Arata Isozaki e dall’italiano Andrea Maffei, da anni collaboratore dello studio che ha sedi in Giappone, Cina, Spagna e Italia.
L’edificio ha un’altezza 209 metri ed è realizzato completamente con una struttura in cemento armato con le due facciate principali rivestite con otto vele in vetro curvato. Le schermature solari delle facciate sono affidate a un insieme di tende a lamelle metalliche poste sul lato interno delle vetrate.
La pianta dei vari piani è rettangolare con gli elementi di collegamento verticale quali scale, ascensori, cavedi per il passaggio degli impianti, posti sugli estremi dei lati minori. Il blocco dei servizi è collocato nel nucleo centrale. La parte centrale dei piani è concepita come un unico grande spazio flessibile, idoneo a ospitare ogni tipo di funzione.
Caratteristica di questo grattacielo sono i quattro tiranti metallici collocati esternamente alle facciate dell’edificio per contenere lo spostamento sotto l’effetto del vento. Con questo accorgimento, lo spostamento all’ultimo piano è stato limitato a soli 20 cm invece degli 80 previsti senza il posizionamento dei tiranti.
Torre Libeskind
Il grattacielo è stato soprannominato dai milanesi “Il curvo” in quanto due facciate sono curvate verso sud. Il progetto è dello studio neworkese dell’Architetto di origine polacca, Daniel Libeskind.
La forma della torre ricorda lo spicchio di una cupola come quella di Santa Maria del Fiore di Firenze, quasi a simboleggiare uno spicchio di rinascimento. La parte convessa, con superficie maggiore è atta a captare l’irradiazione solare è orientata a nord, mentre la parte concava, di superficie inferiore è inclinata verso sud in modo da offrire minore superficie esposta al sole.
La struttura principale della torre è realizzata in cemento armato, mentre la parte terminale, chiamata “Crown” è in acciaio. L’altezza totale del grattacielo è di 175 metri.
Gli elementi di distribuzione verticale e i servizi sono collocati in un prisma in cemento armato attorno al quale sono sviluppati gli spazi adibiti ad uffici.
Nella versione originaria il progetto prevedeva il prisma dei servizi fuoriuscire parzialmente nella parte alta dall’involucro in vetro del volume principale. In fase esecutiva, per ragioni di contenimento dei costi, il progetto è “raddrizzato” con eliminazione del volume esterno e la riduzione della curvatura verticale.
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Redazione
(20/02/2021)
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