Ristorante Santa Elisabetta, i piaceri della vita, il diletto del gusto

Ristorante Santa Elisabetta, Dining experience. La classe innata di uno stile e di un concept vocato all’ospitalità e all’attenzione ai minimi dettagli, per regalare un’entusiasmante ed esclusiva esperienza multisensoriale nella sua più alta declinazione: i piaceri della vita.

di Antonella Iozzo

Firenze Ristorante Santa Elisabetta, Hotel Brunelleschi Firenze, due stelle Michelin, un’esperienza memorabile lungo l’intera degustazione, in una cornice elegante e animata da una calorosa accoglienza.

Al primo piano della Torre Pagliazza, inglobata nella struttura dell’Hotel, il Ristorante Santa Elisabetta regala ogni giorno momenti eccezionali, magnificati da un servizio impeccabile e dall’arte culinaria dello chef Rocco De Santis.

Una sala circolare dalle antiche mura, design essenziale, luminosità radente e sette tavoli curati nei minimi dettagli. Cifra stilistica intima e astratta e giocata per un’armonia in curva che accoglie e veicola la fascinazione enogastronomica.

Il Ristorante Santa Elisabetta trasforma l’idea stessa di esperienza gourmet proponendo un concept innovativo, definito dall’eccellenza. Autenticità e nuovi canoni d’accoglienza capaci d’interagire con l’ospite, di coinvolgerlo nella scoperta di nuovi abbinamenti. Un virtuoso dialogo all’insegna dell’empatia, fuori dai soliti schemi, che rende il momento esperienziale più emozionante e luminoso. Professionalità garbo, tatto, vocazione e passione che si traducono in capacità di anticipare desideri e intuizione nel cogliere l’attimo…dove tutto ha inizio, il sorriso dell’ospite.

 

La ricerca dell’eccellenza inizia con l’aperitivo Heri-Hodie Champagne Brut Premier Cru, della Maison Roger Coulon, alternativo, elegante, bilanciato con un retrogusto che si evolve in note speziate. Ma se esplorare nuovi orizzonti è nelle nostre corde, l’audacia di un Vesper Martini con Vermouth Bianco di Prato è la scelta ideale. Deliziosamente fresco, elegantemente sottile e armonico. Un aperitivo che lo chef Rocco De Santis rende vibrante e colorato con piccole creazioni da assaporare con tutti i sensi, ad iniziare dalle finte lische di seppia e suo carpaccio, piccolo capolavoro di pura creatività, per poi lasciarsi coccolare dal “bottone” con crema ai fichi, mascarpone e zafferano. Un continuo evolversi di fragranze che scoprono il trillo della gelatina al gin tonic con mela. Volo planare in un universo di freschezza che esplode al palato in un continuo rilascio di frizzante ironia per poi giungere nell’intensità voluttuosa del paté con ciliegia, tutto il resto è passione liquida.

Cucina d’autore ricca d’immaginazione e originale che utilizza materia prima di altissima qualità come il “Gambero rosso crudo, Panzanella all’agro, caviale e zuppetta di Olive di Nocellara”, la consistenza del gambero di Mazzara del Vallo si fa poesia i cui versi vengono esaltati dalla cremosità leggermente sapida della zuppetta di olive e dal delicato contrasto con la panzanella. Nel calice il Vermentino Argille Rosse 2019, Il Monticello, un vino rotondo, di grande freschezza e sapidità.

 

Valorizzare il prodotto e far sì che conservi la sua autenticità e allo stesso tempo racconti il proprio vissuto è un romanzo in sol gesto, quello dello chef Rocco De Santis, che lascia parlare i sui piatti come la “Ricciola affumicata, salsa Bernese, gel di Limoni di Sorrento e intensità di Sedano”, la ricciola diventa profondità piena e possente nel suo essere, la fragranza della Bernese riscrive i canoni del gusto per poi lasciare che tutto sfumi in piacevolezza articolata grazie ai limoni e al sedano. La finezza aromatica di un grande vino bianco austriaco quale il Grüner Veltliner della tenuta Emmerich Knol è l’accordo perfetto per sensazioni che si esaltano a vicenda.

Inediti percorsi gustativi. Il suggestivo fascino di territori lontani e un servizio informale, che ci accompagna in un viaggio alla scoperta della seduzione culinaria, approda all’ “Anguilla con Castagne, Pinoli e Tosazu”. Mai un anguilla ha indossato un look così seducente e iconicamente prezioso, la sua essenza stratificata parla d’Oriente, profumi e fragranze alternandosi rivelano diversi accordi di intensità grazie alle diverse espressività dell’aceto di riso affumicato Tosazu. Ed è qui che entra in scena un altro modo di creare l’abbinamento perfetto. Il calice si allontana e le tazze da te si avvicinano con una caldo gusto di tè nero. Sono inediti percorsi gustativi che risvegliano la curiosità e comunicano studio e ricerca. Stimolare i sensi, accendere l’immaginazione, sembra quasi una mission per il sommelier, il matre di sala e il suo staff che continua a regalarci nuove emozioni con un sakè giapponese piacevole, corposo e leggermente acidolo.

 

Lungo le rotte del buon vivere si coprono percorsi innovativi ma al tempo stesso fedeli alla tradizione e allo stile dell’eccellenza. Anzi la tradizione rinasce come musa di memoria e di ricordi in una chiave di lettura che ne esalta i valori. Ecco allora che le “Animelle con friarielli” diventano simbolo da gustare e tramandare nella solarità informale di una BVS Beers Barrique Metodo Bafalo. Una birra barricata nelle barrique del vino, diversity of style, diverity point of view!

Quelli dello chef Rocco De Santis, sono piatti ispirati dalla tradizione, dalla gastronomia mediterranea modulata da tecnica e creatività. Gli “Spaghetti alla chitarra “Armando” al burro di Alghe, Bergamotto, Ricci di mare e bottarga di Tonno”, sono arte in movimento. Qui l’intuito si fa gusto e l’esperienza gesto. È un tripudio di profumi che svettano in armonici sensazioni marine. Si, il dolce sciabordio del mare diventa parte integrante del piatto e la Malvasia Doc “Donna Luigia”, Torre Fornello ne incornicia l’espressività con note di frutto della passione, menta e rose. Ed un avvolgente eleganza.

Acuta sensibilità e un forte legame con il genio figurativo doti che emergono da presentazioni curate e proporzionate, dove corrispondenza cromatica e simmetria amplificano l’effetto visivo. Poi, sono le papille gustative a descriverne l’essenza corporea che si libra dall’assaggio e dai “Ravioli con ripieno di carbonara e tartufo bianco” scivola un lirico accordo di gusto sulle fibre del tempo. Classico moderno con un tocco di antico sapere. Si apre un universo sublimato dalla creazione. E nel calice un grande vino il Saint Aubin 1er Cru “En Remilly” 2015 – Domaine Derain, una punta di miele su uno sfondo delicatamente tostato che si distende con eleganza rilasciando equilibrio e persistenza.

 

Al Ristorante Santa Elisabetta lasciarsi sorprendere è gioia dei sensi, è magica evasione e visone innata di un reale che seduce con la cura per i dettagli, con la scelta dei calici dalla silhouette purissima che sfilano nella loro brillante trasparenza a volte sinuosa, a volta svettante verso l’infinito. E poi forme, texture e colori di ceramiche e posate che rendono ancora più affascinante e preziosa l’esperienza culinaria.

Sono scrigni che accolgono la creatività dello chef Rocco De Santis capace di rendere la “Triglia in crosta di Pane allo Zafferano”; sofisticata quanto delicata essenza di vision contemporanea nell’equilibrio dei sapori. Un piatto complesso e stratificato dove ogni elemento ha il suo perché, meravigliosamente accompagnano dal rosso Aítho Etna Rosso raffinato e di carattere.

La passione per la cucina al suo miglior livello suggella “Il Manzo” in un quadro aromatico che chiama a se le mille e una espressività della carota. Diverse consistenze, diverse nuance per un mosaico di gusto tutto delicato e ricercato, sublimato dal “Vino Nobile di Montepulciano Serraglio”, ampio, potente, elegante, armonioso e persistente. Abbinamento con divertente background, una wine tasting alla cieca proposta dal sommelier per una giocosa interazione di sensi che creano appeal e sfiorano il lato easy di un’esperienza gourmet.

 

Al Ristorante Santa Elisabetta ricerca, passione, spirto contemporaneo e rispetto della tradizione dall’aperitivo al dessert passando per un delizioso pre-dessert con tre alghe su tutte spicca la freschezza iconica della spirulina che resetta il palato invitandolo a scoprire di un dessert che ricorda con ironica l’impalpabile leggerezza, un classico della tradizione italiana, la lasagna. Cioccolato fondente, lamponi essiccati, cremosità dilagante l’etera sospensione temporale del piacere goloso tra croccantezza e cremosità in perfetto equilibrio e tutto riaffiora in bellezza gustativa in sintonia con Calido Passito di Moscato Rosso, intenso, complesso e floreale.

Piccola pasticcera e l’iconico Amaro Nunquam nato da un assemblaggio di 24 tipi diversi fra piante officinali, spezie e scorze di agrumi, caldo e corposo, dalla spiccata personalità, sono le ultime pagine di una sinfonia concertante la quintessenza dell’arte culinaria firmata dallo chef Rocco De Santis.

Ristorante Santa Elisabetta, la classe innata di uno stile e di un concept vocato all’ospitalità e all’attenzione ai minimi dettagli, per regalare un’entusiasmante ed esclusiva esperienza multisensoriale nella sua più alta declinazione: i piaceri della vita.

Ristorante Santa Elisabetta
Hotel Brunelleschi
Piazza Santa Elisabetta,3 – 50122 Firenze
Tel./Whatsapp. +39 05527370
https://www.ristorantesantaelisabetta.it/

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (10/03/2022)

 

 

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