NUDO.GEOMETRIE DELLE PASSIONI:
QUADRIPERSONALE INTERNAZIONALE: intrigante, accattivante passione
che ha prosciugato il desiderio nella più rapsodica e avvolgente storia dell’Arte dalla sensualità
Con gli Artisti: Lucien Clergue, Fabiano Fiorin, Maria Antonietta Mangosi, Oria Piera Strabino
a cura di Antonella Iozzo
Sulla pelle della tela scivola la bellezza lasciando linee che disegnano geometriche proporzioni, forme che abbracciano volumi, segni che tracciano le curve della passione, è di scena il nudo, corpi sedotti dalla tridimensionalità delle sensazioni emotive in mostra su Bluarte nella quadripersonale “Nudo: geometria delle passioni” con Lucien Clergue, Fabiano Fiorin, Maria Antonietta Mangosi, Oria Piera Strabino. Desiderio fatale, prorompente tensione, intime rivelazioni, fascinosa melodia, lo sguardo indaga, la mente precipita. L’immaterialità del senso, la rappresentazione del corpo, lo scatto di Lucien Clergue. Gesto, anima, segno dell’intimo sfuggire, verità tra cielo e terra che decanta l’impalpabile e ricopre di sognante materia conturbante la sostanza vellutata ed eterea di femminili presenze. Nudi di bellezza austera, discreta, raffinata, profusa nella luce dell’immenso ed in perfetta sintonia con esso, si elevano a quintessenza della natura, quasi sensuali dune nel respiro del vento. Bianco e nero come il mistero che trafigge la coscienza, per iniettare nella spazialità dell’inquadratura, variazioni di desiderio capaci d’irradiare le forme e di lambirne la musicalità. Prospettive inclinate e liriche suggestioni costruiscono la dinamicità di uno scatto in grado di cogliere la bellezza dell’essenza corporea un attimo prima che la carnalità infiamma la scena. Spazi curvilinei nei quali richiami invisibili creano corrispondenze estetiche, raccontano il silenzio dell’ombra nei tagli di luci che accarezzano il corpo, forme morbide e sinuose dove la luce si riflette come un leggero, appena percepibile contatto con il paesaggio corporeo, ogni scatto è una poesia scultorea che conduce ad un’opera d’Arte. In Fabiano Fiorin l’emozione si scompone suscitando, sulla superficie, vibrazioni spigolose e silenzi impregnati di verità sussurrate con il canto dell’anima. Nei diversi piani spaziali la destrutturazione della forma irrompe in figure tormentate, frastagliate nelle pulsioni, dominate dall’istinto. Figure nella geometrica sintesi di un disperato afflato, interrogano dolcemente lo spettatore, con occhi gravidi d’esistenza, e incidono con l’essenzialità delle linee il riflesso di equilibri e lotte interiori. Muse scontente o forse semplicemente lontane sopraffatte dall’amore, si concedono alla redenzione dei sentimenti in sequenze che sembrano sezionare la plasticità dei volumi, irrequieta verità capace di costruire una misteriosa umanità femminile intima e ferente, lirica, sensibile ed espressiva . Ma dietro il ritratto, ripartito da dinamici gesti, nudi che appartengono più al surreale deformante racchiuso in noi, che alla realtà, la scena si scalda di passione, di attese all’ombra dei pensieri, quasi sottofondi teatrali, scorci emotivi evocati e spenti nell’intimità solitaria di un momento allo specchio. Tempo vuoto nel nudo di un io abitante le architetture geometriche del corpo. La passione di Oria Piera Strabino apre nuove visoni. Nel taglio dell’assenza entità realmente o idealmente presenti, entrano nella sostanza oscura dell’inconscio o in quella appena più definita della coscienza, per ricomporre la geometria di uno spazio sentimentale che assorbe la tensione e rilascia materia magmatica. Quasi un dolce e profondo dolore capace di sciogliersi in pennellate dense ed esplorate dalla luce, dove poderosi squarci di nudità morbida e sostenuta dalle forme affusolate, offrono un senso di fremente pace all’immagine. Su di essa vive la flebilissima illusione di essere dea, icona, regina e contemporaneamente lirica e diafana fanciulla. Sono adorabili creature la cui femminilità sublima la giunonica pienezza delle carni, geometrie dentro la tonalità del colore e nel vuoto che le avvolge, un vuoto traspirante il succo estremo della passione. Una plasticità suadente si distende nel nudo di un busto d’insospettabile sostanza apparente come un lungo discorso distillato e modellato sugli spasimi del desideri, mentre passaggi cromatici accattivanti lasciano che lo sguardo scivoli fin dentro le membra per assaporarne il palpito traslato in pittura. I fascinosi nudi di Maria Antonietta Mangosi, fioriscono con meravigliosa e deliziosa energia nell’aria di paesaggi capaci di avvolgere la natura e di proiettarla sugli sfondi, una simbiosi con gli incroci geometrici della sensualità che non crea mai contraddizione. L’ordine spaziale delle composizioni esplode in particolari ora lievi, ora plumbei, dosati da una pennellata che lascia posto, nel tempo, a una visione chiara, stordita dagli assoli dei colori, come gli azzurri che si sciolgono nel blu, nota liquida e opalescente in grado di accentuare le allusioni, i palpiti carnali, la densità psicologica di una erosione sentimentale, trattenuta sul sentiero ultimo della ragione. Sensazioni sui volumi, intimi momenti di evasione tra le pieghe di una plasticità porcellanata dai rintocchi latteo – cerulei resi impalpabili da un suggestivo tramonto estivo. Passaggi di pennello per paesaggi italiani riscoperti nel loro più fluido sogno, essenze femminili nelle quali s’identificano il tonalismo veneto, gli equilibri toscani, la nuvola lombarda rosata e umbratile, i flutti pugliesi imbevuti di nostalgia. Un racconto fra cielo e mare dipinto con grande sintesi formale e raffinata trepidazione emozionale. Nudo: geometria dall’insaziabile, tormentata, intrigante, accattivante passione che ha prosciugato i desiderio nella più rapsodica e avvolgente storia dell’Arte dalla sensualità di Giorgione, alla voracità di Tiziano, dagli spasimi di Correggio all’opulenza di Rubens, dall’erotismo arcaico e scultoreo di Picasso ai nudi tristi e disperati di Schiele, fino a giungere alla scottante e lucida geometria contemporanea: basico istinto e tenera sensualità in controluce. di Antonella Iozzo © Produzione riservata E’ conosciuto per i suoi torsi femminili nudi della metà degli anni ’50 – ’70 e per le immagini sulla corrida dall’arena di Arles, dove ha incontrato Pablo Picasso, un forte sostenitore dei suoi primi lavori. Più tardi rivolse la sua attenzione verso astrazioni organiche di sabbia, pizzi, ecc Il suo lavoro è stato influenzato dalla mitologia, dall’avventura e da ciò che egli chiama “la mentalità di un uomo del Mediterraneo”. Nel1969 hafondatola Recontres Internationalesdela Photographiead Arles. Oggi, considerato uno dei più importanti festival d’arte del mondo. Sua moglie ha istituito il Vincent Van Gogh Foundation, un museo di arte contemporanea in omaggio a Van Gogh ad Arles. Le opere di Clergue sono state esposte in tutto il mondo e incluse nelle collezioni di molti musei importanti, come l’UCR / California Museum of Photographyl dove si tenne la prima mostra retrospettiva della West Coast. Nel corso dei decenni Clergue ha goduto di successo mondiale, con mostre in tutta Europa e Nord America. Clergue ha conseguito il dottorato presso l’Università della Provenza, (Marsiglia) sotto la direzione di Roland Barthes nel 1979. Ha insegnato presso le istituzioni come la New School of Social Research, condotto innumerevoli seminari sulla tecnica fotografica, in particolare per trattare il nudo, ha pubblicato una serie di volumi d’arte ed è stato oggetto di numerosi cataloghi. Fabiano Fiorin Attualmente è rappresentato dalle seguenti Gallerie: Maria Antonietta Mangosi La LASPATAS, a tutt’oggi ancora attiva, acquistò sempre più consensi, ma nel dicembre del 1983, poiché correva voce che lo Stato avrebbe revocato alcuni benefici a favore dei pensionandi statali, mi misi in quiescenza. Dopo aver dedicato alcuni anni alla famiglia, decisi di realizzare un mio antico sogno: quello di dipingere. Nel 1994 feci la mia prima mostra in una collettiva nel Teatro Nazionale di Roma. Ne seguirono molte altre, sia collettive che personali che mi diedero e mi danno molte soddisfazioni. Nel novembre 1997 istituisce a Velletri, insieme ad un gruppo di amici e conoscenti, il comitato “Arte e Lavoro”(di cui sono il Presidente) con lo scopo di spingere il Comune a ristrutturare il quartiere medioevale di S.Crispino per adibirlo a luogo dove far nascere, al posto delle vecchie cantine, botteghe e laboratori di artisti ed artigiani. Il progetto riscosse i consensi del Sindaco e di tutti gli assessori nonché il sostegno di molti cittadini e l’interesse del Vescovo Mons.Andrea Erba, tanto che è stato inserito nel piano regolatore.Anche la stampa locale ne ha parlato con toni lusinghieri. Nella primavera del 2000 fui nominata, dal Coordinatore Ing.Demetrio Fedeli, Dirigente del Coordinamento di Azzurro Donna del IX Municipio.
La mostra e il libro Essere Donna, che comprende 40 quadri e relativi testi, è infatti un excursus sulla condizione della donna attraverso i secoli, con momenti di riflessione che prescindono da ideologie, religione e convenzioni, ma che desidera focalizzare l’attenzione sul ruolo sociale e sulle punte di eccellenza raggiunte dalle donne nei 2000 anni di storia conosciuta. La mostra vuole essere un omaggio alle donne di valore, nonché alla capacità, alla tenacia e alla volontà femminile che hanno permesso un ruolo consapevole e riconosciuto a queste figure importanti. Tra le sue ultime mostre ricordiamo: 2007 Personale Galleria Art EM Ravenna, Collettiva sala Pietro Zangheri Forlì , Collettiva Festival delle Arti Magazzini del sale Cervia, Collettiva “Natale in Arte” Taormina Me 2008 Collettiva “Modalità Espressive” galleria ex Pescheria Cesena, Collettiva “Eroticart” Studio d’Arte Liverani Forlì, Collettiva Festival delle Arti Cervia, Personale “Essere Donna” Palazzo Albertini Forlì 2009 Personale “Essere Donna” Galleria Palazzo del Ridotto Cesena, Primo premio concorso Artedonna8marzo Castrocaro Terme, Personale “Essere Donna” Sala Rubicone Magazzini del Sale Cervia, Pennello d’argento al concorso Cromer Agna Pd 2009, Festival delle Arti Cervia Magazzini del sale Ravenna. di Antonella Iozzo © Produzione riservata |
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1