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Ritmo, colore, visione comincia la creazione di Antonio Calabrese, fiabe che ridefiniscono la fantasia e riaccendono i sogni. Visionaire di un’idea che cambia l’orizzonte dell’immenso dentro noi, mentre nuove dimensioni svelano veementi fascinazioni oniriche. Declinazioni di illusioni sopite percorrono sentieri emozionali mai sotto il solito cielo, mentre sulla pelle dell’irreale l’ispirazione disegna l’anima del sogno. Un “capriccio” dell’invenzione che fluttua di pittura e poesia, un’improvvisazione del desiderio che irrompe nel notturno del razionale e richiama, tra le trasparenze e le tonalità cromatiche della composizione, l’infinito. Dolce naufragio di memorie e illusioni, di invisibili attrazioni e follie evocative. Situazioni sospese tra il reale visionario e l’irreale realtà, quasi un palcoscenico dell’anima in cui gli attori sono le nostre aspirazioni, fervide danze della mente denudata dalla sua materia.
Sulla tela l’onirico traccia la gioia del vivere lasciandosi guidare dall’estro e dall’immaginazione, mentre ogni segno, con una felice combinazione di suggestioni, sensazioni ed istinto, sembra catturare lo splendore di un luogo fantastico dove i ricordi di viaggi lontani e l’esperienze passate, compongono la più meravigliosa favola mai vissuta. Con Calabrese va in scena, infatti, il trionfo del pensiero liberato da ogni vincolo spazio-temporale, un’affascinante universo portato in superficie dalla sua eleganza artistica. Vaporose e magiche, quanto infantili e giocose opere risuonano del subconscio immaginifico dell’artista, un fecondissimo mondo “altro” solcato di analisi e riflessioni, di curiosità ed interpretazioni. Un universo nel quale riconosciamo il quarantunesimo parallelo dei nostri desideri, un arcobaleno dove i colori della natura, le luci dell’aria, le trasparenze dell’acqua sembrano rivelare la vitalità interiore di un sogno che gioca con la creatività.
Le forme della visione, del fantastico, dell’inventiva più pura si librano leggere senza alcun condizionamento sotto i nostri occhi grazie alla raffinatezza del tratto e alla maestria della composizione. Nulla è impossibile nella realtà dipinta da Calabrese, tutto sembra essere un’illusione “vera” che nutre il mistero, che accarezza petali in fiore, che s’insinua dolcemente nelle trame della nostra quotidianità come una partitura armonica capace di animare la musica della natura che si concede alla lussureggiante interpretazione dell’artista: nascono “L’albero dei giochi” , “L’albero dei palloncini”, “L’albero delle fragole”
L’immaginario e l’irreale divengono, di conseguenza, concreta espressione sognante che si distende quasi come coscienza dell’intuito, lasciando però, spazio all’introspezione degli enigmi, quelli che interrogano lo sguardo dello spettatore e che poi di dissolvono come respiri della memoria. In primo piano invece la narrazione pittorica è e rimane un sogno e nello stesso tempo una verità tangibile, trama sottile di una scena già vista, o meglio già vissuta, ma non possiamo ricordare quando o dove, perché è un enigma che cavalca l’onda del nostro io più recondito.
L’oceano della fantasia erompe in Calabrese evidenziando la volontà di esprimere una verità sentita, coltivata tra le pieghe di un’intimità carica di sentimenti, ed ora così vivida e forte da dispiegarsi su tela in un incanto di gioia e armonia. Nelle sue magnifiche opere i personaggi, i fiori, gli oggetti che li popolano spesso sfidano la logica o la interpretano attraverso una diversa e originale prospettiva. E’ un tuffo della mente nel pianeta originale e fantasioso del non-senso, è un vivere dentro la rappresentazione delle cose, delle situazioni, dei paesaggi e avvertirne il suggestivo respiro. E’ un mondo dove le regole e il razionale hanno ceduto il passo al libero arbitrio della creatività, un mondo in cui il tempo si dilata e si contrae rilasciano in ogni movimento il ritratto delle sue ore più liete e più fluide. Audaci acrobazie di pennello sorridono a farfalle in volo, ad alberi colmi di sensuali fragole che invitano lo sguardo ad un assaggio malizioso, ad aquiloni in rotta su nuvole passeggere o a barchette che navigano mari azzurri e cieli sereni. Affascinanti dal disegno, dal gesto, dai colori con i quali riesce a trasportarci in questo mondo, dove ogni cosa sembra immersa nel ricordo lontano della nostra infanzia, viviamo con trepidazione l’eccitazione di un tempo sospeso nella magia dell’innocenza. È come se il nostro sguardo percorrendo le Prealpi della ragione, gli scogli della logica, i promontori del quotidiano, raggiungesse il paese della novelle, un luogo che induce il visitatore a scoprire la primavera delle passioni resa ancora più straordinaria dall’intensa luminosità, dalla melodia, dai coinvolgenti divertimenti musicali cesellati con delicatezza e buon gusto, rose carnose e sensuali che si aprono alla nostra intima percezione.
Con Calabrese intraprendiamo un itinerario magico partendo dalle fibre dell’immaginazione, dai cangianti riflessi, dalle sfumature, dalle risonanze timbriche che rendono l’ispirazione poesia nel colore, un flutto capace di rendere palpabili le emozioni. Come isole della fantasia nel mare della pittura, l’infinito estro artistico di Calabrese abita la vastità dell’evocazione. E’ una tempesta baluginante e magmatica che tocca le coste della bellezza di spirito e scivola nell’ immediato entroterra dell’anima, punto d’incontro dell’invisibile con la pelle del sensibile, materia mirabile sulla quale la dissoluzione del colore inscena il giardino delle meraviglie. Palcoscenico dove la descrizione dei luoghi onirici diviene dimensione della visione ininterrotta.
Chimera favolistica come mimesi della realtà visibile che intrattiene rapporti profondi con la nostra sensibilità e con la nostra entità psichica, una scossa nuova, entro la misura di un’evocazione capace di confluire in una coreografica improvvisazione. E’come se il paesaggio fosse agitato dalla forza di una metamorfosi che lentamente lo trasforma in libera scena del fantastico, dove tutto può accadere. L’immaginazione di Calabrese è continuamente attiva procede in crescendo, aprendosi ai cieli dell’ingegno più acceso. È un mondo dove scompare ogni confine tra concretezza ed artificio, dove lo spazio elastico e il tempo fremente, per la forza lievitante della sua creatività, trasfigurano la natura ed il naturale in qualcosa di straordinariamente attraente, ricco e colorato, quasi un universo alternativo, dall’apparenza solida, ben costruito, “reale”. Quella di Calabrese è un’arte che abita la dimensione vertiginosa ed elastica della bizzarria, della favola, un’arte delle meraviglie, un’arte scintillante che irrompe nei quadri con lucida trasparenza onirica, tra levità e fantasia espressiva, tra ricchezza cromatica e dinamicità narrativa. Nella fluidità delle sue tele ogni complicazione si fa limpida, ogni enigma si svela, ed è come se ogni figura continuasse a sognare, dentro la propria realtà, le forme della fiaba di Antonio Calabrese.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata (18/04/2011)
Curriculum Sono nato a Nardò in provincia di Lecce nel 1947. I miei studi li ho fatti all’Istituto Magistrale di Lecce. Da sempre appassionato alla pittura ho fortemente cercato in essa il mezzo per esprimermi. Ho iniziato a dipingere i miei primi quadri all’età di 23 anni apprendendo le prime tecniche pittoriche nella pratica del dipingere e nella ricerca. Nel 2004 mi sono orientato sia nella tecnica sia nell’uso del colore che nel contenuto espositivo verso un mio surreale, trovando in esso i modi per esternare ciò che mi era necessario. Ora ho deciso di presentare quanto prodotto per cercare di comunicare, di muovere emozioni, stati d’animo, idee. Il tema dominante degli ultimi miei dipinti è la fiaba dove ritengo di poter rappresentare un universo secondo me più che mai vivo ( anche se non troppo percepibile ).
Manifestazioni: Collettiva: Galleria Postart – Milano dal 24 al 31 maggio 2005 . Collettiva :Villa Baruchello – porto S. Elpidio (AP) dal 15 al 23 ottobre 2005 Collettiva : Galleria d’arte “ IMMAGINI, SPAZIO, ARTE”Cremona dall’ 8 all’11 settembre . Collettiva a “Palazzo Stella” Genova dal 3 al 21 dicembre 2005 . Collettiva:Villa Ormond – San Remo dal 18 dicembre 2005 al 6 gennaio 2006. Personale a “Il circolo del Collezionista” a Galatina (Le) dal 23-04-2006 al 03-05-2006. Collettiva a “Castello Medioevale” Andrano ( Le) dal 24 giugno al 22 luglio. Personale a “ Galleria Russo” dal 19 novembre al 7 dicembre 2006 a Nardò.( Le ) Collettiva a:”Fortino di S.Antonio” Bari 23 settembre 2006. Collettiva a:”Teatro Stabile Biondo” Palermo 17 gennaio 2007. Collettiva: “Sale del Bramante. Piazza del Popolo” Roma dal 12 al 14 gennaio 2007. Collettiva a “Villa Tesoriera” Torino dal 20 marzo al 1 aprile. Collettiva a “Palazzu Nieddu” Locri dal 18 al 27 novembre 2007. Collettiva a “Teatro Umberto” Catanzaro dal 16 al 23 dicembre 2007. Collettiva a “Galleria Astrolabio” Roma dal 13 al 18 dicembre 2007. Personale a ” Trevisi Accademie” Treviso dal 28 febbraio al 14 marzo 2009. Collettiva a: “Galleria d’ Arte Mentana” Firenze dal 9 al 27 ottobre 2010.
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