New York – “Tutte le forme dell’anima” – Donatello, Mantegna, Bellini: con 160 capolavori, New York celebra la grande stagione del ritratto – Oggi noi tutti diamo per scontati, appesi alle pareti, i quadri con i ritratti delle persone. Ma dal V al XV secolo le raffigurazioni degli individui erano una rarità, riservata ai monumenti pubblici e agli affreschi. Con la mostra “ Il ritratto rinascimentale da Donatello a Bellini” , che si è appena aperta il 21 dicembre è andrà avanti fino al 18 marzo, il Metropolitan Museum di New York conduce i visitatori nella riscoperta dell’individuo che avvenne nel quindicesimo secolo in Italia, da Firenze a Venezia, passando per le corti di Ferrara, Mantova, Bologna, Milano, Urbino, Napoli e Roma.
Nelle sale al secondo piano del Met sono esposti 160 capolavori di maestri italiani. Pitture , busti, medaglie, disegni hanno per soggetto l’individuo, rappresentato in occasione di un evento miliare: il matrimonio, la morte o l’avvento al potere.
Ciò che si cercò di raggiungere nel ‘400 si pretende ancora oggi dai ritratti ufficiali:un’immagine da tramandare alle generazioni future. Quando Helen Mirren ha ritirato l’Oscar per interpretazione di Elisabetta II nel film “La Regina” , ha salutato la monarca . Quello stile di capelli, rimasto identico negli anni e inciso nelle monete britanniche, intende trasmettere molto di più della semplice apparenza, e cioè le virtù di solidità e coerenza di sua maestà, anche i potenti delle corti del XV secolo si servirono dei ritrattisti per lasciare ai posteri l’immagine del loro valore. E poiché si stabilì l’idea che è il modo in cui finiamo la nostra vita che conta, si preferì essere ritratti di profilo come nei più illustri precedenti classici, le monete con l’effigie degli imperatori romani.
Il curatore della mostra del Met Keith Christiansen, presidente del dipartimento di pittura europea, racconta di avere fortemente voluto, per la sala d’apertura, i tre ritratti che definiscono l’arte del profilo a Firenze: gli uomini col copricapo rosso di Masaccio, di Paolo Uccello e di Domenico Veneziano, arrivati per l’occasione da musei di Boston, Washington e Chambéry, in Francia.
Spiega Thomas P. Campell, nono direttore del Metropolitan, bello e distinto come un perfetto candidato alle elezioni presidenziali:. Prima di Manhattan l’esposizione era andata in scena, da agosto a novembre, al Museo nazionale di Berlino. Il direttore berlinese Bernd Lindemann, in trasferta al Met per l’apertura ufficiale, dà le cifre: un totale di 250 mila visitatori con lunghe code all’ingresso. Anche al Manhattan prevedono un notevole successo. Certamente i ritratti in mostra sono tra i più attraenti della storia dell’arte.
Nella seconda sala spiccano i due profili idealizzati di Simonetta Vespucci, amore platonico del signore di Firenze Giuliano dè Medici, morta tragicamente e ritratta da Sandro Botticelli non com’era nella realtà ma come il mito l’aveva trasfigurata: bionda, dalla pelle e dai vestiti bianchissimi, con al seno un cammeo appartenuto a Lorenzo dè Medici, e con i capelli resi ancora più abbondanti dalle extension del tempo.
Nella quarta sala è invece esposto il “Ritratto di vecchio con nipote”, di proprietà del Louvre di Parigi, che gli storici dell’arte Adolfo Venturi e Federico Zeri hanno definito come uno dei supremi capolavori di Domenico Ghirlandaio. Questo doppio ritratto dove non vengono nascosti il naso bitorzoluto e i capelli grigi del nonno, autentici come nelle raffigurazioni fiamminghe, è da sempre considerato il simbolo del passaggio da una generazione all’altra.
Nell’ultima sala, il ritratto realizzato da Andrea Mantegna del cardinale veneziano Ludovico Trevisan riesce invece nell’impresa di trasformare un uomo piccino e poco affascinante in un campione d’intelligenza e volontà d’acciaio. Racconta il curatore Christiansen che Trevisan chiese espressamente a Mantegna di essere ritratto come un imperatore. Trasmettendo sia somiglia sia personalità e facendo di Trevisan un condottiero severo con mantello rosso, Mantegna è riuscito a strappare il suo soggetto all’imprevedibilità e caducità della vita.
Questo è l’obiettivo del ritratto.
di Silvia Grilli
Sett. Panorama
28.12.2011
Immagine: Ritratto vecchio con nipote (1490),di Domenico Ghirlandaio
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