Paolo Curto. Incorporee trasparenze
Un mutevole orizzonte acquatico, una liquida quiete musicale, un lirico dramma ripreso dalla tempesta, un mondo acquatico nel fluido divenire dell’Arte.
a cura di Antonella Iozzo
La trasparenza della pittura nel silenzio musicale dell’acqua, una visione scolpita con petali di luce. “Incorporee trasparenze”, la personale di Paolo Curto è il sogno antropico che abita l’universo. Curto dipinge la trasparenza nella composita armonia delle correnti marine che rinsaldano, completano, regalano la cangiante vibrazione luminosa dell’acqua, un impercettibile movimento acquatico accarezzato dal sole nel luccichio delle onde. Queste opere ci permettono di entrare sotto la superficie, dove il non – luogo della percezione si dilata nell’infinito e l’essenza delle cose appare in tutta la sua valenza estetica. Un mutevole orizzonte acquatico, una liquida quiete musicale, un lirico dramma ripreso dalla tempesta, un mondo acquatico nel fluido divenire dell’Arte. La naturale elegia di Curto è una trama leggera che senza sfaldarsi crea lo spazio intorno e dentro i corpi, presenze veicolanti la realtà onirica. Persi in questo stato transitorio la mostra ci avvolge in un impressionante continuum di tenui riflessi cristallini e luminosità sospese. In venti opere tutte le tonalità e le trasparenze dell’acqua riflettono scenografiche partiture fluttuanti l’incanto di mondi lontani, qui meravigliose veneri seducono con il fascino discreto e inafferrabile delle dee. Acquamarina, ceruleo, turchino, azzurro polvere, l’armonia del mare si confonde con il cielo, linea d’orizzonte sulla quale si disintegrano limiti geografici e cronologici…. è solo un lento fluire nell’acqua vitale. Sul confine estremo dell’immaginazione la condizione acquatica di Curto è u respiro d’invisibile poesia, velatura dopo velatura l’immagine eterea dell’acqua risuona nella rarefazione della bellezza estetica, in questa lirica oscillazione il passato incontra il presente e reperti archeologici, immersi nella fluttuazione delle onde, raccontano senza descrivere, affascinano senza danzare, evocano senza irradiare visioni, perché sono custodi di memorie future in un intermezzo mediterraneo alieno allo scorrere del tempo. Potremmo quasi dire dal neoclassico al neosurrealismo, ispirazioni diverse e lontane per un mare d’emozioni da filtrare nella bellezza adamantina della pennellata leggera, eterea e velata di Curto, che diviene subito intensa e solare nelle composizioni dal sapore locale, in cui il profumo della pesca si mescola alla brezza marina. La ricerca estetica di Curto è il punto focale della mostra, da qui parte il viaggio dentro l’anima delle cose e dentro la poetica delle idee. Non è la realtà così come appare a trasparire da queste opere, ma è come l’occhio dello spirito la nutre e la flette, che, nella visione concreta di linee e colori, di sensazioni e sogni, di velature e movimenti, di suono e forma, assume il suo valore intrinseco più autentico. Un lento procedere lungo il disteso e uniforme flusso dell’assoluto tra la percezione ottico – estetica e l’ispirazione sensoriale. Una concezione che ci permette di vedere l’acquatica presenza dell’universo, non vediamo l’onda ma vediamo attraverso di essa, come se fosse trasparente l’intero mare. di Antonella Iozzo © Produzione riservata Curriculum Paolo Curto, istriano, risiede abitualmente a Porto Cervo. Fin dall’adolescenza partecipa a concorsi pittorici. La sensibilità cromatica, così acquisita, si rivela fondamentale quando si appassiona di fotografia al punto di diventare professionista. Inizia con i reportages di viaggio negli angoli più remoti, come la giungla amazzonica, la savana australiana o la sperduta Isola di Pasqua. Successivamente, per anni, si immerge in tutti i mari del mondo per realizzare, al seguito di una troupe cinematografica, documentari su squali, piovre, balene e orsi polari. In seguito si occupa di pubblicità e moda sportiva, lavorando con le “top models” per conto di prestigiose riviste italiane e straniere. Attualmente, cura anche l’immagine di importanti tour operators. Fra un viaggio e l’altro si ritaglia del tempo per dipingere, privilegiando come soggetti soprattuttola Polinesia, dove ha vissuto un paio d’anni e dove ogni tanto torna per respirarne l’atmosfera, e il Mediterraneo, ricco di storia. La principale caratteristica della sua pittura, ciò che la rende davvero peculiare, è lo studio approfondito delle trasparenze delle, della mobilità e dei riflessi del mare, a volte osservati da sott’acqua. Non avendo avuto predecessori ai quali ispirarsi, avvalendosi però della sua acuta conoscenza del mare, il pittore ha sviluppato uno stile personale riconoscibilissimo, il fine non è la riproduzione della realtà, bensì l’estetica, fuori dall’angoscia del quotidiano, in una magica “iper -realtà” trasparente e talvolta onirica. Nel mare di Curto risalta spesso la presenza femminile, l’erotismo della “sirena”, mentre a volte la creatività lo spinge a rievocare antichi mosaici greci – romani o templi inesistenti, immaginati sommersi dal mare nel corso dei secoli: presente e passato fusi e rivisitati attraverso la lente mobile e limpida dell’acqua. Curto ha esposto a Roma, Milano, Porto Cervo, Marsiglia, Antibes, Lugano e Miami. Alcune sue opere si trovano nel Museo di Palm Beach. |
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