Il Premio Cairo 2009 a Marzia Migliora con l’opera:
“ Forse sono io che sbaglio ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo”
Milano – Arte, glamour e meraviglie. E’ di scena il 10° Premio Cario. Milano, Museo della Permanente dal 23 ottobre al 1° novembre 2009 una doppia esposizione dall’allestimento suggestivo per vedere l’Arte con gli occhi degli artisti e capire dove sta andando l’ispirazione: la mostra del Premio Cairo, e al piano superiore del Palazzo della Permanente, la mostra con le opere finaliste del Premio Arte. Alla serata d’inaugurazione con proclamazione dell’opera vincitrice, artisti, stampa e un pubblico selezionatissimo si aggiravano tra tartine, – che deliziavano il palato ed avevano effetto placebo sulla percezione artistica – e opere in cerca di una dichiarazione d’Arte per vivere la propria condizione d’esistenza. ma edizione del Premio Cairo?
La giuria composta da Daniela Clerici, direttore di “Arte”, Cristiana Collu, Direttrice MAN di Nuoro, Gianfranco Maraniello, direttore MAMbo Museo d’arte moderna di Bologna, Marco Meneguzzo, curatore e docente all’Accademia di Brera di Milano, Patrizia Sandretto ReRebaudengo, presidente Fondazione Sandretto di Torino e Stefano Zecchi, scrittore e consigliere d’amministrazione del Maxxi, ha scelto la concettualità di Marzia Migliora con l’opera “Pasolini 2009” un’installazione di lettere d’acciaio lucidate a specchio: “Forse sono io che sbaglio ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo”.
Vittoria accompagnata da una piccola contestazione: a quanto pare l’opera non era inedita perché esposta nei mesi scorsi. E’ la stessa Migliora a confermarcelo: << è stata esposta per tre giorni in una fiera a Roma, non mi sembra pericoloso nel senso che l’ho potuto esporre e l’ho esposto >>.
Ma al di là di questo, il suo primo commento? << Sono contenta perché secondo me il lavoro va giudicato per l’idea che c’è dentro e questo lavoro, per il momento particolare che stiamo vivendo in Italia lo ritengo importante e questo riconoscimento vuol dire che anche qualcun altro lo reputa importante >> . Concetti contemporanei tra le parole che compongono l’opera e che dovrebbero farci riflettere sui temi universali.
Da dieci anni il Premio Cairo è una realtà che cavalca l’onda del successo con la sua capacità di trasformarsi, di evolversi, di ampliarsi, non più sola figurazione, ma anche la scultura, videoarte, fotografia e arte digitale. E’ un Premio in grado di dialogare con il pubblico, di recepire le istanze del mondo contemporaneo, di interagire con i giovani artisti ai quali si rivolge dandogli, fiducia, offrendogli stimoli e concrete possibilità per assaporare sulla propria pelle tutte le sfaccettature e l’intera complessità del mondo artistico.
In mostra anche i vincitori delle scorse edizioni da Luca Pignatelli (Prima edizione, 2000) ad Alice Cattaneo (Nona edizione, 2008), una mostra – scrigno allestita con cura all’interno di uno spazio espositivo articolato per dare valore al potere evocativo delle opere. Un dialogo fra i linguaggi espressivi di nove talenti che il tempo ha consacrato certezze e non fenomeni dell’Arte.
Per questa edizione venti artisti, venti espressioni diverse ma uguali nell’emozione di vivere il Premio Cairo come l’inizio di una promettente carriera, è questo che traspare dai volti tesi e sorridenti degli artisti, quasi sempre vicino alla loro creatura come Mattia Barbieri che c’è la presenta così: << è un’opera del 2008 dal titolo “Mirella ti amo” è un’omissione visiva di alcune lettere, infatti, il titolo è presente ma non si vede completamente anche se è abbastanza evidente nonostante sia scritto in rosso ed irrompe nella superficie pittorica. Sostanzialmente quello che nel mio lavoro è importante è il sapore della pittura che deve emettere delle vibrazioni di eroicità, emozioni forti che affiancano il pensiero che nasce nel fare il lavoro >>.
Sogni e progetti s’incrociano, e nel futuro di Barbieri? << finire l’Accademia di Brera e poi residence d’artista all’estero, sicuramente Berlino, per portare avanti quello che ho iniziato >>.
Sorsi di figurazione annaffiata da calici di ottimo vino, elementi di provocazione prosciugati da commenti in bilico tra convinzione sentimento e tra un saluto e l’altro l’ottimo figurativo di Buremi, Carruba, Ferioli quasi lirica, Pirovano quieta inquietudine…
Ma cosa significa per un artista essere presenti al premio Cairo? Sara Magli ci risponde così: <<, Un soddisfazione, una sorpresa, comunque un traguardo. L’importante è raggiungere la sensibilità della gente. Il mio è un lavoro sulla dislocazione, sull’ansia, la paura, lo smarrimento della nostra generazione anche all’interno delle nostre città che sono sempre più delle costruzioni di muri e di confini, piuttosto che di dialoghi.>>. Pezzi di storia che s’incrociano nelle sue opere fotografiche . Per Lamberto Teotino invece essere tra i protagonisti della decima edizione del premio: << è una forma d’orgoglio, un coronamento di tanti sacrifici che ho fatto e sono contento di essere qui. Vorrei che le “mie cose” possano rimanere col tempo, non solo nel contemporaneo, ma fra molti anni vorrei che ci fosse ancora la vita nelle mie cose, vorrei dare un contributo culturale >>.
Una festa dell’Arte nella quale le divergenze di opinioni sono le bollicine che rendono frizzante un buon prosecco con il quale brindare al sogno che veste l’Arte con il Premio Cairo e che proprio l’editore Urbano Cairo ha fortemente voluto nel 2000 per valorizzare la giovane arte italiana e al quale chiediamo un commento a caldo sull’opera vincitrice: << è un’opera con una frase molto d’impatto e spero che gli elementi di preoccupazione racchiusi in questa frase non rappresentino poi la realtà >>. Una frase importante con il rischio che si politicizzi? << No, questo non dovrebbe essere. Secondo me, l’opera deve essere considerata come un momento sulla visione della realtà che ha avuto Pasolini prima e non necessariamente è quello che pensano tutti >>. Tutti i risvolti delle grandi emozioni: possiamo dire che Urbano Cairo da dieci anni investe nelle emozioni? << Si, ma anche da prima… >> e le trepidazioni di vincitori e vinti continuano a trionfare di anno in anno.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
( 24/10/2009)
Immagine:
Pier Paolo Pasolini, 2009 lettere in acciaio inox lucido (30 gr) tagliate al laser
di Marzia Migliora.
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