Correggio

 

 

 

Correggio le cupole della Cattedrale e di San Giovanni

e l’emozione sale sempre più in alto fino a toccare il Paradiso

 

 

CorreggioParma08Parma – A Parma la luce del Correggio. Nel centro storico della città, la più ampia ed organica monografica che sia mai stata dedicata ad Antonio Allegri detto il Correggio, dal paese natale; un percorso che si snoda, fino al 25 gennaio 2009, trala Galleria Nazionale,la Camera di San Paolo,la Cattedrale ela Chiesa di San Giovanni Evangelista.

Parma e i suoi luoghi, spazi dilatati nella profondità di un’emozione dipinta tra il sacro e il profano. Ninfe, Madonne, amori di Giove e assunzioni in Cielo avanzano dai dipinti, irrompono nei disegni, dimorano sugli affreschi, tra le pieghe morbide del marmo e la luce nascente dal colore. Una genialità sconvolgente, innovativa, riconosciuta e ammirata dai più grandi maestri del Seicento.

Mai come in questo caso, le forme di una città combaciano perfettamente con le forme di una mostra, mai come in questo caso l’ideale della mostra è l’incarnazione dell’ideale artistico della città: Correggio e i suoi capolavori. Un amore iniziato sin dal suo trasferimento, nel 1523, in una casa dei monaci benedettini sita nell’attuale Borgo del Correggio.

L’esposizione curata da  Lucia Fornari Schianchi ci proietta dentro la storia dell’Arte, una musica per i sensi avvolti in un flutto continuo di rimandi timbrici, di modulazioni chiaro scurali, di rimandi architettonici e giochi prospettici Dalle sale della Galleria Nazionale della Pilotta, dove troviamo le opere giovanili e della maturità – “Riposo durante la fuga in Egitto”, “Deposizione di Cristo”, “Madonna Campori”, “San Gerolamo”, ecc. affiancate alle opere dei grandi maestri di riferimenti quali Leonardo, Costa, Garofano, Dosso – alla Camera della Badessa Giovanna da Piacenza nel Convento di San Paolo, con la sua volta ad ombrello trasformata in un accattivante bersò; tema centrale l’ospitalità e l’accoglienza al quale partecipano schiere di personaggi mitologici e putti guidati da Diana verso una battuta di caccia. Il rito pagano si trasforma con Correggio in un elegante illusione marmoria, un capolavoro assoluto che spinge molti critici a pensare ad un suo viaggio a Roma che gli avrebbe consentito di aggiornarsi sulle novità proposte da Raffaello e Michelangelo. Ma Antonio Allegri nato a Correggio intorno al 1489, formatosi a Modena, poi a Mantova, dove subì l’influenza del Mantegna, e probabilmente recatosi anche a Milano, attratto dalla forza magnetica del celebrato Cenacolo di Leonardo, secondo il Vasari, non avrebbe mai conosciuto nessuna della grandi capitali dell’arte rinascimentale quali Roma, Firenze e Venezia.

Discussioni e tesi intorno alla formazione che passano in secondo piano dinanzi alla sue opere perché ritrovarsi dentro il Correggio è uno struggente lirismo avvertito fin dentro l’anima, è una comunione dei sensi che riporta alla “poetica degli affetti”, una materica tensione veicolante il profumo della dolcezza, della grazia, una tavolozza di sensibilità elevata nella potenza della luce, una evaporazione di sentimenti che accarezza i corpi femminili dall’incarnato morbido, caldo, perlaceo.

Correggio_Cupola_San_GiovanniCorreggio, Parma e le cupole della Cattedrale e di San Giovanni, l’emozione sale sempre più in alto fino a toccare il Paradiso.

Per l’occasione sarà possibile salire sino alla cupola, ritrovandosi a tu per tu con il Correggio. 144 scalini d’impalcatura e Correggio penetra nella nostra esistenza così sicura e pure così fragile nel suo intimo svelato dall’Arte. D’improvviso il sensibile è un eterno pulsare, un perpetuo movimento cosmico al di la del tempo, una spirale, un’illusione ottica, una danza acrobatica per gli occhi, per la mente per lo spirito elevato adesso più che mai ad un’altezza vertiginosa che lascia senza fiato e che rilascia la luce del Correggio nel riflesso della nostra teneramente celata. Venticinque persone per volta potranno apprezzare ( anche servendosi dell’ascensore)  da vicino questi due straordinari capolavori illuminati dall’architetto Vittorio Storaro,  effetti mitigati, morbidi, mai tagli netti per permettere una visione radente e calda, un’atmosfera impossibile da realizzare in precedenza con l’uso dei fari posizionati dal basso.

Con la  cupola di San Giovanni Evangelista(1520-1521), che raffigura il passaggio di San Giovanni in Cielo accolto da un Cristo che scende con movimento verticale, Correggio invade, infrange, capovolge le regole dell’architettura , una rivoluzione che si concluderà quando nel 1526, l’Allegri inizia la sua più grande impresa, nella cupola della Cattedrale, con la creazione di un illusorio “Paradiso”. Spazio reale, spazio virtuale, spazio della rappresentazione tutto è uno, tutto è inglobato dalla pittura e il tamburo diventa un parapetto a cui si affacciano gli apostoli. Il tema dell’affresco è “L”assunzione della Vergine”, l’architettura si piega, quasi scompare lasciando il posto al Paradiso sul quale ascendela Vergine. Untripudio, un vortice sensuale di angeli, santi e profeti tra nuvole violacee rigonfie di creatività portata all’estreme conseguenze. La sua opera è troppo rivoluzionaria i frati non la comprendono e le loro critiche portano il maestro ad abbandonare la città. Ritorna a Correggio dove trascorre gli anni prima della morte, che lo coglie all’ improvviso nel 1534, dedicandosi ad una serie di tele di carattere mitologico e profano, racconti visivi sull’Amore ispirati dalle Metamorfosi di Ovidio.

Questa mostra, che non può essere considerata un evento da copertine patinate, è una pagina di storia culturale, un gesto del sapere universale per l’apprendimento e la comunicazione tra gli esseri, un atto di conoscenza attraverso l’Arte ed i suoi protagonisti.

Ma……..se un grosso ma si aggirasse come lo spettro di una negligenza del comitato scientifico che non ha saputo valutare con occhi competenti l’autenticità di un capolavoro attribuito al Correggio? Vittorio Sgarbi sembra aver individuato un falso tra i dipinti esposti in  mostra e annuncia di rivelare, fra qualche giorno, il nome dell’autore del falso Correggio, un artista padano vivente. Chi sarà assunto in gloria e chi desunto dagli onori?   

di Antonella Iozzo © Produzione riservata
22/09/2008

 

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