Donato Lotito
Scati d’autore, fotografo d’emozioni
L’obiettivo ferma un momento della realtà, del vissuto quotidiano o straordinario
Donato Lotito la vita nel reale della fotografia. Discreto, riservato, sincero davanti e dietro l’obiettivo racconta. l’emozione del fuggevole, con sentimento, istinto e sensibilità artistica. Un corollario di armonia tra parole e scatti d’autore.
Donato Lotito fotografo di emozioni. Come e quando è iniziato il suo percorso artistico?
L’arte in tutte le sue espressioni, mi ha sempre affascinato e coinvolto, l’ammirazione per le opere d’arte e per i loro autori è sempre stata forte. Credo che l’interesse si sia accentuato seguendo un corso di storia dell’arte con la mia insegnante di educazione artistica durante le scuole medie. Era così affascinante il suo modo di raccontarci le opere d’arte e le storie ad esse legate che era difficile non farsi coinvolgere. Lo studio delle opere d’arte comportava anche l’applicazione pratica delle diverse tecniche esaminate e credo che questi stimoli abbiano determinato i miei esordi artistici.
La sua prima opera?
Come mia prima opera, intendo un dipinto ad olio su tela, che per me era il non plus ultra. E’ nata come sfida lanciatami, all’età di quattordici anni, da un’amica pittrice. Mi aveva visto dipingere all’aperto, appoggiato sul davanzale di una finestra che fungeva da cavalletto, un pannello in legno su cui raffiguravo, con dei colori ad olio regalatemi da mio padre, una natura morta. Secondo il parere di Rita, questo è il suo nome, i dipinti più belli si potevano fare soltanto su tela. Allora il giorno dopo mi ha regalato una tela, una boccetta di olio di lino e alcuni pennelli, proponendomi di dipingere il classico vaso di fiori degli esordi. Dopo qualche giorno il risultato la sorprese, tanto da invitarmi a casa sua a dipingere con lei.
Come nasce una sua opera?
Ogni opera d’arte ha una sua storia ed un suo destino. Generalmente è l’istinto a fare la parte del leone. L’istinto, inteso proprio come impulso ad agire, successivamente intervengono le scelte estetiche e personali. Mi faccio facilmente attrarre e coinvolgere da tutto ciò che mi circonda. Lascio che l’immagine o la scena dalla quale sono attratto penetri dentro di me e metabolizzi per poi riuscirne come nuova evidenziata dalle emozioni e dalle sensazioni che ha suscitato in me. Una sorta di interazione continua con l’ ambiente, senza obiettivi particolari.
Bianco e nero ma anche colori intensi, da cosa dipende la scelta?
La scelta è dettata dall’analisi del soggetto o della scena, ma anche da fattori psicologici ed emotivi.
Cosa trattiene una foto e cosa rilascia?
La fotografia o l’immagine in genere, trattiene un attimo che altrimenti, come la maggior parte degli attimi delle nostre azioni, finirebbe nell’oblio e, rilascia l’emozione di quell’attimo rinnovandolo di volta in volta.
Ritratti, città, luoghi, la storia si racconta anche attraverso la fotografia. Le sue cosa raccontano e come colgono il segno del momento che stiamo vivendo?
In questo periodo di incertezza sociale, in cui si stanno ridiscutendo i principi ideali, morali e civili che hanno caratterizzato l’Italia nei secoli, il mio intento è quello di evadere da una realtà inquieta per trasferirmi in un mondo dove a prevalere sia la bellezza dell’anima delle cose o dei soggetti ritratti.
L’obiettivo ferma un momento della realtà, del vissuto quotidiano o straordinario. Il rischio è che dietro l’obiettivo si possa non cogliere l’emozione, l’anima dell’avvenimento. Si potrebbe essere troppo presi dalla smania dello scatto tecnicamente perfetto o apprezzabile, tanto da ignorare ciò che lo ha generato.
Spesso si sente che la fotografia non è una forma d’Arte. Sono solo voci fuori dal coro, concezioni ormai superate?
Nella storia dell’arte, soprattutto americana, la fotografia è arte. Nei paesi europei in realtà, la fotografia non è molto apprezzata come forma d’arte, se non in casi eclatanti in cui l’immagine fotografica è inequivocabilmente attraente. Tuttavia è sempre più frequente assistere a mostre d’arte in cui la fotografia è protagonista. Ritengo che non sia il mezzo utilizzato a determinare se l’opera prodotta si possa definire Arte o meno, ma ritengo che l’accento va posto sull’opera prodotta e sulle sensazioni che essa trasmette.
Dove risiede l’anima artistica di una fotografia?
L’anima artistica è nel saper cogliere l’attimo, nell’ assimilarlo, interpretarlo, trasmetterlo agli altri per condividerne le emozioni.
Se dico ricordo, memoria, fotografia …
Con i mezzi tecnici e tecnologici che la società moderna ci offre, indubbiamente la fotografia è il mezzo ideale per fermare il tempo, cristallizzare i ricordi, per documentare la storia per immagini, trasferirli nel tempo, e poterne fruirne agevolmente.
Quando inizia la “storia” di una fotografia?
La storia di una fotografia inizia nel momento dello scatto. Fermata l’immagine sulla pellicola o sulla scheda SD inizia il suo destino che può essere brevissimo o eterno.
Qual è l’effetto sentimento nelle sue foto?
Nei miei scatti cerco soprattutto l’approccio sensibile più che quello scientifico. L’intento è di cogliere quella linea sottile che separa il visibile dall’invisibile.
L’ideale in una foto? E la foto ideale?
L’ideale in una foto è quello di essere di facile lettura da parte di chi la osserva. Quanto alla foto ideale credo che sia soltanto legata all’intento del suo creatore.
Le sue passioni?
Le mie passioni sono legate all’arte in tutte le sue manifestazioni, teatro, cinema d’autore o in costume, musica e rappresentazioni operistiche .
Progetti per il futuro?
Ho molte proposte per il futuro e richieste di collaborazione con alcune gallerie d’arte. La speranza e che riesca a realizzarne almeno alcune e di essere apprezzato dai fruitori delle nuove forme artistiche.
Donato Lotito in tre aggettivi
Determinato, testardo, volubile.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
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