E lucevan le stelle sulla dolce Torino
Itinerari illuminati per toccare
con lo sguardo il fascino della città
Torino – Geometrie di luci e colori abbracciano il cielo di Torino e la città risplende di suggestive creazioni artistiche. Sono le “Luci d’Artista 2010 – 2011” evento clou di Contemporary Art Torino Piemonte .
Una vivace creatività apre le danze e diagonali, ellissi, silhouette, stelle e sfere diventano i fulcri prospettici di un palcoscenico che si anima di sobria eleganza e raffinata signorilità.
Bagliori cromatici in armoniche sequenze mondriane risvegliano la notte e accendono le emozioni in piazza Palazzo di Città con l’opera di Daniel Buren “ Tappeto Volante” una scacchiera di luci bianche, rosse, verdi, quasi un soffitto sotto il quale sognare, scacco matto al giorno grigio appena trascorso.
Volti nella folla, sui quali il riflesso di una decorazione tratteggia il piacere di passeggiare tra le vie del centro, si scambiano battute e si ritrovano con il naso all’insù per ammirare un panorama unico e suggestivo. Note di colore e nastri di luce quasi design sotto le stelle con Francesco Casorati e la sua opera“ Volo su..”che libra linee nell’aria, voli d’uccello nella lunghissima via Garibaldi o come le più tradizionali decorazioni di Giulio Paolini “Palomar”, in via Po, ma non meno effervescenti, quasi un allegro con brio che ridona nuova leggerezza alla maestosità del centro.
L’immenso s’illumina e lo spazio ritrova la bellezza di vivere il tempo nella profondità del blu. E’ quella che si respira all’interno della Galleria Subalpina, dove troviamo l’opera di Marco Gastini “L’energia che unisce si espande nel blu”, un angolo di cielo, una volta sublimata da intensi toni cromatici rischiarati dal blu.
Luci d’artista su Torino, linee morbide, geometrie in curva, leggerezza cosmica e seduzioni in rosso con silhouette di anime protese in un dolce sussurro che si arresta dolcemente sulle labbra: nasce l’abbraccio alle nostre sensazioni, ai nostri pensieri che sembrano migrare dal nostro corpo per ricomporsi nell’altro in “Noi”, l’opera di Luigi Stoisi di via Roma.
La fantasia galoppa e inscenare sul fondale della notte una composizione visiva di grande fascino trasforma la materia della luce in percorsi stellati che disegnano il “Planetario” di Carmelo Giammello in via Pietro Micca.
Sculture luminose come esperienza estetica, come passione che trascende e si ricompone in essenzialità, come arte che rimane mentre, Palazzo Madama, Palazzo Reale ed i portici che contornano Piazza Castello, scompaiono al caler della sera inghiottito dal buio. Su questa monocromatica visione s’illumina l’opera di Tobias Rehberger “My noon”.
Itinerari illuminati per toccare con lo sguardo il fascino di una città che rilascia emozioni sotto forma di vitalità culturale, che racconta favole con parole che illuminano il nostro camminano e ci inducono alla riflessione nel rumore della città, così via Lagrange si presenta ai nostri occhi. Una fiaba da leggere passo dopo passo e riscoprire la bellezza di perdersi con “Luì e l’arte di andare nel bosco “ per poi ritrovarsi più sereni e più vicini alla percezione estetica di Luigi Mainolfi.
Romantiche impressioni come petali avvolti nel respiro della notte e quando gli occhi del buio alzano le palpebre una melodia risuona nei bagliori soffusi del “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime” l’opera di Nicola De Maria a piazza San Carlo, una delicata corolla, un calice di estasi profusa nelle probità dell’intimo.
Ma l’ atmosfera di Piazza San Carlo, si rivela a poco a poco, sinuosamente, inducendoci nella dolcezza di un luogo dove stile, professionalità e qualità s’intrecciano fin dal 1836, è la confetteria Stratta , caffè storico d’Italia, sinfonia di fragranze che inebrino il palato, e suggellano da sempre gli eventi più importanti, semplicemente una storia di tradizione nella storia d’Italia, memorabili le ordinazioni di Cavour che prendeva letteralmente per la gola gli ambasciatori di tutta Europa. Qui, ieri come oggi, si respira l’essenza della cortesia e della cordialità, qui l’Arte lascia lo spazio della sospensione metafisica per ricomporsi in materica essenza del gusto. Tutti i cinque sensi sono coinvolti, gli occhi spogliano le caramelle ed i coloratissimi fondants con la goccia, l’udito percepisce una melodiosa sonorità che evocano le striature dei marrons glacès e la sontuosità della crema gianduja, il tatto sfiora delicatamente la morbidezza degli irresistibili cioccolatini, l’olfatto si perde nelle gallerie aromatiche che conducono alla frutta caramellata, sorvolando i sorbetti, ed infine il gusto s’inebria nell’apoteosi del Bicerin, fluido, caldo, avvolgente, tepore che filtra le recondite vie dell’universo corporeo fin quando sulle nostre labbra uno smagliante quanto sensuale sorriso disegna un grazie per l’intensa esperienza sensoriale, un appagamento pr la mente e per lo spirito. Contatti che si sfiorano e ci sfiorano in una città che pulsa nel cuore caldo dell’inverno.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
25/11/2010
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