Eugenio Vignali
Urban Insight- Immagini dell’inconscio metropolitano
L’instabilità del mondo contemporaneo viene così costruita dall’artista con un’elaborazione mentale che affonda nelle pieghe della realtà per poi emergere grondante d’emozione
a cura di Antonella Iozzo
Storico contemporaneo. Sulla pelle della città i cedimenti dell’apparire rivelano l’essenza metropolitana. Incontri di situazioni al limite del conflitto convivono nella fascinazione creativa di Eugenio Vignali, in mostra su Bluarte Virtual, con “Urban Insight- Immagini dell’inconscio metropolitano”. Un eterno quotidiano da sfogliare come pagine di vita adagiata nello spazio dell’uomo, metafora o metamorfosi della ricerca artistica di Vignali. Dietro l’obiettivo la forma del sensibile, davanti ai nostri occhi l’informe del reale, migrazioni di idee che interagiscono sull’immagine fotografica con allusivi elementi artistici, un’arte – pensiero che comunica riflessioni prospettiche nella messa a fuoco di un concetto dilatato in immagine. “Urban Insight – Immagini dell’inconscio metropolitano” un’analisi introspettiva della modernità archiviata tra la mutevolezza delle epoche, oltre i confini della mente. Territori sull’orlo dell’isolamento mentale compongono visioni umanistiche, paesaggi urbani al termine del sogno. Segni, simboli, tracce, come fantasmi nostalgici, tra il cuore e la macchina fotografica, urlano silenziosamente gioie e dolori dell’umanità, sentimenti derivanti dall’eterno viaggiare degli uomini. Un viaggio ripreso da Vignali nella sua più vera autenticità, occhio al dettaglio, anima nella bellezza emblematica del significato intrinseco. L’immagine fotografica, ovvero lo stato delle cose, di conseguenza, subisce un’alterazione di coscienza e sospinge lo spettatore nell’evento “irreale” precipitato nella vita reale, è l’effetto soglia, una risoluzione estetica, una rappresentazione non dell’invisibile ma del visibile nascosto, che si rivela solo ad uno sguardo analitico. Caotiche città, vortici urbani, graffi sulla moralità, strappi sulla società, paesaggi urbani, insomma, dove ogni presenza parla dell’assenza che abita l’uomo. Scritte, forme, elementi visivi ed elementi verbali costituiscono conversazioni negate in fraseggi articolati, gesti intuitivi ma traditi dal seme della verità, scansioni ritmiche e cromatiche in cui la parola spezzata, frammentata, denudata, si carica di suggestioni simboliche. Sono testimonianze di realtà tangibili riprese da scatti fotografici, sono scenografie di città interiori cancellate dal presente futuribile e restituite alla vita attraverso il filtro dell’estro artistico. Un frammento discorsivo, sospeso in un luogo alieno al tempo e allo spazio, è catturato dallo sguardo di Vignali come momento liquido della storia, momento estratto dal presente e restituito all’uomo in una fluttuazione di percezione sensoriale. Sul supporto allora, compaiono scene che conservano un passato smembrato in materia inanimata, un’illusione ottica derivata dagli inquadramenti di particolari, zoom delle pulsioni del mondo, sostanze viventi che continuano a veicolare la loro lancinante espressività, una performance teatrale, un luogo dei sensi capace di mettere in evidenza la realtà e le sue contraddizioni. Vita contemporanea nei labirinti metropolitani, luoghi costruiti dall’uomo e in cui adesso dimora la solitudine, il vuoto esistenziale, preludio di un frangente di tempo fissato nell’eternità dello scatto. Una riflessione che nasce dalla visione, investe l’evento e lo permuta in forma, e tra il concepire e il fare di Vignali la corrispondenza estetica diventa coscienza della sua ricerca artistica. Strumento e propulsione creativa, pensiero e realizzazione, realtà e rappresentazione, interpretazione e impressione, vale a dire sintesi e antitesi di queste particolari opere fotografiche. Fra identità e trasformazione, quindi, la pelle della verità ritratta dallo scatto porta in scena lo spazio urbano con le sue alienazioni e le mode del momento. Il senso dei luoghi, infatti, in “Urban Insight” edifica forme astratte dell’assoluto esistere, variazioni sulla volubilità dell’animo umano, possibili immagini per immaginare altri tempi del loro esistere. Archivi di memoria, finestre che si aprono sulla città, sul suo vissuto, portando addosso impeto e leggerezza, pathos esasperato e calma apparente, un equilibrio atto ad esprimere violenze sociali e irruenze morali in una verità non artistica ma umana. Dinanzi a noi tracce di vita passata che avanzano come comparse tra le rovine di un palcoscenico, l’atmosfera è impregnata di ricordi, in un attimo il riverbero della “Sinfonia degli Addii” ci sfiora l’anima, è la vita dal suo interno. Vignali ne ha percepito il senso, la forza, l’origine ed ha riportato in superficie la profondità della sua evoluzione, l’infinito nel finito, il momento impresso nell’immobilità dell’opera. Spazi intimi spogliati dell’io respirano l’aria densa di contrasti, una nudità disarmante, una verità lancinante, una corporeità impressa sui manifesti pubblicitari. I nostri occhi, però, non vedono l’epidermide dell’anima, la nostra sensibilità non sente il grido primordiale privato dell’immenso, lo stesso che sorvola le immagini di Vignali, narrazioni che scorrono come un letto di fiume straripato nei vicoli bui delle metropoli. L’instabilità del mondo contemporaneo viene così costruita dall’artista con un’elaborazione mentale che affonda nelle pieghe della realtà per poi emergere grondante d’emozione. Perché come si potrebbe fotografare l’emozione della realtà, se non vivendo il sentimento dell’essere nella forma sfuggente dell’esistente? Solo così dove la vita sembra fluire senza scosse, mentre il reale escluso dalla realtà scorre placidamente la sua inquietudine nutrita dall’ Urban Insight – Immagini dell’inconscio metropolitano. di Antonella Iozzo © Produzione riservata Curriculum Era il 1982, e nella magia della laguna scopre il fascino di esplorare il mondo attraverso le lenti di un obiettivo facendo del mezzo fotografico il suo terzo occhio. Da allora, pur divenuto consulente aziendale, non ha mai smesso di fermare sulla pellicola ciò che colpiva il suo sguardo con l’unico scopo di rivivere all’infinito quella stessa emozione attraverso l’immagine catturata. Celebra dunque Venezia in tutte le stagioni e realizza reportage sul Carnevale di Venezia, passando poi a immortalare le meraviglie della natura delle Dolomiti, e il paesaggio urbano delle città italiane e straniere che visita ed abita per lavoro. Ha di recente affiancato alla reflex una macchina digitale, ed ha aggiunto alla fotografia tradizionale l’immagine ritoccata e rielaborata con Photoshop. Questa ultima contaminazione tecnologica gli ha permesso di varcare la soglia dell’astrattismo con risultati sorprendenti, ispirati dalla profonda sensibilità espressiva che trova, nell’occhio allenato prima, e nella padronanza tecnica poi, i perfetti strumenti di concretizzazione. Negli ultimi anni ha deciso di dedicare alla sua espressività artistica tutto il tempo e l’energia che merita esponendo le proprie opere in mostre e contesti espositivi individuali e collettivi, riscuotendo un generale apprezzamento della critica e del pubblico. RECENTI ESPOSIZIONI Articoli correlati: Intervista a Eugenio Vignali |
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