Palazzo Carignano
I fasti, la storia , il Risorgimento Italiano
Uno scrigno dove sono nati Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II
Torino – Dopo oltre mezzo secolo ed un lungo restauro, curato dall’architetto Salvatore Simonetti, sono di nuovo accessibili gli Appartamenti di Palazzo Carignano, il barocco veste la suggestione.
Inserito tra i siti dell’Unesco, è infatti uno dei capolavori del Barocco europeo, progettato nella seconda metà del Seicento, dal modenese Guarino Guarini, su commissione di Emanuele Filiberto di Savoia Carignano, colto principe di un importante ramo collaterale dei Savoia . Uno scrigno dove sono nati Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II.
Palazzo Carignano: i fasti, la storia , il Risorgimento Italiano. Non dobbiamo dimenticare infatti che dal balcone su piazza Carignano il 13 marzo 1821 Carlo Alberto concesse l’effimera costituzione detta appunto del ‘21, due mesi dopo la firma dello Statuto.
Sinuosamente, tra le morbide curve del palazzo, il nostro occhio percorre ellissi perfettamente simmetriche e scopre i pieni e i vuoti della politica dei decori e delle feste.
E’ un’affascinante percorso durante il quale scopriamo l’Appartamento dei principi o l’Appartamento di Mezzogiorno, famoso per lo splendore delle boiseries e degli specchi che rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte, in perfetta corrispondenza geometrica del primo, lo studio del conte di Cavour, lo scalone monumentale, due scale ricurve e simmetriche con gradini prima concavi poi convessi, attraverso il quale un rapido colpo d’occhio coglie il Parlamento Subalpino, primissimo parlamento italiano. Qui tenne la sua prima seduta la Camera dei deputati mentre Carlo Alberto combatteva le battaglie della prima guerra di Indipendenza sui campi della Lombardia e del Veneto.
Un salone delle feste, quindi, allestito con un emiciclo di banchi per i deputati ma con l’Unità, fu necessaria una nuova sede per i 443 deputati del Parlamento italiano. Verrà dunque adibita nel cortile di Palazzo Carignano un’aula provvisoria in legno, utilizzata fino al trasferimento della capitale a Firenze nel 1865. La grandiosa aula realizzata nell’ampliamento ottocentesco del palazzo, oggi sede del Museo del Risorgimento, non fu mai utilizzata, i lavori terminarono dopo il trasferimento.
Ma torniamo agli ambienti restaurati: decisamente essenziali e semplici i sotterranei accessibili grazie alle le scale elicoidali che danno su piazza Carignano e da sempre chiuse al pubblico.
Gli appartamenti del palazzo sono stati interamente affrescati da Stefano Maria Legnani detto il Legnanino, (1661-1713), di cui è possibile ammirare una raffinata mostra fino al 26 giugno proprio nei saloni del Palazzo, ideata e curata dal Soprintendente Edith Gabrielli.
Una mostra che raccoglie una trentina di opere, provenienti da chiese, palazzi e musei di tutta Italia. Opere affiancate dai lavori di altri pittori suoi contemporanei, come Carlo Maratta, presente con tre capolavori ricordiamo “Fuga in Egitto di Sant’Isidoro”, Andrea Pozzo, Daniele Seiter.
Pittore lombardo formatosi tra Milano, Bologna e Roma, Legnanino vive il suo tempo e subisce le influenze dei contemporanei, del Correggio, di Reni, del Carracci. Le pennellate della sua prima pala d’altare per la chiesa trasteverina di San Francesco a Ripa, esposta in mostra, vibrano di tali armonie.
Il Legnanino che a Torino aveva già lavorato nella Cappella dei Mercanti, venne chiamato ad affrescare le volte di questo splendido gioiello, Nell’Appartamento dei principi dipinse l’Allegoria di Giunone e l’Apoteosi di Ercole rispettivamente sulla volta della Sala delle Battaglie e della Sala delle Stagioni. Vortici angelici che ricordano ancora una volta Correggio e la cattedrale parmense, poi drappi e giochi di profondità.
Le pareti originariamente rivestite di cuoio dipinto e dorato e arazzi, successivamente vennero ricoperte di specchi e boiseries intagliate e dorate da abilissimi scultori, intagliatori, stuccatori e indoratori come Michele Crotti, Cesare Neurone, Francesco Borello. Sale di Palazzo tra cui la Camera da letto e l’Ufficio di Cavour che conobbero una nuova orchestrazione decorativa nell’Ottocento e che hanno mantenuto un ottimo stato di conservazione anche perché quando Palazzo Carignano passò, nel 1832, al Demanio, l’Appartamento dei Principi rimase chiuso e nelle disposizioni della Casa Reale .
Nell’Appartamento di Mezzanotte sono visitabili solo due sale, anch’esse affrescate da Legnanino, il resto è occupato dagli uffici della Soprintendenza. Gli altri ambienti poi, atrio, vestiboli, corpo di guardia, scale ellittiche, salone ipogeo sono la migliore visone dell’architettura guariniana, sorprendentemente barocca, realisticamente teatrale.
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(12/05/2011)
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