Vienna, Museo del suono, un luogo dove ascoltando i sensi scopriamo la Musica nella sua totalità e dove la storia si coniuga al futuro.A passo di valzer giungiamo al secondo piano dove ci accoglie Sonosphere: il il senso del suono…
di Antonella Iozzo
Vienna – Vienna, la città della musica, ci meraviglia e ci sorprende con un luogo dove la musica si vede, si sente, si respira. È un’emozione che cammina lungo la percezione, è Musica che racconta se stessa attraverso la sua naturale essenza: il suono.
Stiamo parlando del Museo del Suono, situato nell’antico palazzo Erzherzog Karl in centro storico residenza dalla metà del diciannovesimo Secolo del compositore viennese Otto Nicolai la cui opera “Le allegre comari di Windsor” è ancora oggi uno dei titoli più conosciuti.
Otto Nicolai è fondatore dell’orchestra della Filarmonica di Vienna; la Wiener Philharmoniker ed in questo luogo hanno sede il museo e gli archivi storici dell’orchestra. La casa a partire dal ventesimo secolo è stata ricostruita più volte e utilizzata in diversi modi fino al restauro del giungo del 2000, quando è stata inaugurata la Casa della Musica, esperienza unica del mondo musicale.
Ogni giorno, fino alle ore 22, il museo invita ad esplorare il mondo dei fenomeni sonori e musicali. Un viaggio attraverso paesaggi sonori che dipingono i grandi momenti della tradizione musicale viennese e la storia dei più grandi musicisti e compositori di tutti i tempi. Un’esperienza sensoriale e percettiva che abbraccia mondi reali e virtuali e stimola lo sviluppo della creatività musicale.
Vienna e la musica, un rapporto, profondo, aperto, proiettato verso il futuro, qualità che le hanno permesso di guardare e pensare alla musica, in modo nuovo trovando approcci non convenzionali, la musica dodecafonica di Arnold Schoenberg e Anton Webern è solo uno dei tanti esempi.
Il Museo, grazie al lavoro di un team di esperti, esprime in pieno il carattere di Vienna, città pioniera in termini di musica, coinvolgendo il visitatore in un’esperienza completamente nuova e diversa da quella che offre normalmente un museo dedicato alla conoscenza della musica classica.
Particolarmente importante è l’interazione tra produzione del suono naturale e quello elettronico, tra analogico e digitale sviluppato grazie alla collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology che ha concepito nuovi metodi ludici come le installazioni interattive affascinante stimolo per i visitatori come la Virtostage un allestimento multimediale e interattivo dove i visitatori, muovendosi di fronte allo schermo, possono intervenire nello svolgimento dell’opera “zeitperlen” la musica è suonata da membri dell’orchestra dei Wiener Philharmoniker, mentre la voce è prestata dalla diva dell’opera Natalia Ushakova. Suono e immagini si fondono insieme ed ogni volta creano una nuova opera d’arte totale. Anche i bambini hanno a disposizione una propria “virtostage” che propone il “concerto dello zoo” con il coccodrillo che canta il blues, la rana che balla la polka e il millepiedi che fa il tip tap.
Un’altra installazione è Namadeus, ispirata al gioco musicale di Mozart in cui i nomi sono trasformati in un’originale interpretazione mozartiana. C’inoltriamo nella realtà di un sogno chiamato Musica, e la nostra visita ha inizio. Al Piano Terra la musica affiora dalle mani di artigiani capaci di dar anima agli strumenti come il liutaio Anna Hohenegger che qui ha il suo laboratorio.
Nei saloni ex Palais del primo piano, invece, troviamo il Museo della Filarmonica di Vienna, ovvero i Winer, orchestra dal suono unico che presenta la sua storia, attraverso, premi, CD, partiture e attrazioni interattive come il “Waltz-Dice-Game” e “Experience Concerto di Capodanno”, che mostra, con un’eccellente la qualità delle immagini, i punti salienti del famoso Concerto di Capodanno.
A passo di valzer giungiamo al secondo piano dove ci accoglie Sonosphere: il senso del suono, la sua percezione, la sua intima influenza su di noi incomincia con la “corsa prenatale sensoriale” ed i visitatori rivivono la loro prima esperienza musicale in età fetale.
Proseguiamo inoltrandoci nell’Instrumentarium, dove scopriamo larger-than-life , la voce come strumento musicale più naturale. Un lungo corridoio ci conduce alla Polyphonium, un luogo dove l’eccellenza del suono surround culla il relax. Perfezione e professionalità, una festa per l’udito che prosegue la sua escursione nella Galleria del suono, dove vivremo esperienza di ascolto unica grazie alle più recenti tecniche miste tra installazioni multimediali, elementi espositivi speciali e simulazioni al computer. Una felice combinazione di tecnologie innovative in cui rumori e suoni appartenenti a microcosmi e macrocosmo, tra l’ambiente e il corpo umano sono ascoltati prima singolarmente, poi mescolati con la propria voce e con melodie ben note sono registrate su un CD con la macchina Evolution.
Il Terzo Piano è dedicato ai grandi maestri della tradizione musicale viennese. Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Johann Strauss, Gustav Mahler, la Seconda Scuola Viennese di Arnold Schönberg, Alban Berg e Anton Webern sono tra i musicisti che hanno reso Vienna capitale mondiale della Musica. Una reputazione modellata dal genio musicale di questi compositori qui introdotti nel loro ambiente contemporaneo attraverso documenti storici, modelli, costumi, impianti moderni e oggetti personali.
È come camminare sul tappeto sonoro della storia, è come avvertire le pulsazioni d’impalpabili presenze musicali, è come se ogni nota scritta, ogni spartito vibrasse del sentimento del suo compositore. Il passato ritorna e ci induce alla riflessione con “Esodo” installazione artistica che ricorda i musicisti costretti in esilio o uccisi durante la seconda guerra mondiale.
E prima di lasciare il terzo piano il Virtual Vienna, un tour virtuale della città, che ci permette di fare una visita ai luoghi di ritrovo musicali in tutta la città entrando anche in alcuni di essi. Un’altra mirabile installazione è “Il conduttore virtuale”, ogni visitatore ha la possibilità di dirigere i Wiener Philharmoniker con una bacchetta elettronica. I musicisti seguiranno la bacchetta del “visitarore-direttore d’orchestra” che indicherà loro, con la bacchetta, il tempo e il ritmo, e saranno felici di premiarci con un applauso. Tuttavia, la pazienza dell’orchestra non è priva di limiti.
Il quarto e ultimo piano ospita “Virto – fase zeitperlen”, una nuova e innovativa opera multimediale e della musica: i nostri gesti si trasformano in strumenti drammaturgici definendo la trama e noi ne siamo gli interpreti, il tutto avviene naturalmente in teatro, abilmente riprodotti, scalinata, platea e naturalmente palcoscenico.
Evocazioni musicali e delizie culinari s’incontrano nel colto e confortevole ristorante Huth im Haus der Musik , con vista sul Duomo di Santo Stefano, e le emozioni non hanno più confini.
(Haus der Musik Seilerstätte 30, A-1010 Wien – Tel. ++43-1-513 48 50 – Fax. ++43-1-513 48 50 48 – |www.hausdermusik.at )
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(29/03/2013)
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