Un mosaico di espressioni intrappolate dall’obiettivo di Guy Le Querrec compongono pensieri e stati d’animo dei più grandi musicisti del secolo passato un percorso che ci conduce nella forza, nel fascino, nel desiderio, nel respiro del vivere suonando. Punti forza del chitarrista gitano Django
di Antonella Iozzo
Torino – “JAZZ De J À Zz” e “Django, Swing De Paris” due mostre andate in scena nei giorni del festival perché jazz passa anche nel suono silenzioso delle immagini.
Emozioni inafferrabili che come la musica, per un breve, brevissimo istante attraversano il viso modificandone l’espressione, saper cogliere quell’istante è come ritrarre il suono nel suo fuggevole soffio vitale. Proiezioni di stati d’animo che compongono la storia del jazz, una storia vista attraverso l’obiettivo e raccontata per immagini. Si potrebbe sintetizzare così la mostra fotografica “JAZZ De J À Zz” di Guy Le Querrec prima assoluta italiana, per il Torino Jazz Festival e allestito presso il Museo di Scienze Naturali della città.
Più di cinquanta scatti del celebre Guy Le Querrec, membro della leggendaria cooperativa fotografica Magnum Photos dal 1977, compongono i fotogrammi di una pellicola che racconta il fuori scena: attese in aeroporti e stazioni, prove, trasferimenti, camerini, stanze d’albergo.
Un mosaico di espressioni intrappolate dall’obiettivo di Guy Le Querrec compongono pensieri e stati d’animo dei più grandi musicisti del secolo passato: da Thelonious Monk, Miles Davis, Ray Charles, Phil Woods, Sun Ra, a Dizzie Gillespie, Nina Simone, Ben Webster, Herbie Hancock, Dexter Gordon e tanti altri. Tempo e spazio sembrano dilatarsi per far emergere l’intensità dell’immagine e il bianco e nero sottolinea ancora di più l’abilità nel riprendere l’evoluzione di una sensazione anche minima e renderla verità indelebile sulla pelle della musica. Un’epidermide sonora e sensibile che si distende nei movimenti degli artisti, che cammina insieme a loro, che varca le soglie dello sguardo e penetra fin dentro il nostro essere, è un vissuto musicale che Le Querrec riesce ad estrapolare in ogni scatto. Il quotidiano entra nell’obiettivo ed esce gesto, dinamica musicale tra le coordinate di una partitura che riporta assoli di regolare cronaca, improvvisazioni sulla scena e battute fuori scena. La magnetica magia che ferma l’attimo per renderlo eterno, è un accordo sonoro che rende alla perfezione l’universo jazz.
L’atmosfera di una realtà jazzistica che ha lasciato il segno continua al Circolo dei Lettori con la mostra multimediale Django, Swing De Paris, organizzata dalla Cité de la Musique di Parigi. Un evento per celebrare l’indiscussa figura artistica a sessant’anni dalla morte.
Torino – Parigi lungo i binari dell’Arte, un percorso che ci conduce nella forza, nel fascino, nel desiderio, nel respiro del vivere suonando. Punti forza del chitarrista gitano Django Reinhardt uno dei più grandi jazzisti europei. Nonostante le menomazioni fisiche riportate. a seguito di un grave incidente, raggiunse il vertice del virtuosismo, sviluppando una tecnica rivoluzionaria. La sua straordinaria maestria strumentale infuocava le corde della chitarra, creando dinamismi, colori, precisione ritmica e calore espressivo.
La mostra, allestita nella Sala delle amache, è una preziosa testimonianza di vita, lettere, spartiti, manifesti, documenti rari che dispiegano il suo rapporto con l’arte, il suo legame infinito con la musica. Un mondo che si spalanca sotto i nostri occhi dandoci la possibilità di entrarci sfiorando il monitor di un computer. Dal reale al virtuale e viceversa avvertendo la pulsione jazz di Django fra le orchestre parigine, la perfezione del fraseggio e le sfumature swing impareggiabili, senza dimenticare i filmati, una storia di umana passione jazzistica.
Torino, i suoi luoghi , il jazz, e sotto i nostri occhi la musica nella sua vibrazione visiva.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(07/05/2013)
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