Alpi, laghi e danze. La modernità di Hodler – La Fondazione Beyeler di Basilea celebra l’artista svizzero considerato il pioniere della modernità. In scena la sua produzione tarda ed “estrema”: paesaggi, ritratti e cicli decorativi, tra simbolismo e astrattismo
di Laura Larcan
Basilea – Ferdinand Hodler, il pittore-poeta di “energia pura” per il quale è stato coniato il termine di “protoespressionismo”. Pioniere della modernità, l’artista svizzero è scivolato in una formazione all’insegna dell’impressionismo più alla moda, col cuore rivolto sempre ai cari maestri del passato – il “suo” Dürer – per maturare poi nell’aura simbolista, divenendo uno dei personaggi più autorevoli delle Secessioni di Vienna e Berlino. I suoi paesaggi alpini – autentica cifra stilistica – e i ritratti conquistarono l’attenzione dei suoi contemporanei, tra la fine dell’800 e l’alba del ‘900, per la loro energia. Hodler era il pittore dei colori netti, dal tratto forte ed espressivo, dal vigore concreto che ricercava una vena di realismo esasperato. E l’apice del suo “simbolismo” coloristico viene raccontata ora, per la prima volta, da una grande mostra, “Ferdinand Hodler”, ospitata dalla Fondazione Beyeler dal 27 gennaio al 26 maggio, arrivata dopo il debutto alla Neue Galerie di New York in coproduzione con l’istituzione museale di Basilea.
Una rassegna, curata da Ulf Küster e Jill Lloyd, che mette insieme gli spettacolari maestosi paesaggi alpini del pittore senza dimenticare anche le altre grandi tematiche della sua arte. Dall’autoritratto, alla fascinazione per la donna, alla morte e l’eternità. Un viaggio nella creatività tarda ed “estrema” di Hodler, nato a Berna nel 1853 e scomparso a Ginevra nel 1918, e passato per i palcoscenici dell’élite culturale di Monaco di Baviera, Vienna, Berlino e Parigi. Linee e movimenti, colori che animano forme dalla sconcertante euforia realistica, grandi composizioni storico-decorative, questi sono gli elementi che spiccano nella sua produzione che splendidamente sfila nelle sale, quasi ad orchestrare un confronto diretto con gli scenari montani che circondano il museo.
E come sottolineano i curatori, proprio quelle linee e movimenti si combinano armoniosamente tra loro, come nella grande versione di “Sguardo sull’infinito” conservata a Basilea. “Lo stesso Kandinskij – dicono Küster e Lloyd – riconosceva nel genere della composizione melodica hodleriana un modo per eliminare il dato oggettivo e conferire autonomia alle linee e alle forme. Il dipinto Sguardo sull’infinito testimonia anche l’interesse di Hodler per le riforme del ballo introdotte fra gli altri da Isadora Duncan ed Emile Jaques-Dalcroze con la danza moderna. La predilezione per la naturalezza dei movimenti, per il libero utilizzo del corpo, che Jaques-Dalcroze in quanto coreografo coltivava, affascinavano Hodler, cui non sfuggiva la carica erotica delle movenze naturali, non codificate”.
Tant’è che nel 1911 Paul Klee, che di Hodler non accettava acriticamente il patos e l’abilità negli affari, espresse tuttavia ammirazione per la sua capacità di “rappresentare l’anima attraverso il corpo”. In mostra sfilano le vedute del lago Lemano, delle cime, dei massici alpini e dei torrenti di montagna, così come il ritmo quasi danzante dei ritratti. I suoi temi prediletti compaiono in una variazione di dettagli seriale. Ed emerge tutta la sua passione “moderna” per la fotografia, che collezionava e utilizzava per la preparazione e l’esecuzione delle sue opere. Ci sono tutte le famose e popolari pitture di paesaggio che celebrano la magnificenza e maestosità delle montagne svizzere, in un caleidoscopico gioco di primi piani e panoramiche. Le campiture di colore diventano gradualmente l’anima dei quadri, i contorni si allargano. E l’effetto finale, l’acme della modernità, è tutta in queste opere che, come commentano Ulf Küster e Jill Lloyd, sembrano preannunciare la pittura astratta a distese monocrome di un Marc Rothko o di Barnett Newman.
Mostra “Ferdinand Hodler” : dal 27 gennaio al 26 maggio 2013,
Fondation Beyeler, Beyeler Museum AG, Baselstrasse 77, Riehen, Basilea (Svizzera)
Orari: tutti i giorni 10.00 – 18.00, mercoledì fino alle 20.00.
Informazioni: www.fondationbeyeler.ch
di Laura Larcan
www.repubblica.it
(24 gennaio 2013)
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