La Vertigine Dei Sensi – Tormento

Quadripersonale: La Vertigine dei Sensi. TORMENTO
  …la consunzione dell’Estasi provoca l’Eclissi e la Vertigine precipita nel tormento…..
Con gli Artisti: Sara Calvano, Vincenzo Elia ( Elvin), Giope, Enrico Pinto

a cura di Antonella Iozzo

In un complesso sistema di rimandi le altitudini dell’anima punteggiano il cielo con scintille ardenti, “La vertigine dei sensi” si avvicina, inizia il tormento. Siamo tra le piramidi dell’estro creativo di Sara Calvano, Elvin, Giope, Enrico Pinto, quadripersonale in corso su BluarteVirtual.

I volti di luce di Calvano celano segreti, ricordi, promesse mancate con un’orchestrazione timbrica molto vivida e allo stesso tempo sinuosamente sfumata tra gli sguardi ferini dal richiamo esotico. Qui il tormento è lontano, è rimasto nel ventre della terra ed il suo sapore agrodolce è disteso da pennellate fluide, rigogliose, vaporose.

E se la vertigine sembra assente i sensi sono terribilmente presenti come predatori di situazioni sotterranee, di suggestioni inattese lontane dall’ovvietà del quotidiano. L’esotismo si veste di nuove raffinatezze, sentimenti e libere riflessioni costruiscono una figurazione elegante, ammiccante, sensibilmente lussureggiante, in nome di riflessi custoditi nel limbo della memoria, situazioni che ricantano il vissuto attraverso uno slittamento fantastico. E’ come se tra l’incarnato della sensibilità e quello più materico della pelle si celasse una doppia visione legata ad un archivio sonoro che muta il tormento in sogni da sciogliere prima di procedere nel campo minato delle vertigini. Lo sfondo lascia spazio al già palpabile senso di attesa, mentre toni cromatici dominanti danno al vuoto una pienezza emotiva.

 L’assoluto nel respiro del tempo rilancia impercettibili tensioni emozionali, irrequieti effetti che dimorano nel silenzio della memoria, Elvin ne elabora le simmetrie come se fossero estroflessioni prospettiche.

Sullo spazio, in bilico tra immagini rarefatte e visoni fantastiche, una combinazione di raffinatezza e forma primitiva delinea l’abilità disegnativa e la plasticità dei volumi delle figure, modelli quasi classici, quasi ermetici, impenetrabili, sfuggenti al tormento e al limite della vertigine. I sensi, invece, conducono in un viaggio mentale proteso nel simbolico, nell’abbraccio dell’amore puro, alieno alle tormentate spigolature della ragione, un viaggio nelle origini ancestrali, nelle curve di una spirale che conduce all’ordine armonico dell’universo, aperto al razionale, alla cultura greco – romana e al fascino dell’onirico. Dipinti dall’interpretazione probabile, dalla fuga di senso, a quella possibile della vertigine dell’universo in declino esistenziale.

Tutto sembra sul punto di schiudersi conducendoci nel profondo, irriconoscibile realtà iscritta nell’anima, la sua nudità vive all’interno della verità e procura l’eterno tormento della conoscenza.

Le architetture ritrovate di Giope per una notte ritraggono il paesaggio del sogno sul volto del tormento, la vertigine trova la sua dimensione surreale e il senso di libertà fluttua da rocce incastonate e da crepe come ferite aperte sulla solitudine. Il colore sembra accorgersene e immediatamente da vita ad insolite prospettive interiori mentre il segno delinea il contemporaneo nell’arcaico, forza dominante che spiazza, anzi elimina, annulla l’espressività dell’angoscia ormai asciugata o prosciugatesi nel fuoco fremente dell’istinto, danza sabbatica sensuale nella quale vi è una sorta di energia cosmica.

L’audace armonia relazione con il tormento sommesso e sommerso, è un dialogo serrato tra esterno ed interno espresso nell’organicità del sentire percettivo,  tracce che movimentano la profondità di superficie. L’intensa carica evoca forti sensazioni, narrazioni dalle valenze esistenziali che incidono le fibre della materia, impronte nella crosta del tormento atte a rivelare crateri creativi, vulcani incandescenti che eruttano il magma della passione ferita, urlo primordiale dal quale esplode a piccoli sorsi la vertigine dei sensi su tela.

La flessione fotografica del pensiero artistico di Pinto è una florida compenetrazione di linee flessuose, intimo raccoglimento e voluttuoso desiderio in un continuo intreccio che sprigiona sensualità inaspettata. I sensi vestono il corpo e la vertigine  provoca l’eclisse del pensiero trasfigurandolo in brandelli filamentosi di pulsione attiva, un richiamo della carnalità adagiata tra gli stami e in attesa di sentirne il nettare. Foto come espressività latente dell’uomo, mitigata dal tocco fotografico tramite inquadrature giocate sulla luminosità e sugli effetti quasi iridescenti della natura, una natura affascinante quanto sconcertante. Bellezza sofferta, lancinante che si dilata sul piano tecnico – sensoriale grazie ai cromatismi forti, decisi, accesi. Variazioni, mescolanze, passaggi melodici filtrati da una formidabile modulazione, da accordi timbrici e da una liquescenza tattile, sinfonia di petali socchiusi, accolti in quel puro oscillare del tempo che rimane sospeso tra la mente e l’inconscio, tra il terreno sentire e il percepire ultraterreno. La vertigine inscena la sua danza, un attimo ancora e avanza il tormento dei sensi nella metamorfosi  in fiore .

La vertigine dei sensi è un invisibile tormento intorno al proprio essere, una lacrima amara che inonda il corpo  e inabissa l’anima.

di Antonella Iozzo © Produzione riservata 
              (9/07/2009)

Sara Calvano
Percorso

1988–1993 Ist. Statale d’Arte J.Romani     Velletri    

1990-1991 Diploma di Maestro d’Arte

1992-1993 Diploma di Arte applicata  sez. Ceramica

1999         Cefme  Attestato di Pittore decoratore di Interni    e  Trompe l’Oeil    Pomezia  

1999 Spazio Scenico  Acilia    

Stage presso laboratorio   scenografico

1999.2000 Collabora  presso il  laboratorio  Spazio Scenico

Tra le mostre ricordiamo:
2008  Mostra Internazionale Arte Contemporanea   “Paesaggi dell’inconscio” Roma 2009        Mostra Internazionale Arte Contemporanea “L’esplosione del colore” 2009 Roma
Siti: http://www.myspace.com/saracalvano    http://www.gigarte.com/saracalvano                           

 

Vincenzo Elia in arte Elvin
Nasce l’8 marzo 1951 a Catanzaro dove vive e lavora,.Nel 1984, dopo aver conosciuto e sperimentato forme diverse di arte manifesti satirico – politici  in chiave fumettistica, poesie d’impronta prevalentemente neorealista, sposa la pittura come massima ed appagante

espressione del suo essere artista.

Ha allestito mostre personali e partecipato a numerose mostre collettive,

estemporanee e concorsi di pittura.

E’ presente: nel catalogo nazionale “Pi(ori e scultori italiani del novecento”,

Il Quadrato 2007, rivista artistica Art’ in Progress, 2008.

Dal 2003 è iscritto all’associazione artistica “Art Club Accademia”, della

quale è socio fondatore, nonché vice‐presidente.

Tra le sue numerose  mostre ricordiamo:

05 – 07/11/2005 Collettiva di pittura I Mostra ci(à di Catanzaro,

selezione perla VI Bien.

Intern. Roma

18- 27/03/2006 collettiva di pi(pittura “Complesso dei Battuti

S.Vito al Tagliamento (PN)

01 – 22/07/2006 Personale di pittura V i l l a  A n ti c a g l i a  S .

Costantino di Briatico (VV)

12-18/08/2006 Personale di pittura Sala Mostra Art Club

Premi consegui

16/08/1991 II Premio “Estemporanea di Pittura” Cerva (CZ)

24/08/1995 IV Premio “Estemporanea di Pittura” G a g l i a n o (CZ)

28/05/2000 II Premio “Concorso di Pittura” Crotone (KR)

Vincenzo Elia TEL.3496949185 WEBwww.elvin.it

 

Giovanni Pedote (Giope)
Nato a Polignano a Mare (BA) 01/01/1948. Dopo la scuola dell’obbligo e tre anni di professionale nel campo delle telecomunicazioni e radio tecnica a 18 anni sono partito per assolvere il servizio di leva.
La mia mente proiettata al futuro e la mia voglia di conoscenza mi hanno spinto a cercare un lavoro che mi permettesse di girare il mondo.
E cosi è stato: primala Spagna… e poi 20 anni trascorsi all’estero nel campo delle comunicazioni (Arabia Saudita, Finlandia, Irlanda, Argentina, Colombia, Australia…) alla scoperta degli angoli più remoti ed autentici della Terra.
La scultura o meglio la pittoscultura mi hanno sempre affascinato: cesellare, scolpire, creare con le mani…si passano ore ed ore con se stessi e con il proprio lavoro: in questa solitudine la mente sfoglia il passato, è come sfogliare un vecchio giornale, si ripassano anni di vita trascorsa e proprio su queste immagini prendono forma la maggior parte delle mie opere, scolpedo segni di un linguaggio apparentemente primordiale, ma universalmente valido ed attuale.

 

Enrico Pinto
Nato a Napoli nel 1953 vive e lavora a Milano. Diplomatosi in maturità classica a orientamento artistico si è poi successivamente impiegato nella Pubblica Amministrazione. Alla fotografia si è accostato solo alla fine degli anni Ottanta come semlice fotoamatore. Ha da autodidatto seguito corsi e workshop fotografici organizzati da grandi maestri della fotografia come Franco Fontana e ha partecipato a concorsi fotografici nazionali e internazionali conseguendo premi e riconoscimenti. Accanto alla fotografia tradizionale dove si è cimentato nei generi classici del nudo artistico e del paesaggio si è poi appassionato alla fotografia di ricerca con combinazioni o contaminazioni di colori bianco e nero e colore realizzando attraverso esposizioni multiple o sandwich di diapositive composizioni surreali. Ha esposto in varie parti d’Italia- Pompei,Roma.
Trieste, Carrara- e all’estero, in Germania a Weilburg, a Barcellona e all’ARTEXPO’ di New York, partecipando a mostre personali e collettive. Di lui hanno parlato diversi critici tra cui Roberto Mutti, Roberta Rapelli e Amedeo Sessa. E’ stato segnalato su ARTE della Mondadori, su Immagini Fotopratica e su altre riviste e quiotidiani comela Repubblica di Milano. Alcune sue opere sono conservate al Museo Ken Damy di fotografia contemporanea di Brescia ed è stato nel Giugno 2008 segnalato anche su sky sul canale sat8tv di Roma durante la trasmissione TRA FORMA E COLORE condotta da Andrea Diprè. E’ segnalato anche su diversi siti web di arte e fotografi.

(09/07/2009)

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