Lynne Iggulden. Il tempo rivelato.
Ogni opera trasuda di riverberi e di echigrado di rincorrersi come onde cavalcate dalla memoria, come ricordi zampillanti il nettare della bellezza evocativa, come voci di verità, quella scalfita dalle rughe del tempo
a cura di Antonella Iozzo
Lynne Iggulden. Il tempo rivelato
Attimi scolpiti in fondo all’anima, istanti vissuti nel respiro del vento, momenti come pagine d’infinito presente solcati d’eterno, tutto nell’aurora creativa di Lynne Iggulden: soffi di sensibilità poggiata nel passato che rinasce. E’ come se il ricordo, inumidendo gli occhi dell’immenso, rivelasse il senso profondo dell’esistenza nell’impronta del tempo. Pennellate di pura luminosità sembrano filtrare e contemporaneamente modellare l’incanto del silenzio avvolgente oggetti comuni, porte, finestre, serrature incastonate tra pensieri sfuocati e frammenti di storie, ma anche le atmosfere nascenti sul volto della pittura, epidermide artistica dilatata da Iggulden in velature raffinatissime. Attraverso di esse l’appartenenza al tempo è un fugace incontro con l’anima, diafana melodia che ritorna. Ogni opera trasuda di riverberi e di echi in grado di rincorrersi come onde cavalcate dalla memoria, come ricordi zampillanti il nettare della bellezza evocativa, come voci di verità, quella scalfita dalle rughe del tempo, quella sofferta e trattenuta dallo sguardo, quella che tra cielo e terra leviga ciottoli ripresi dall’artista con sorprendente minuzia e perizia tecnica, ciottoli come custodi di segreti sulle rive di parole trasportate altrove dal movimento del mare. Nella quiete distensiva di un paesaggio carico di percezioni emotive, il pennello di Iggulden scardina le tracce del vissuto e lo proietta su tela, con la forza del sentimento. Su questi fondali di frementi rivelazioni, languori cromatici sussurrano la vita silente che ancora scorre nelle ramificazioni dei tessuti connettivi o che ancora pulsa in stratificazioni di forme, placente di destini consumatesi nell’ombra della vita. Sono esistenze di materie tra i segni del tempo, sono respiri dalla pittura di Iggulden, sono rievocazioni tra le falde dell’invisibile dipinta, sono ombre solfuree attraversate dalla reazione del nostro essere. Ogni cosa sembra infuriare e infuriarsi nella dolcezza struggente del ricordo, uragano emotivo, disperazione tagliente, tenero tormento, liquida reminiscenza. Solo adesso la natura, con i suoi meriggi, con le sue albe, con i suoi tramonti affiora in una sinfonia di naturalismo e spiritualismo dal forte impatto poetico, perle bagnate da una melodia capace di fotografare la prospettiva del mondo interiore e riversarla in punti di fuga, inclinazioni, primi piani e sfondi, grazie alla sensibilità, all’estro creativo e all’abilità tecnico – interpretativa di Iggulden. Quasi diari scritti sulla corteccia di tronchi solitari eppure così coscienti del loro potere evocativo. Verità, carattere, memoria, sentimento, sono substrati dell’esistenza e del presente, sono icone di un futuro anteriore in intima comunione con le forze naturali dell’universo, sono realtà che piegano le linee più straziate delle emozioni e scuotono la ragione, dietro di esse un senso d’inquietudine prosciuga il terreno fervido di vitalità e procura crepe indelebili. Iggulden vi entra con gli occhi del cuore ed esplora i meandri più profondi del nostro stesso essere, senza, però, mai superare i confini rassicuranti del conosciuto. Sulla tela riporta le carezze rimaste aggrappate agli anni trascorsi nel delirio della suggestione, ricostruendo una storia lasciata a metà. Nella certezza di questo vissuto, regna sovrana la coscienza, groviglio di sussulti deformanti la sua immateriale forma, fino all’ultima variazione di luce modulata da Iggulden con numerosi passaggi chiaroscurali. Ogni gesto dell’artista ne rilascia l’ebbrezza mitigata dal calore di lacrime ardenti consce di un mistero che dimora nella notte dei tempi e che divampa in un azzurro forieri di antichi presagi. Al figurativo di Iggulden non manca mai il senso della struttura che orchestra la composizione. L’occhio viene, infatti, quasi invitato a leggere in filigrana i suoi luoghi carichi di memoria, luoghi capaci di aprire visioni sospese tra la suggestione e la malinconia. Un viaggio affascinate riversato nella pittura con la consapevolezza di toccare le corde più intime e segrete della musica interiore, una sequenza di movimenti nell’infinita gamma di sensazioni vissute. Una storia ancora da narrare, tante zone intermedie ancora da scoprire, nelle quali sono rintracciabili gli ultimi palpiti di una materica sensazione, sfuggente alla ragione e capace di generare sinfonie di espressività impregnata di acqua vitale trattenuta dal ricordo. Sguardi nelle stanze segrete della memoria rivelano rifugi, oblio, ma anche isole galleggianti, foglie staccatesi dall’albero della vita, sulle quali s’intravedono naufraghi di un passato alla deriva. Migrazioni possibili che riescono a comunicare allo spettatore un senso di pace e allo stesso tempo d’inquietudine vibrando all’unisono sotto l’effetto luministico di Iggulden. Le sue composizioni pittoriche sono ritratti di ricordi trafitte dal sogno, trame quasi immateriali, architetture fluide, eteree e trasparenti, sospese nella perfetta nervatura delle sensazioni addensatesi nello spazio infinito di un frammento. Sotto la lente della pittura lo spirito dell’illusione, soglia di un’evocazione sensoriale silente, illumina le forme della memoria rimandandoci alla danza degli anni, coreografica elucubrazione di sentimenti e lucide prospettive mentali che scivolano nella liquidità del colore, calibrato dall’artista con tensione e audacia emotiva. Tutto si risolve in una sapiente fusione d’immagini prelevate dalla realtà e di visioni indossate dall’anima, alle quali si sovrappongono riflessioni pittoriche di straordinaria forza espressiva, atti a condurci nei recessi del tempo, dove l’umano seziona l’universale. E’ un’indagine minuziosa capace di provocare ferite lancinanti soprattutto quando fili spinati, avvinghiati al tronco della sopravvivenza, trafiggono la coscienza. Straziante dolore rielaborato in flutti d’esperienza, verità urlata dall’Arte di Iggulden e cesellata in preludi d’immenso, l’invisibile nell’inviolabile dipinto. Echi d’universo, risonanze arcaiche, ripercussioni sentimentali risiedono nell’esistenziale e germogliano in partiture poetiche, perfino intimiste, traslate poi con una soluzione figurativa di grande respiro, quasi da sembrare elogi del tempo che percorre il mondo e che disegna il corpo della coscienza sulle ore fuggitive del crepuscolo. Nel lento dipanarsi, nell’impercettibile ramificarsi di questa esistenza tenera e algida, l’assenza, unica presenza, fulgida compagna che si nutre degli arbori primordiali, costruisce una rinnovata visione delle cose, intrecciandosi al presente, alternandosi alla notte, dissolvendosi nella luce della pittura, ordinaria eclissi: fiume di emozioni e rocce di ricordi nel tempo rivelato di Lynne Iggulden.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
Curriculum Lynne è specializzata nel “Realismo Contemporaneo” con una vera passione per I dettagli, la superficie e la presenza di luce ed ombra ed il desiderio di catturare l’attimo, o più semplicemente mostrare il passaggiodeltempo. Lynne dipinge un’ampia gamma di soggetti, ma la sua grande passione è la dettagliata consistenza delle superficie, dove l’osservatore spesso sentirà l’urgenza di raggiungerla e di interagire con essa, – che si tratti di voler sbucciare via la vernice da una vecchia porta di un capannone oppure la ruggine da un vecchio bullone .’ Ha eseguito molte commissione ed I suoi dipinti possono essere trovati in svariate collezioni private inNuova Zelanda,Australia, Scozia ed Europa. I suoi dipinti sono largamente influenzati dall’atmosfera della pittoresca Baia di Plenty e dalla sua infanzia nella Baia Titahi, nel nord diWellington, dove appunto da bambina ha trascorso giorni meravigliosi sulla spiaggia ed arrampicandosi sulle rive della costa. Questa esperienza da inizio ad un amore per le pietre di tutte le forme e colori, e l’apprezzamento e fascino per il legno stagionato, per la vernice sbucciata, per I bulloni arrugginiti ed I trattori di Bay Boat Sheds. Lynne è stata recentemente invitata dal Comitato Interno a partecipare nella settima edizione della prestigiosa Biennale di Firenze, in Italia, nel Dicembre 2009. MEMBRO di: Artisti di Nuova Zelanda Riconoscimenti: 1996 – Primo Premio, “Premio alla Memoria Les Batkin” Festival d’ArteFranklin 2000 – Terzo Premio, Categoria Acquarelli, The Royal Easter Show,Auckland 2004 – Riconoscimento, ‘Its great to be an Artist Exhibition’ – NZ Fellowship of Artists. 2009 -FlorenceBiennale,Florence.Italy di Antonella Iozzo © Produzione riservata (22. 04.2010) |
Lynne Iggulden. The Revealed Time
Engraved instants in the depths of soul, moments lived through the wind breath, moments like pages of this endless furrowed of eternal, these all into the creative dawn of Lynne Iggulden: blow of sensitiveness laying in the past that is reborn. It’s like memory, moistening the eyes of the immense, revealing the deep meaning of existence in the imprint of time. Brush strokes of pure light seem to filter and simultaneously shape the spell of wrapping silence, common objects, doors, windows, embedded lock between fuzzy thoughts and fragments of stories, but also the new born atmospheres on the painting’s face, artistic skin dilated by Iggulden with refined glazes. Through these, the belonging to time is a fleeting encounter with soul, diaphanous melody that returns. Each piece exudes reverberations and echoes capable of chasing each other like ridden waves by memory, like memories gushing the nectar of evocative beauty, like voices of truth, scratched from wrinkles of time, suffered and retained by the look, that between heaven and earth smoothes shingles painted by the artist with amazing detail and technical expertise, shingles as secret guardians on the shores of words, transported elsewhere by the movement of the ocean. In the quiet of a relaxing landscape charged with emotional perception, Iggulden’s brush undermines the traces of lived experiences and projects then on canvas, with the strength of feeling. On these grounds trembling revelations, languor colors whisper the silent life that still flows through ramifications of connective tissues or that still beats in stratification of forms, destiny placentas consumed in the shadow of life. They are material existences through time traces, breaths of painting by Iggulden, re-enactments among the invisible painted, sulphurous shadows crossed by the reaction of our being. Everything seems to rage and rage in the poignant sweetness of memory, emotional hurricane, despair sharp, tender torment, liquid reminiscence Only now nature, with its noon’s and with its sunrises and sunsets, emerges in a symphony of naturalism and spiritualism of strong poetic impact; pearls dipped into a melody that can photograph the perspective of the inner world and turn it into vanishing points, inclinations, foregrounds and background, thanks to the sensitiveness, to the creativity and the technical and interpretative ability of Iggulden. Almost diaries on the bark of solitary trunks and yet so conscious of their evocative power. Truth, character, memory, feelings, are substrates of the existence and the present, icons of a past future in intimate communion with the natural forces of the universe, realities that fold those emotional tortured lines and shake the reason, behind them a sense of anxiety drains the soil of passionate vitality and provides indelible cracks. Iggulden enters through her heart eyes and explores the most remote depths of our own being, without, however, never going beyond the boundaries of the reassuring known world. On the canvas she shows the caresses attached to those years passed in the delirium suggestion, reconstructing a story left in half. In the certainty of this experience, consciousness reigns supreme, tremors tangle deforming its intangible form, to the last variation of light modulated by Iggulden in numerous passages of chiaroscuro. Every gesture of the artist, releases the excitement tempered by the heat of burning tears, conscious of a mystery that lives in the night of time and that blazes in blue, harbingers of ancient omens. In Iggulden’s figurative it’s never missing the sense of structure that orchestrates the composition. The eye is, indeed, almost invited to read in filigree it’s places charged with memory, places that are able to open suspended visions between emotion and melancholy. A fascinating journey poured into painting with the awareness of touching the most intimate and secret strings of inner music, a sequence of movements in the infinite range of experienced sensations. A story still to tell, many undiscovered intermediate areas, where it is still possible to trace the last beats of a material sensation, elusive to reason and capable of generating expressive symphonies soaked with vital water retained in memory. Glances in the secret chambers of memory reveal shelters, oblivion, but also floating islands, detached leaves from the tree of life, on which one sees shipwrecks of past adrift. Possible migrations that communicate to the viewer a sense of peace and at the same time of anxiety vibrating in unison under the influence of the luminous effect of Iggulden. Her pictorial compositions are portraits of memories pierced by dream, almost immaterial textures, fluid architectures, transparent and ethereal, suspended in the perfect rib becoming dense in the infinite space of a fragment. Under the lens of painting the spirit of illusion, on the border of a sensorial and silent evocation, it lights up the forms of memory sending us back into the years of dance, choreography rumination of feelings and bright mental perspectives that slide in the color liquidity, calibrated by the artist with tension and emotional daring. Everything is resolved in a clever fusion of images taken from reality and visions worn by the soul, that get overlapped by pictorial reflections of extraordinary expressive power, capable of leading us into the recesses of time, where the human dissects the universal. It is a meticulous investigation capable of causing penetrating wounds, especially when barbed wire, attached to the tree of survival, pierces consciousness. Excruciating pain revised in waves of experience, the truth being shouted by Iggulden’s art and chiseled into preludes of immense, the invisible in the inviolable painting. Echoes of universe, archaic resonances, sentimental repercussions live in the existentialism and germinate in poetic music sheets, even intimate, then transferred into a large scale figurative solution, almost resembling praises of time that travels through the world and draws the body of consciousness on the fugitive hours of twilight. In the slow unfolding, in the imperceptible ramification of this tender and icy existence, absence, the only presence, bright companion that feeds from primordial origins, builds a renewed vision of things, interweaving with present, alternating with night, dissolving into the light of ordinary eclipse painting: rivers of emotions and stones of memories in the time revealed by Lynne Iggulden.
by Antonella Iozzo © Reserved production Traslatinon by Sandra Miranda
Biography: Lynne specializes in ‘Contemporary Realism’ with a passion for detail, texture and the presence of light and shade and the desire to ‘capture a moment’, or simply showing a ‘passage in time’. She has undertaken many commissioned pieces and her paintings can be found in many private collections within New Zealand, Australia, Scotland and Europe. Recently Lynne was invited to participate at the seventh edition of the highly prestigious Florence Biennale which was held in Florence, Italy in December 2009′ Awards: |
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