Paseri:“non riuscirei a finire un quadro che non mi piaccia fin dall’inizio”
Trento – Lo studio, la passione, la dedizione, l’umiltà. Marco Paseri percorre questa strada, senza mai deludere i suoi ammiratori. E’ scrupoloso, attento ai minimi dettagli, le sue opere, cadenze di vita, inducano alla riflessione, si lasciano guardare e lasciano il sapore della bellezza dell’arte.
Che cosa significa dipingere per lei?
Per me dipingere significa viaggiare nel tempo, immergermi in dimensioni irreali e creare un mondo ideale in cui vivere, soprattutto quando dipingo il genere sacro. La “Madonna del Mulino” ne è l’esempio più eclatante. M’immagino di percorrere quelle stradine bianche con un sacco di farina sulle spalle, di specchiarmi in quel laghetto, di vivere in quel mulino dal tetto di paglia … Oppure sogno di trovarmi in un elegante appartamento di New York in smoking prima di una cena di gala e discutere con una donna di affari o di questioni sentimentali. Come in “Psicoanalisi”.
Qual è il momento della giornata in cui preferisce dipingere?
Non c’è un momento ideale, è come quando hai voglia di berti un buon caffè. Ti prepari la caffettiera, il profumo invade la cucina e ti pregusti già il caffè prima di berlo… Così è quando nasce un quadro: quando hai l’idea, prepari la tela con il fondo, i colori sulla tavolozza, i pennelli ben disposti e la musica giusta … Questo è un momento che vivo quasi come un rito, quello che vivo più a fondo, l’inizio di un quadro che mi porta a fare un viaggio, un cammino dentro me stesso. Comunque prediligo la sera fino a notte fonda.
Nella sua arte icone religiose ed eleganza femminile, cosa ci vuole comunicare?
Sono due generi tanto diversi quanto simili. Il filo conduttore sono gli sguardi, la gestualità ed il mistero. Dipingo le donne in bianco e nero con la stessa grazia con cui dipingo le madonne. Del resto, la donna, secondo me, è la creatura più perfetta del creato, essendo l’ultima che Dio fece nella Genesi. In fondo, le mie donne in bianco e nero sono tutte madonne, per la postura, la grazia e l’eleganza; lo si può notare anche dalle mani. Se ci pensate, “Rivelazioni” o “Psicoanalisi” non potrebbero essere un’annunciazione in chiave moderna?
Molte opere in bianco e nero, colori preferiti, una scelta ….
Produrre una serie di quadri in bianco e nero, è stato come un ritorno alle origini. Mi spiego: le mie prime “opere” di bambino sono in bianco e nero, matita, carboncino o china. Il mio primo “capolavoro” fu un’ultima cena di grandi dimensioni a china, avevo dieci anni. Il bianco e nero mi ha sempre affascinato, anche nella fotografia. Infatti, amavo riprodurre vecchie foto di famiglia a carboncino. A volte si riescono a vedere i colori anche dove non ci sono, credo sia un dono di chi vive la vita con ottimismo e positività.
Qual è il suo pensiero dopo avere appena terminato un’opera?
Sono sempre soddisfatto di ogni opera che porto a termine, non ne cambierei nemmeno un particolare. Non riuscirei a finire un quadro che non mi piaccia fin dall’inizio. Per me il disegno preparatorio è molto importante per rendere un’opera equilibrata in tonalità ed elementi.
E’ particolarmente legato a qualche sua creazione?
Non sono legato ad una creazione più che ad un’altra, ognuna mi ricorda momenti ed emozioni particolari, una musica ricorrente che ascoltavo mentre dipingevo o una giornata singolare. Ogni opera porta dentro di sé oltre a ciò che si vede, un segreto, che rimane imprigionato al suo interno, che fa parte integrante del quadro medesimo e che viene svelato solo ad uno spettatore attento che guarda l’opera stessa con gli occhi del sogno e della fantasia.
Il suo pensiero sul mercato dell’arte?
Penso che al giorno d’oggi l’arte non venga valorizzata come si dovrebbe e soprattutto in Italia, culla di tutte le arti, dalla pittura alla musica. L’arte in generale è poco insegnata nelle scuole e viene considerata una materia secondaria. Bisognerebbe forse insegnare alle giovani generazioni che non si può guardare al futuro senza conoscere il passato; educarle ad apprezzare di più l’arte, a conoscere meglio la storia ed incitarle a frequentare di più le mostre. Forse così il mercato dell’arte sarebbe meno confusionario e più concreto.
E’ legato ad idee o movimenti artistici?
Non sono legato a nessun movimento artistico in particolare, anche se in passato ho spesso dipinto paesaggi o ritratti alla maniera dei romantici, degli impressionisti. Magari rimanevo influenzato dai quadri che trovavo in un libro che mi regalavano oppure dalle sensazioni che mi rimanevano dopo aver visitato un museo e contemplato le magnifiche opere d’arte che vi dimoravano, memorizzando oltre che i particolari dei quadri anche gli odori tipici che si trovano nelle sue sale. Oggi,invece, sono sempre più alla costante ricerca di uno stile mio personale, sto crescendo cercando di elaborare e di trasmettere sulla tela le idee, le sensazioni e le emozioni che sento dentro di me a modo mio. Sto anelando a concepire e far crescere delle creature che mi appartengano e che mi assomiglino.
Che cosa significa essere artisti oggi?
Essere artista oggi significa avere un grande coraggio, fiducia in se stessi ed essere consapevoli che non sempre quello che fai è apprezzato. Poche persone vedono quello che vedi con i tuoi occhi. L’arte non deve essere una forzatura. L’arte non è per tutti.
L’ultima mostra che ha visitato?
La mostra recente più bella che ho avuto la possibilità di visitare è stata al Mart di Rovereto, dove hanno esposto i capolavori degli impressionisti e post-impressionisti dal Musée d’Orsay. Opere meravigliose che vale la pena di osservare ed ammirare da vicino, soprattutto quando provengono da Musei che magari non sono così prossimi a noi. Comunque visito diverse mostre all’anno, e, anche se non sono così importanti trovo che sia sempre interessante.
Il sogno di Marco Paseri?
Il mio sogno è una casa sul lago di Lugano, con uno studio dalle grandi finestre con vista lago per potermi dedicare completamente e con tutto me stesso alla pittura (e con una bella camera per ospitare gli amici che hanno creduto in me e mi hanno sempre sostenuto). Però, devo anche dire che il sogno che ho sempre avuto si sta piano piano realizzando: far conoscere la mia arte e condividerla con altre persone che amano l’arte. Tutto questo è accaduto grazie anche alla mia partecipazione alla prestigiosa Biennale di Chianciano nel settembre del 2011 dove la Confederazione Europea dei Critici d’Arte mi ha assegnato l’ambito premio per le Arti Applicate.
Progetti futuri?
Ci sono diversi bei progetti in ballo per l’anno prossimo. Sembra che il 2013 parta alla grande con la Biennale di Londra a gennaio, poi ci sarà la Biennale di Izmir tra la fine di aprile e inizio maggio ed una mia personale in primavera inoltrata, a Lazise, sul lago di Garda. In questi giorni sto partecipando con alcune opere ad una collettiva in una galleria d’Arte a Lugano, in Svizzera. Dal 18 al 24 luglio le miei opere saranno esposte in una mostra Internazionale d’Arte, “The Spirit of Art” presso il MOYA Museum nel prestigioso ed antico palazzo di Schonbrun nel cuore di Vienna.
( www.marcopaseri.it )
di Michele Luongo
© Riproduzione riservata
(22.06.2012)
www.viacialdini.it
Articolo correlato: Mistiche rivelazioni,umane passioni
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su https://twitter.com/Bluarte1
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1