Zanetti. Oltre la Pop Art c’è tutto quello che noi vediamo come uomini semplici
Bondo (TN) – Mario Zanetti, titolare dello Studio Zanetti di Bagolino (Brescia), è il curatore della mostra “Pop art e oltre… La quotidianità e i suoi miti”, in corso presso la chiesa di San Barnaba a Bondo (Tn), fino al 16 settembre 2012. Intraprendente, sicuro di sé, sensibile, architetta eventi che emozionano la mente e inducono la coscienza alla riflessione. Situazioni d’Arte da vivere oltre ogni confine.
Come nasce l’idea di una mostra sulla pop art?
Nasce perche penso che gli anni ’50 siano estremamente attuali c’è lo dimostrano artisti come Lichtenstein, Kelly, Johns, Warhol, precursori di quello che oggi noi chiamiamo comunicazione. La pop art continua a comunicare, inducendoci attraverso il bello, attraverso l’estetismo vero, autentico, che parte da dentro a rinnovare noi stessi.
Un rinnovamento che punta sui valori umani?
Si, valori che interagiscono con il sistema economico ponendo in grande considerazione il profilo umano per uno stare bene armonico e sereno. Un salutare equilibrio tra mente e anima che è quello che manca veramente, a mio avviso. L’introspezione dell’arte, appunto, ci consente di andare oltre a quelle che sono le aspettative di un’economia improntata solo ed esclusivamente sui fatturati, è un sentirsi bene che stimola nella maniera più propositiva. È questo ciò che sento dinanzi a queste opere d’arte .
Oltre la pop art, la coscienza, l’anima …
Assolutamente si. Oltre la Pop Art c’è tutto quello che noi vediamo come uomini semplici. Ed io sono un uomo molto semplice, ma anche molto sensibile e questa mia sensibilità ha reso tangibile il senso della bellezza anche costruendo uno studio d’arte in mezzo alle Alpi. La “Marilyn” di Warhol o “L’Apollo 11” di Rauschenberg, sono espressioni di eterna bellezza che vivono e vibrano all’unisono con il luogo e creano una perfetta empatia con questa chiesa del Seicento. Gli anni passano, la storia si stratifica, ma siamo noi che dobbiamo maturare sapendone cogliere il germe che partorirà il domani.
Gallerista innamorato dell’Arte?
Direi un gallerista in prestito, perché più che un gallerista sono titolare di uno studio d’arte che architetta eventi. La mia ambizione era formare uno studio che potesse creare eventi capaci di sollecitare, emozionare, stimolare la gente. La mostra appena inaugurata è un progetto che coniuga perfettamente passione e ragione, come dire il sentimento ha disegnato la struttra.
Nell’architettura di un evento d’arte credo che i pilastri siano fondamentali. Chi sono?
I pilastri di tutto sono le persone, i sindaci che appoggiano le idee. Noi possiamo solo proporre, per arrivare a costruire qualcosa, dall’altra parte, ci vogliono persone che interpretano la nostra lingua, altrimenti la costruzione si ripiega su stessa.
Questa serata?
Straordinaria. Philippe Daverio, ha superato magnificamente se stesso, ci ha dato dei grandi stimoli, ci ha permesso di condividere qualcosa di bello per il presente ma soprattutto per il futuro.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(18/07/2012)
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