Michela Ianese. Istanze creative sul confine delle emozioni
Rigorosa, lirica, geometrica, Ianese analizza la sostanza dell’esistenza e ne comunica la forma nella dimensione fluida
a cura di Antonella Iozzo
L’Arte che sta dentro l’oggetto, il segno, il gesto di Michela Ianese restituisce il senso alle passioni, ai sogni, alle visioni, al flusso che attraversa la sua immaginazione fino a giungere alla realtà sensibile, fisica, tangibile. Non solo pittura, ma neanche pittura e scultura, bensì interconnessioni di forme artistiche, tableaux di materia musicale in formato visivo, costruzioni di cosmi razionali e sensibili in uno spazio polivalente dove ogni polarità sensoriale vive di e con tutte le altre relazioni. Ianese, infatti, partendo da oggetti – stimolo che attraversano l’Arte, realizza opere aventi lo scopo di evidenziare la creatività e l’espressione di contenuti morali ed emozionali impliciti o latenti all’uomo. Messaggi complessi, evocazioni simboliche, provocazioni dello spirito che toccano la ragione e le ragioni del dipingere scolpendo in aggregazioni sensoriali, l’entità fisica, il corpo – ibrido o il corpo – scarto della società dei consumi. Rivisitazioni di memorie, accostamenti di pensiero, rappresentazioni di sofferte verità, dissociazioni esistenziali, culturali e psicologiche dell’uomo contemporaneo sono inscritti da Ianese in volti intensi con grande abilità disegnativa e compositiva. Volti, in scenari neutri, che fissano, negano, offrono, con occhi aperti sul vuoto e bocche serrate sul silenzio, la loro presenza. Non invenzioni narrative ma attraversamenti del tempo, attimi che aspirano lo sguardo rivolto altrove. Inquietudine e identità sfiorano, aggrediscono, avvolgono tensioni ed incertezze ed ogni particella esistenziale, caricata di vissuto, anima l’intuizione dell’artista che sposta la sua energia verso la forza comunicativa dell’oggetto, rielaborato in opera. In essa è insita la proiezione interiore della figura umana, indispensabile sunto materico per poter capire l’uomo, i suoi desideri e il suo pensiero. Materiali eterogenei, texture, composizioni monocromatiche, occupano spazio e pareti e l’Arte di Ianese entra nell’ambiente, vive la scena e proietta il controcanto di tensioni sociali sul limite dei valori umani. Coscienze disperse in un invisibile spirituale ingoiato dal colore, risentono delle mutazioni percettive e sociali prodotte dall’andamento esterno, l’artista però riesce ad isolarle scavando dentro la loro anima, da questi squarci profondi estrae la linfa ancora vitale, il senso e l’essenza che vibra e pulsa nell’uomo e nell’infinito mistero dell’universo. Rigorosa, lirica, geometrica, Ianese analizza la sostanza dell’esistenza e ne comunica la forma nella dimensione fluida della coesistenza sensoriale – artistica, ombre e luci creano volumi, rilievi, profondità per intime rivelazioni nella dilatazione temporale di un emozione elaborata in materia viva. E’ come se l’Arte fosse la registrazione di uno stato dell’essere, un istante colto dall’artista prima che svanisse nel divenire. La percezione prospettica, di conseguenza, apre incursioni estetiche di straordinario realismo mentre l’intensità delle cromie emerge con un particolare magnetismo che s’incarna nei segni – percorsi tracciati sul supporto, elementi che migrano dalla materia al concetto e viceversa. Luoghi segreti, passato e realtà macroscopica, un substrato di verità capace di riconoscere la vibrazione del tempo. Le istanze creative di Ianese instaurano, quindi, una duplicità metamorfica atta a segnare un qualsiasi ambiente di potere simbolico dove la comprensione delle forme e la ricerca di senso ci induce a scoprire un sentiero a vedere al di là dell’immagine, dell’Arte messa in scena, è un lungo percorso che lega l’arte alla storia dell’uomo, un attimo eterno per vedere l’altro in se stesso. La tensione dinamica nello spazio della coscienza riflessiva diviene flusso narrativo di emozioni, ricordi, inconsapevoli sensazioni nella dissolvenza del reale. Visioni affrontate come ritratti frontali, come superfici sfiorate dal sentimento al quale però si affianca sempre l’impronta razionale per stimolare gli stati d’animo nascosti. Il mondo dei sensi con Ianese esce allo scoperto in una sintesi di forma, gesto, segno. Sono messaggi di valore extra – artistico che sovrappongono la componente spirituale dell’uomo alla natura fisica delle opere, in una sinuosa, leggera trama di materia o meglio di materiali, di frammenti, di variegati elementi che si traducono, grazie ad un linguaggio personale, in sequenze ritmiche, in isole di indicibile suggestione, in dialoghi snodati. Quasi un interludio a due voci libero e densissimo, quasi frequenti rimandi dal cuore alla mente, quasi sinestesie, quasi polifonie di riflessi capaci di venirci incontro per consegnarci l’impalpabile, diafana poetica custodita nella quotidianità, ordinaria architettura di emozioni estreme e discordanti eppure capaci d’inarcarsi sullo sfondo del reale nel quale sono sospese. Progressioni di malinconia e movimenti increspati di nostalgia navigano verso la staticità delle composizioni rimodellandone la melodia visiva con un perfetto equilibrio di guizzo creativo e senso estetico. La complessità di queste opere è risolta dall’artista con apparente semplicità: colori, ritmi, materiali nuovi, tempo, oggetti divengono tensioni espressive sulle quali acuire la propria sensibilità prima trattenuti e poi lasciati scorrere come impressioni – azioni costituenti la metafora delle relazioni tra il corpo delle sensazioni, il mondo e l’Arte. Quella di Ianese sembra essere una rinnovata modalità espressiva che cerca di capire verso quale visione delle cose ci stiamo incamminando. Se voltiamo lo sguardo verso i suoi volti e riascoltiamo il sussurro di smarrite dissonanze, che da lontano riecheggiano fino a noi in modo sempre più incalzante, fino quasi a toccare l’ispirazione magica e meditata delle tessiture, e se ancora osserviamo le interessanti combinazioni scultoree, ci viene incontro una verità acuta, un’intuizione artistica armoniosa e compatta che lentamente ma inesorabilmente prende possesso della visione globale dell’esistenza immersa nel controcanto del reale con tutte le sue spigolature, i riflessi, le incrinature, le ferite, le disgregazioni intimistiche. La razionalità, allora, vacilla, il visibile si scolla e l’invisibile trionfa nel reale sotterraneo e originario. Luogo coscienziale, orizzonte di senso capace direndere assoluto e vero ogni singola esperienza artistica, impastata alla vita stessa di Ianese a contatto ravvicinato con l’universo sensoriale, corporeo e materiale dell’uomo. di Antonella Iozzo © Produzione riservata Curriculum Molto sensibile al sociale e ai temi contemporanei umani, trasmette nei grandi volti un’espressività forte e impattante, testimonianza del tempo e dell’inquietudine del XXI secolo. La sua è una forma che fuoriesce esplosiva dalla forma stessa ed invade, prepotente, i piani dell’emotività dello spirito, a volte, del misticismo come oasi di salvezza e catarsi. Lavora sul colore, sulla materia, sul monocromatico; approfondisce, scavando nelle viscere, il segno ed il suo linguaggio più recondito. Questo nella danza solitaria, quasi metafisica dei volti imploranti e determinanti che invadono spazio e tempo per ritrovare quella sorta di umanità, la morbidezza del sentimento più puro.Affronta temi socialmente scottanti(2002/2005) come Terry Schiavo nel’ trittico incatenato’, o i militari deceduti a Nassirya, o la deflagrazione bellica, o donne di Bèslan(2003), Tsunami in Sry Lanka,Vayont2003. La pittura diviene un mezzo di analisi, di introspezione, di ricerca, di domanda sulla vita sul suo mistero; ma anche di gioiosa danza ricca di speranza e utopie: liberazione del tormento interiore. 20003/ottobre: per i 40 anni dalla tragedia Vajont, ha donato un quadro che rappresenta una sopravvissuta, al comune di Longarone. Dona opera al ROTAY CLUB DI CORTINA-PIEVE DI CADORE con grande ritratto dedicato al fondatore del Rotary: PAUL HARRIS. Dopo molti anni di studio sulla forma, sul segno, l’artista ne esce varcando i luoghi più universali e, nell’informale-concettuale trova il suo linguaggio tutto personale ;nascono così i ‘ tela-ri-FERIMENTI ‘(2002/2003), profondi feritoi, che legano spazialmente “un dentro da un fuori”. Segni dell’anima che divengono specchio di quelli universali, ovverosia microcosmo e macrocosmo, rappresentate su campiture monocromatiche. Seguono ‘ TEXTURE-COSMICHE ’,(2004/2005)materiali vari a moduli ripetuti decontestualizzati dal loro uso quotidiano, molto spesso scarti e “monnezza” che elaborati acquistano nuovi linguaggi e simbologie-apprezzati molto a NEW YORK. Spesso legati da fili che ne equilibrano l’armonia e la texture stessa e ne elaborano il simbolo e il significato-significante. Anche ‘metamorfosi di un’anima dannata ’-esposta al Castello Estense di Fe: un ciclo di cartoncini sui vari mutamenti dell’anima, razionalizzati e legati da una sorta di filo d’Arianna, che unisce i volti ai feritoi alle texture, osmosi del tempo. Tra le varie mostre e riconoscimenti ricordiamo: Ha illustrato libri di poesia, vinto concorsi, creato scenografie per spettacoli teatrali: da questa esperienza nascono “I CARTOVOLANTI”, rappresentazioni di volti dipinti su cartoni, appesi ovunque nello spazio, svolazzanti, viventi. 2005 2007 2009 “LAVORIinperCORSO” :ARTE SOCIALE INTERNAZIONALE, eventi e testimonianze della contemporaneità con il grande DITTICO INCATENATO, TERRI SCHIAVO, DONNE DI KABUL, SARAJEVO, SOMALIA, DARFUR, TEXTURE-COSMICHE E L’APOSTOLO DELLE GENTI
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