Morandi a Palazzo Diamanti
Una mostra raffinata
che pone il visitatore in comunicazione sensoriale con le opere
Ferrara – Un evento realizzato da Ferrara Arte in stretta collaborazione con le Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e il MAMbo – Museo D’arte Moderna di Bologna. Più di centotrenta incisioni come poesia di estrema profondità fatta di segni dal duplice valore: fisico e mentale; intimo e reale. Una mostra di notevole spessore, nelle sale espositive, infatti, si dispiega la produzione creata dall’artista lungo l’intero arco della sua carriera. Una produzione intensa e costantemente in dialogo con la storia dell’arte, come si denota da “Il ponte sul Savena a Bologna” e il “Paesaggio. Grizzana” del 1913 d’impronta cezenniana, per passare poi al piglio cubo – futurista di “Natura morta con bottiglie e brocca “ del 1915. Degli anni venti, invece, un gruppo di nature morte nelle quali Rembrandt è una presenza, una velatura sommessa, un ricordo elaborato in maturazione artistica. Paesaggi e nature morte, quasi ritratti eleganti, intimi, intrisi di rarefatte atmosfere, nei quali il tratto distilla il tempo e traduce la profondità della trasparenza nella verità delle cose.
La tecnica dell’incisione e dell’acquaforte raggiungono con Morandi livelli eccelsi, la purezza sfiora l’invisibile e sulla pelle dell’anima si deposita il gesto artistico divenuto lirico momento eterno ed irripetibile. L’essenza di queste opere sta nella loro unicità, perché per Morandi ogni emozione, ogni segno, ogni inclinazione è un mistero che appartiene al suo divenire, una realtà irriproducibile nella opere seriali.
Spesso nelle composizione delle nature morte, per le quali è divenuto famoso, Morandi utilizza gli stessi oggetti, e nonostante siano la medesima bottiglia, brocca, vaso o scatola a rivivere sul supporto l’effetto cambia. L’intensità della luce, i giochi d’ombra, le sfumature rivelano il suono nascosto dietro la forma con una modulazione sempre diversa, una fascinosa variazione che alimenta la perpetuità naturale e condensa il racconto del silenzio sull’intera visione.
Infinite, lenticolari, impercettibili tocchi di luci, sfumature che velano più che rivelano il volto del tempo, sono autentici scrigni quali, appunto “Natura morta con oggetti bianchi su fondo scuro” e “ Natura morte di vasi su un tavolo “ o ancora “ Natura morta a grandi segni”.
E se la ricerca di Morandi sta nella forma, il fluire, la sospensione, divengono sinfonie di bianchi che avvolgono il naturale intorno alla forma. Gradazioni tonali, dilatazioni di ombre, evaporazioni di sfumature si elevano da opere come “La strada bianca”, nelle quali mentre la tensione vanifica prende corpo la consapevolezza dell’imprevedibile accadere delle cose, ecco allora che l’emozione, l’evocazione suggestiva muta in esperienza.
Una mostra raffinata curata da Luigi Ficacci, che pone il visitatore in comunicazione sensoriale con le opere, una condizione che il curatore e il suo team hanno ritenuto di estrema importanza per poter almeno giungere fino alla soglia dell’essenzialità racchiusa nell’opera incisoria di Morandi.
Pensieri, concetti, sintesi di comunicazione artistica che continueranno con la mostra “Alla dolce Patria”: il ritorno in Italia di Filippo de Pisis , nata sempre dalla collaborazione fra Ferrara Arte, le Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e il MAMbo di Bologna e che si terrà presso il Museo Morandi di Bologna dal 9 maggio a 19 luglio 2009.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
16/04/2009
Immagine :
Natura morta con cinque oggetti, 1956
Incisione all’acquaforte da matrice di rame, inciso mm 141 x 202
Bologna, Museo Morandi
Bologna, foto Archivio Museo Morandi
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