Paseri, rivelazioni,passioni


Marco Paseri. Mistiche rivelazioni, umane passioni
Senso di saggezza e forza spirituale…Un’immagine che ci mostra tutta la pienezza dell’amore tra Dio e l’uomo…Linguaggio simbolico di un Arte, quella delle  icone, che non raffigura in quanto costituisce l’altro mondo e l’artista
 
a cura di Antonella Iozzo

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Fascinazione sublime limpida sino al canto.  Con Marco Paseri l’infinito ha trovato la luce nella pittura  ed il finito l’essenza dell’assoluto. Forme della pittura e figure dello spirito, il mondo dell’icona si rivela.
Hanno la stessa bellezza e lo stesso prezioso mistero di un poema sinfonico in miniatura, che alterna toni di dolenza espressiva a squarci di estatica tenerezza. Sono gemme di arte sacra incastonate tra lo spirituale della forma ed il visibile dell’anima.
Purezza, espressione immediata, forza di colore: lied che raccontano il sensibile, che evocano il trascendente, che esprimono il senso del simbolico.
Immagini su tavola a tempera o all’uovo,  una tecnica antica che l’artista utilizza con estrema abilità consegnandoci composizioni penetranti e maestose, quanto intime e delicate, potremmo quasi definirle solenni e rigorose partiture musicali come quelle di Johann Sebastian Bach.

I soggetti sono fissati nella loro eminenza atemporale con un realismo capace di suscitare la vita religiosa interiore, di conseguenza, le raffigurazioni risultano, lineari, essenziali, esteticamente ben composti, sia dal punto di vista immaginativo che da quello pittorico.
Anche il colore gioca un ruolo rilevante: quello di un linguaggio simbolico che esprime la luminosità delle cose e dei volti umani, irradiati, appunto, da una luce, la cui fonte si trova al di fuori del mondo fisico.

La raffinata sapienza di Paseri sembra rafforzare questa celestiale visione attraverso puri giochi luministici, ispirati dalla consapevolezza dell’immenso.
Sono passaggi dorati che incarnano la luce non terrestre su uno sfondo, sempre dorato,  simboleggiante lo spazio dell’invisibile, non ci sono chiaroscuri, invece, proprio perché nel regno di Dio tutto è pieno di luce.

Nelle icone Paseri esalta, come da tradizione, soprattutto gli occhi, specchio dell’anima che raggiungono un’intensa efficacia espressiva quasi magnetica, capace, insieme ai lineamenti fortemente poetici, di attraversare lo spazio invisibile, uno spazio capace di sottendere ogni dimensione finita ed individuale, e procurare un’estatica sensazione sulla pelle del nostro sguardo. E’ quanto proviamo ammirando la “Madonna con quattro angeli”,  un stabet maetr di struggente bellezza dove gli angeli sono posti in modo ben ritmato in una gestualità simbolica che rendono quasi tangibile il silenzio.

In “Madre che indica la via”  la Madre di Dio mostra, con la mano destra, il Bambino Gesù seduto sulla sua mano sinistra. Le immagini sono severe, dirette, le teste di Cristo e della Vergine Maria non si toccano, sembra quasi che la Vergine voglia dire  a tutto il genere umano che il vero cammino è il cammino verso Cristo. Paseri in quest’icona ha saputo presentare Colei che indica il cammino verso Dio e verso la salvezza eterna, con una trepidazione artistica intrisa di trasparenza e poesia.
Senso di saggezza e forza spirituale anche nelle varie versione di “Madre della Tenerezza” : il Bambino Gesù, con la guancia sinistra tocca quella destra della Vergine, un gesto che rappresenta il rapporto, colmo di tenerezza, tra Madre e Figlio. Un’immagine che ci mostra tutta la pienezza dell’amore tra Dio e l’uomo,  pienezza possibile soltanto nel grembo della Madre-Chiesa. Amore che unisce quello che è celeste a quello che è terrestre, il divino e l’umano: unione espressa dai volti che si toccano e dalle aureole congiunte.

 
Linguaggio simbolico di un Arte, quella delle  icone, che non raffigura in quanto costituisce l’altro mondo e l’artista, con l’intuizione  aperta al sentimento  del divino, ne incornicia l’estrema quanto viva palpitazione.

La mano di Paseri segue l’anima, la mente il disegno, la memoria il lirismo nonché il realismo di un’eredità artistica che nel corso dei secoli ha nutrito la sua ispirazione, la sua ascesa creativa, le sue molteplici forme del vivere nel nettare dell’Arte.  Suggella le icone e scivola in composizioni religiose, attraverso una continua variazione di pose e attitudini dalle quali cerca sempre di riprodurre, in un impianto scenico carico quasi sempre di allusioni simboliche, la naturalezza dei rapporti affettivi.
Grazie ad un principio armonico strutturale ed equilibrato, raffigura, in “Madonna del Mulino” il tenero amore di una madre che si rivolge, con uno sguardo lievemente assorto, all’infante, mentre sullo sfondo il paesaggio appare avvolto da un’atmosfera tersa e limpida che rimanda ai grandi maestri del passato.

Figura e ambiente, primo piano e sfondo sembrano decantare, in questa come in molte sue opere,  un’esperienza sensoriale in grado di tradurne la fluidità luministica. La sorprendente perizia nella cura dei dettagli, l’impianto solido e rigoroso, le cromie morbide, la bellezza, intesa come riflesso di quella divina, traspaiano, così,  con un sentimento filigranato nell’incanto di rappresentazioni come “Natività” o “ Sacra Famiglia”. Volti raccolti e musicalità latente, sembrano incarnare la vita riflessiva, l’invisibile, il sensibile, mentre un ritmo cantabile aleggia su tutte le composizioni.

L’ispirazione di Paseri scorre in un’effusione artisticamente  sentimentale ricca di accordi tonali e pulviscolari, capaci di rendere ogni  opera anima e materia. Intenso stimolo per l’occhio dello spettatore irretito nel poetico realismo del significato morale.

Il tempo scorre sui ricordi e la sua figurazione subisce la metamorfosi infuocata dell’atto creativo, l’istinto galoppa l’immaginario, esplora le sue ombre ed edifica nuovi format.

Viaggi della mente, idee librate nella forma, sogni bagnati nel colore, desideri animati dal gesto, disegnano l’aria intorno a personaggi simbolo del secolo che stiamo vivendo : Karol Wojtyla, Barack Obama, Madre Teresa di Calcutta.  Il loro sguardo, la mimica, la postura,  ovvero la loro aurea, paiono veicolare la forza, l’energia e contemporaneamente l’infinito mistero che avvolge l’esistenza, domande distese nelle cromie morbide, nelle lunghe e precise pennellate, nel riverbero chiaroscurale.

Sussurri di pennello ci conducono nel luogo pittorico di Paseri, un luogo atemporale dove situazioni e personaggi danzano la teatralità del momento. In alcune sue tele infatti, l’impianto luminoso e il tipo di comunicazione  rimandano a quello da palcoscenico.

Atmosfera d’attesa, squarci di vissuto alle spalle, illusioni in prospettiva e sul volto solo un eterno adesso. Cambia la scena, anzi il ritratto diviene scena, scenografia in bianco e nero,  spazio vitale, dove grandi occhi suadenti ricompongono la danza di un feeling struggente, intenso, lunare che ha lasciato sulla pelle la tenerezza velata di una passione mai spenta, “Perché mi guardi” se tutto implode in fondo al cuore?

Ancora un mutamento di rotta, di stile, di tecnica, ancora una linea che traccia felici combinazioni di sintesi artistica e la vena creativa di Paseri, ci appare come una partitura armonica che dispiega le sue cadenze in chine dalla severa pulizia tecnica.

Paesaggi che mantengono intatta l’atmosfera bucolica, la quiete, la semplicità del quotidiano, la dolcezza di favole imbevute di effluvi teneri e romantici ricomposti con  minuzia dei dettagli e grande finezza di tratto. Sono scrigni che raccontano di un tempo trascorso, di un lume fioco nel casolare delle nostre tradizioni più lontane, di castelli che accendono la fantasia.  Un’infinita capacità inventiva e creatività il cui senso di libertà disegna l’universo espressivo di Marco Paseri.

  di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata    
                    31/03/2011)

 
Curriculum

Marco PAseri,nato in Piemonte in provincia di Vercelli nel 1969 ma Trentino d’adozione, Marco Paseri dipinge dal 1988.
I soggetti dei suoi primi quadri, sono gli scorci di Torino, dove lavora oppure del suo paese nativo ed i ritratti di personaggi; genere, quest ultimo, che non ha mai abbandonato e che ha ripreso recentemente con uno stile completamente diverso ed in continua evoluzione. 
 Dopo vari trasferimenti per lavoro, nel 1990 si stabilisce definitivamente in Trentino, nella Valle di Non, dove trova nuove ispirazioni; e’ affascinato dai suoi castelli, dalle sue residenze gentilizie ricche di storia, dalle montagne, dalle baite che dipinge quasi sempre sotto un manto di neve immacolata che contrasta magnificamente con i cieli sempre tersi.
Incoraggiato da Celso Cavosi, gallerista bolzanino originario della Valle di Non, Marco Paseri organizza la sua prima personale a Cles nel 1995 presso la sala della Colonna nel Palazzo Assessorile.
Seguiranno altre mostre personali negli anni successivi (1996-1997) a Fondo, Sanzeno e Vervo’, in Valle di Non; partecipando sempre negli stessi anni a collettive con gruppi di artisti locali.
Nel 1998 frequenta la scuola Andrej Rublev di Trento, dove impara la tecnica della tempera all’uovo dal maestro iconografo Fabio Nones.
Da qui ai prossimi anni abbandona quasi esclusivamente l’olio su tela e su rame, per studiare arte antica ed eseguire numerose icone a tempera su tavola ispirandosi ai pittori del gotico e del Rinascimento e collocando scene sacre nei paesaggi della sua valle.
Questo lavoro è suggellato nel 2007 da una mostra personale nelle sale del prestigioso ed antico Palazzo De Gentili proprio a Sanzeno, dove vive, con l’emblematico titolo “Immagini del mistero” .
La mostra personale più recente è stata presso la sala esposizioni del Centro Direzionale della Cassa Rurale di Tuenno a Cles nel novembre del 2010.
Dal 2009 è socio dell’associazione culturale ARS 95 (gruppo artisti Valle del Noce) con la quale sta esponendo a Cles presso il Palazzo Assessorile con una collettiva.

 Il sito dell’Artista:  marcopaseriicoloridellarte.blogspot.com

 
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
               (31/03/2011)

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