Patrizio Mugnaini
Inizialmente materializzo il quadro nella sua essenza grafica
Patrizio Mugnaini. quando la riflessione è pensiero nel pennello.Un incontro tra le due dimensioni della pittura che all’ombra del presente rivelano il passato, un percorso verso la luce per ritrovare e ritrovarsi “ipotesi di coscienza” nel quotidiano, nel contemporaneo.
Chi è Patrizio Mugnaini?
Uno come tanti che cerca di comunicare.
Artista per esprimere il non descrivibile o per imprimere il senso, l’anima dell’Arte?
Facendosi interprete del rumore di fondo che ci circonda, frutto del nostro passato, presente, futuro.
Arte, realtà, vita, distinguerli è come ammettere di conoscerne i confini. Secondo lei è possibile? Fin dove può spingersi la nostra conoscenza?
Ogni pensiero, ogni sogno, anche il più fantastico esiste ed è realtà, vive con noi per noi, spesso nella nostra assoluta ignoranza.
Come inizia un suo lavoro?
Svuotandomi e aspettando.
Andare oltre il tangibile, trovare l’impenetrabile, viaggiare tra l’onirico e la visione simbolica. Sono queste le sensazioni provate dinanzi alle sue opere. Quali sono le sue sensazioni quando l’opera è ancora dentro di lei?Vive e dinamiche. Inizialmente materializzo il quadro nella sua essenza grafica. Nella realizzazione, la visione iniziale muta con i colori, le luci, le ombre, le tonalità che si fondono e si stratificano a rappresentare un’era geologica del mio pensiero, un unico, una parte di me.
Dipingere una tela è un atto d’amore?
No, per me rappresenta un tentativo di comunicare col prossimo, un atto di fede.
Quali sono i maestri della storia dell’Arte che ammira di più? E l’opera d’arte in assoluto?
Sono tanti: ho un affetto particolare per Vincent Van Gogh, le sue opere, la sua vita, la sua lotta per comunicare e la sua resa davanti all’ indifferenza.
Cosa pensa dell’Arte contemporanea?
Al tempo il giudizio, fra cento anni si ricorderanno soltanto i migliori.
L’opera che non avrebbe mai voluto vedere?
Nessuna. Ognuno ha diritto ad esprimersi.
E quella che avrebbe voluto fare lei?
Quelle che ho fatto, le mie.
Il silenzio della pittura quale musica evoca?
Il tocco impalpabile di lunghe dita su una tastiera multicolore di un piano a coda laccato di rosso permanente chiaro, sospeso fra finito e infinito.
Lei ha partecipato a varie iniziative promosse dalla rivista Bluarte come la collettiva virtuale “Suoni Dipinti”. Qual’è il suono dipinto nella forma del suo tempo? E quello del mondo che la circonda?
Il nostro tempo lo identifico in una nota musicale acuta ripetuta in maniera ossessiva e apparentemente casuale, cacofonica. La musica del mio mondo: J.S. Bach – Goldberg Variations 1955 & 1981 suonate da Glenn Gould
Patrizio Mugnaini in tre aggettivi.
Irriverente, ironico, irascibile.
Il suo futuro artistico?
L’ombra del mio passato.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
( 27/03/2009 )
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