Peter Hedman e Tanja Aumanen.
L’armonia nella forma dell’anima.
Linguaggi dell’anima, nel contrasto apparente del linguaggio espressivo
a cura di Atnonella Iozzo
Peter Hedman e Tanja Aumanen, l’armonia nella forma dell’anima. Peter Hedman e Tanja Aumanen, fusione d’intenti e feeling emozionale per pulsazioni simmetriche sul limite della passione. Giochi – forza di un Arte che respirando il passato nei riflessi del futuro, porta in sé il fascino del tempo. Mai il ferro è stato così sensuale nella sua duttilità scultorea, ma la pittura è stata così magnetica nell’avvolgerlo in un’espressività dilagante. Sono opere che narrano di un’umanità in continua ricerca, sono visioni ironiche, intense, teatrali colme di materia intrecciata alla tensione drammatica del ferro e dalla quale si staccano cellule di sensibilità pregne di colore saturo e di musica celebrale. Un’estatica danza le cui movenze dipingono il mondo interiore analizzando l’evoluzione del sensibile. Linguaggi dell’anima, nel contrasto apparente del linguaggio espressivo, fluiscono in malinconica poesia, in evocazioni oniriche, in scene di fantasia abitate da personaggi solitari, capaci quasi di trasfigurare il vero del quotidiano in immensa forza visionaria. Dalle piccole alle grandi dimensioni fino a ricoprire intere pareti, in ogni lavoro si libra l’estetica di Hedman e Aumanen, seduzioni materiche e cromatiche raccolte in un lirismo commovente, dilatato in forza evocativa. Superfici quasi scrostate e ruvide di materia si lasciano osservare attraverso i tagli sfrangiati, squarci inferti da Hedman sulla lastra metallica e che adesso sembra essere sostanza malleabile e leggera, quasi membrana cartacea strappata violentemente. Da queste lacerazioni affiora un mondo magico dal realismo latente, è un solenne spazio infinito, tangibile e concreto che determina un’interazione tra opera e spettatore. Mosaici di lucida fusione ferrosa e trame cromatico –musicali, come una bruciatura sul corpo del nulla, si aprono all’improvviso al cielo sgranato e crivellato di fuochi e fiori. È una partitura armonica di figure, forme e segni atti a sciogliersi in un fraseggio musicale ampio e profondo, nel quale la ragione divora l’inconscio. Le sue lacrime scivolano tra le sfumature di un desiderio cristallizzato nei luoghi della mente e da qui esprime il più intimo tormento dell’esistere: la gravità del dolore primigenio, il peso dell’universo. Tenera è la notte nel dissolvimento gestuale di Aumanen, disarmante il suo lento abbandono tra i freddi piani di Hedman. Impatto che brucia forgiandosi in un accordo dentro il quale spazio e tempo si vanificano, sintesi tra astratto e figurativo capace di evocare senza rivelare, dal ferro sembra, infatti, schiudersi un organismo primordiale, una forma tracciata da Aumanen e palpitante nella corolla della sensibilità. La sua energia sembra scivolare nella profondità del colore per poi ritornare al suo riposo in lastre metalliche che circondano e delimitano l’interno e l’esterno, il dentro e il fuori in una contorsione di tensioni ed emozioni che si avvolgono su se stessi descrivendo momenti di turbamento, di silenzi e di sottile inquietudine. La tenacia del ferro si liquefa sfidando il sogno di essere soffio vitale tra le ali di una farfalla e dietro l’ultima nota dipinta il pensiero, che sostiene la forma, diviene preludio di una nuova alba. Nudo colore, raffinata forza, sinuosa gestualità, leggiadra solidità, essenze nella straordinaria maturità artistica di Hedman e Aumanen. Una creatività ispirata anche dal subconscio, dai sogni, dalle sofferenze, dall’aspirazioni, dalle speranze e dalle gioie divenute sostanza capace di insinuarsi tra i primi piani, lo sfondo e lo spazio, fino a essere ricordi sfuocati, lontani nel tempo. I lavori dei due artisti sembrano essere “ambienti” dove tracce di vita dal passato emergono silenziosamente in un’atmosfera sospesa. Distorsioni di senso rielaborati come sintesi espressiva con tecniche diverse con materiali diversi ma con lo stesso identico flusso passionale e potere evocativo. Nell’eterno della forma giace la creazione dell’anima, su di essa l’azione essenziale dell’impulso prorompe: nasce l’opera, fondamento dell’intimità col mondo. Dipingere scolpendo il suono delle sensazioni, scolpire dipingendo il respiro che sfiora l’immensità del giorno, è una reciproca relazione di fondo, è un processo spirituale che ha origine dall’intervento di Hedman e Aumanen e che si esprime attraverso gesti, movimenti, luce e colori capaci di risuonare davanti agli occhi dello spettatore, e nei loro sguardi nascono pensieri e vibrazioni simili a quelli che gli artisti hanno orchestrato in composizioni che superano il confine fra la coscienza dell’essere e la percezione dell’esistere. E se Aumanen cerca e trova nella linea scultorea il tempo del quotidiano, Hedman travasa nella pittura il sentimento. Sono poemi irreali quanto lo è la realtà più vissuta, è un continuum con le onde scardinate dei ricordi e dei sogni che s’increspano nel radioso delirio del ferro liquefatto nella dirompente espressività cromatica. L’estensione sensoriale di Hedman e Aumanen è un orizzonte aperto dal quale fluisce una straordinaria continuità di idee. Un’epidermide ricreata in apparenze di corporeità che racconta lo stato interiore, la dilatazione diffusa dei sentimenti. Nelle essenzialità naturali e palpitanti dei colori e nelle loro stratificazioni si scorge un dialogo con l’equilibrio formale della struttura, pelle ferrosa che mantiene senza costringere, una compenetrazione armonica dove il tempo dell’opera si trasforma in visione sul tempo dell’anima, permettendo un’immersione reale e spontanea tra le varie sensorialità. Esperienza estetica dove tutte le sensibilità concorrono ad una sensazione narrativa totale. Ombre , luci, stridori della mente, forme galleggianti nella tenerezza, incertezze spentesi nella consunzione del ferro, ora afferrano con decisione le mani degli artisti, si avviluppano sulle loro ispirazione e indicano la relazione tra l’uomo, le necessità spirituali e il mondo. Impressioni sensibili nella coscienza artistica di Hedman e Aumanen, armonia nella forma dei sensi, respiri nella forza visiva. di Antonella Iozzo © Produzione riservata Articolo correalto: Peter Hedman – Tanja Aumanen |
Peter Hedman and Tanja Aumanen, a harmony in the form of souls. Peter Hedman and Tanja Aumanen, fusion of intents and emotional feeling giving symmetrical pulsations on the limit of passion. Interplay – a force of an Art that breathes the past in the reflections of the future brings within itself a fascination of time. Never before has iron been so sensual in its sculptural pliability. Painting, however, has been so magnetic in wrapping itself in rampant expressive fashion. These are works that tell of humanity in constant quest, they are ironic visions, intense, theatrical full of intertwined subject matter to the dramatic tension of the iron and of which are detached cells of sensibility full of saturated colour and cerebral music. An ecstatic dance whose movements depict the inner world by analyzing the evolution of the sensible. Languages of the soul, in apparent contrast to the expressive language, flow into melancholic poetry, dreamlike evocations in fantasy scenes inhabited by solitary figures, capable of all but transfiguring the truth of everyday life in immense visionary power. From small to large dimensions up to covering entire walls, in each work hovers the aesthetics of Hedman and Aumanen, material seduction and colours gleaned in a touching lyricism, dilated in evocative power. Virtually blistering and rough surfaces of matter allow themselves to be observed through the cuts and gashes inflicted by Hedman on the metal plate which now seems to be malleable and light, like violently torn paper membrane. From these fragments emerges a magical world of hidden realism, a solemn infinite space, tangible and concrete which determines the interaction between the work and the spectator. Mosaics of shiny melted iron and coloured texture – music, like a burn on the body of nothingness, suddenly they are revealed to the wide open heavens and riddled with fire and flowers. It is a score of harmonic shapes, appropriate forms and signs that dissolve in a wide and deep musical phrase, in which reason devours the unconscious. Tears slipping through the nuances of desire crystallized in the places of the mind and hence expressing the deepest anguish of existence: the seriousness of the primordial pain, the weight of the universe. Tender is the night in Aumanen’s gestural decomposition, disarming its slow abandonment of the cold surfaces of Hedman. A burning impact that forges an agreement in which space and time are frustrated, a synthesis between the abstract and the figurative able to recall without revealing, from the iron it seems, releasing a primordial organism, a form drawn from Aumanen and pounding in the corolla of sensitivity. Her energy seems to slide into the depths of colour and then return to his den in the metal plates that surround and limit the inside and the outside, in a twist of tensions and emotions that are wrapped up within themselves by describing moments of disturbance, silence and subtle unrest. The tenacity of the iron melts in defiance of the dream of being a breath of life between the wings of a butterfly and the last note painted behind the thought, which maintains its form, and becomes a prelude of a new dawn. Nude colour, refined power, sinuous gesture, graceful strength, this is the essence of the extraordinary artistic maturity of Hedman and Aumanen. A creativity that is also inspired by the subconscious, dreams, suffering, aspiration, hope and joy become substance capable of hinting at close-ups, depth and space, to be hazy memories, distant in time. The works of these two artists give the impression of an ambience where traces of life from the past emerge silently in a suspended atmosphere. Distortions of meaning reworked as expressive synthesis using different techniques with different materials but with the exact same stream of passion and evocative power. In the eternity of the form lies the creation of the soul, on it the essential action of the pulse explodes: the birth of the work, the origins of intimacy with the world. To paint in sculpture the sound of sensations, to sculpture in painting the breath that touches upon the immensity of the day, is a reciprocal relationship of depth, and a spiritual process which has its origins in the hands of Hedman and Aumanen and is expressed through gestures, movements, light and colours to resound before the eyes of the viewer, in their eyes thoughts are born as well as vibrations similar to what artists have orchestrated in compositions that exceed the boundary between the consciousness of being and the perception of existence. And if Aumanen seeks and finds in the line of sculpture moments of everyday life, Hedman pours feelings into Aumanen’s paintings. They are imaginary poems as is reality most lived, a continuum with the waves of memories and dreams unhinged rippling in the radiant delirium of iron in the liquid explosive expressiveness of colour. Hedman’s and Aumanen’s sensory range is an open horizon from which flows an extraordinary continuity of ideas. A surface recreated in appearances of corporeality that tells the inner state, the expansion of widespread feelings. In the innate essentialities and in the pulsations of colours, and in their layers can be seen a dialogue with the formal equilibrium of the structure, a ferrous complexion is kept without force, a harmonious intermingling where the rhythm of the work transforms in a vision of the rhythm of the soul, allowing real and spontaneous immersion in the various senses; an aesthetic experience where all the feelings contribute to a total narrative sensation. Shadows, lights, screeching of the mind, floating shapes in tenderness, extinguished uncertainties in the consumption of the iron, now firmly grasp the hands of the artists, become entangled in their inspiration and show the relationship between man, the spiritual necessity and the world; sensitive impressions in the artistic consciousness of Hedman and Aumanen, harmony in the form of the senses, breaths in the visual power.
by Antonella Iozzo © Produzione riservata |
Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1