Sargent indaga con la delicatezza del pennello
Venezia – Un americano a Venezia riveste la città lagunare di un fascino sospeso, di suggestioni mitigate nella luce e in chiazze di colore. John Singer Sargent, il maggiore esponente dell’impressionismo statunitense è in mostra a Venezia c/o il Museo Correr fino al 22 luglio 2007, con 54 acquerelli e dipinti realizzati tra il 1880 e il 1913.
Sargent cresce a Firenze, studia a Parigi dove si trasferisce a diciotto anni e dove s’iscrive all’Ecole des beaux-arts e viaggia continuamente a partire dal 1879 tra l’Italia,la Spagna, l’Olanda e il Marocco. Ma è Venezia a stregare il suo talento, qui diviene inizialmente famoso come ritrattista dell’alta borghesia, anche se ben presto sposta la sua attenzione verso le scene di vita popolare, verso l’architettura della città, verso il profilo delle donne che vedeva attraversare i campi.
Sargent , racconta con l’uso dei chiaro scuri, con le sfumature, con i riflessi cangianti dell’acqua, la poesia, la vita, la quotidianità, la decadenza e la teatralità di una Venezia a cavallo del secolo, in cui i cambiamenti in atto, influenzavano anche, se non soprattutto, la vita interiore. La stessa vita interiore che Sargent indaga con la delicatezza del pennello, strumento di dialogo tra gli occhi delle donne innamorate e la miseria che scivola tra e su di esse.
Con Sargent le scene di vita di osteria si alternano a squarci di palazzi, di ponti, di chiese; architetture maestose riprese da un punto di vista ribassato, ideale per rivelarne la stupefacente spazialità da un’angolazione particolare e originale, quasi costruita con un sapiente uso del colore, come risulta con molta evidenza negli acquarelli: delicate sospensioni cromatiche nella precisione della struttura compositiva.
Gli scorci delle piazze e delle colonne, riprese al calar del sole, sembrano danzare sull’acqua, mentre il nostro sguardo segue quel dolce movimento ripreso nella staticità della tela.
Alle vedute più celebri quali: Il ponte di Rialto, San Giorgio Maggiore, Palazzo Ducale, seguono opere di artisti coevi a Sargent, come Ettore Tito, Alessandro Milesi, Luigi Nono, in modo da offrire un interessante confronto,la Veneziadi Sargent, infatti, è avvolta da un’aurea di romanticismo, di atmosfere soffuse, di sensazioni imbevute di malinconia, e i palazzi divengono protagonisti pronti a svelare realtà nascoste alle menti perse nella falsa trasparenza del fascino palpitante della laguna. Ecco perché Sargent riprende più volte lo stesso angolo di chiesa, lo stesso dettaglio, la sua pittura non è una pittura vicina al vedutismo veneto, che ben conosce, ma alla vita delle emozioni adagiate sul fondo di uno specchio d’acqua che rispecchia il viso della gente segnato dalle pieghe della sofferenza e da ricordi trattenuti.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
18/08/2007
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