Collettiva ” VEDO CREO… RIFLESSIONI
con gli Artisti: Isella Barresi, Claudia Bertera, Alfonso Camplone, Umberto Cesino, Anna Kappler, Marco Paseri, Erri Rossi e Federica Sandrini
L’istinto nel frangente del domani, accende una nuova emozione… adesso vedo, creo vesto riflessioni di sogni indossati dalla fantasia.
BARRESI |
Retrospettiva d riflessioni svelate dalle indagini artistiche di Barresi, Bertera, Camplone, Cesino, Kappler, Paseri, Rossi e Sandrini . Pennellate folgoranti guardano nel silenzio di un’anima proiettata oltre l’orizzonte e ne illuminano l’incarnato, diafana elegia che si estende nell’immenso. Vedo frammento e spazio fantastico, creo come esperienza singola e slancio universale e trasformo in forme e colori le infinite dicotomie della vita. Silenzioso dialogo tra l’estro e le maestose architetture della mente, entrano in scena le riflessioni. Dal buio profondo squarciato da mirabili intuizioni e da suoni evocativi l’opera prende lentamente forma in un equilibrio perfetto tra armonia e dissonanza, classicità e contemporaneità. La maestria compositiva e la tecnica di Bertera dispongono un ottimo impianto scenico nel quale ciò che il sub cosciente vede e l’inconscio crea viaggia in un “multiuniverso” fatto di dimensioni emotive parallele. Osservando i dipinti sembra quasi di toccare i riflessi del pensiero, quelle strane percezioni che sfiorano bellezza e dolore e pulsano della stessa sostanza dell’esistenza. Un mosaico di sensazioni che permette d’enfatizzare l’intensità dell’immagine trasformandola quasi in un baricentro di pulsioni emozionali. È la materia stessa delle riflessioni che emerge da queste opere caratterizzate da una certa valenza astratta pervasa da una realtà del profondo che apre la via ad una second life da vivere nel nostro tempo L’istinto nel frangente del domani, accende una nuova emozione… adesso vedo, creo vesto riflessioni di sogni indossati dalla fantasia. È l’inno artistico di Paseri. I colori squillanti della natura, le luci dell’aria, il segno ampio della creativa rivelano una fervida immaginazione nutrita da evocazioni fiabesche che si dispongono con naturale eleganza sul supporto dando vita ad un mondo sensibile nel quale l’occhio del sensibile e quello della mente s’integrano vicendevolmente al fine di percepire la bellezza e di viverla. Una poetica seduzione che ci conduce nel rigore del segno rivelandoci l’estatica danza di valenze simboliche che da millenni intrecciano il fascino di antiche leggende all’essenza della tradizione. Creazioni quelle di Cesino come sedimentazione delle esperienze visive vissute ed elaborate in riflessioni artistiche. Vedute nella quali la verità è intrisa dell’impressione fuggevole del reale, magico momento in cui il bello ha accarezzato l’occhio combinandolo con il poetico, l’immaginario, il lirismo. È come se l’artista ricomponesse la natura animandola di realismo impeccabile grazie ad un’autentica sincerità visiva ci sembra quasi di seguire il movimento del pennello che, con piccoli movimenti fonde i tocchi in maniera abbastanza uniforme dando l’idea delle distanze e dei volumi, sembra quasi di cogliere gli effetti cangianti della luce nello spazio, un respiro penetrato dalla luce che si pone fra noi e l’orizzonte. Riflessi, riflessioni, evocazioni pittoriche che fanno traspirare il gesto pittorico di Kappler per intensità e fluidità. Il ritmo delle linee compositive, l’equilibrio dei primi piani e dello sfondo rivelano la padronanza tecnica e vivacizzano l’armonia di un paesaggio imbevuto di emozioni e sentimenti capaci di risplendere tra le acque cristalline di un mare che vibra di libertà, di audacia e d’efficacia pittorica. Acqua che rispecchia il cielo, che riflette i colori della natura, che trasforma la tavolozza cromatica in forme vitali. È un lavoro congiunto dell’occhio e della mano, rafforzato dalla passione, ecco allora che la materia vibra generando raffinati trasporti emotivi, impressioni o meglio riflessioni di realtà. Ciò che la mente vede e l’occhio sfiora racconta un lungo percorso che lega l’arte di Barresi alla storia dell’uomo, quella trattenuta sul ciglio del mondo, quella lasciata scorrere dalle vene del sensibile, quella respirata come quintessenza dell’universo. Più che riflessioni sono forme di positività della nostra vita, gesti d’amore che tracciano sul supporto, con estrema grazia e abilità compositiva, il fiume che scorre nel letto della nostra entità. Linee di pensiero e battiti di realtà in un leit –motiv cromatico che genera modalità espressive in scansioni ritmiche che emergono dal bianco. È come se un “di – segno” ricercasse la fusione con una coscienza umana che rimandi all’armonica visione cosmica o forse più semplicemente all’Essere che risiede in noi. Dal reale all’immaginario, dal ricordo al sogno con continui sbalzi di tensione fra finzione e realtà. Sandrini vede, riflette e crea immagini che entrano in diretto contatto con lo spettatore la cui sensorialità ritrova un nuovo modo di interagire e un nuovo modo di percepire le coordinate spazio – temporali, il prima e il dopo, il dentro e il fuori, il presente e l’assente. Sono fotografie che permettono un’immersione spontanea tra i vari ambienti sensibili capace di ricreare un nuovo tipo di esperienza estetica con cui interpretare il rapporto umano nella e della nostra epoca. Un contatto che sfiora territori sommersi, che genera nuove prospettiva, che delinea la nostra quotidianità, luogo dove incontrasi può divenire sensazione narrativa totale con sfumature empatiche ed effetti estranianti. Creazioni quelle di Rossi come dichiarazioni di uno stato d’animo, di una visione di una propria interiorità, ma anche come reazione al mondo esteriore che suscita pulsioni e azioni. Effetti paralleli che vibrano nel gesto dell’artista e che esprimono l’impeto trascinante del momento creativo. Impasti elaborati dalla grande forza espressiva e dal sicuro impatto visivo generano un’immensa unità interna nonostante slanci d’improvvisazione carichi di valenze vitalistiche. Visioni e immagini che sono la natura dentro la quale le riflessioni artistiche vivono e si trasformano, facendoci uscire dal quotidiano per attraversare una soglia oltre la quale troveremo l’altra parte di noi. di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata |
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