Francis Bacon
La visione della condizione umana
Chieti – Palazzo de’ Mayo – Francis Bacon (Dublino, 1909 – Madrid, 1992) ha profondamente segnato, con la sua opera, la storia dell’arte del Novecento. Nel 1944, quando la tragedia della Seconda guerra mondiale è ormai manifesta in tutta la sua crudeltà, anche se ancora non sono venuti alla luce gli orrori dei campi di sterminio, lui dipinge Tre studi di figure alla base di una Crocifissione (Tate Gallery, Londra) – la sua prima opera esposta in pubblico, nel 1933, aveva come soggetto la Crocifissione, che Bacon considera un simbolo di crudeltà, “un atto di comportamento dell’uomo”.
Immediatamente quelle sue contorte, mostruose figure (nella disposizione tipica dei suoi trittici, con un’immagine centrale e due laterali che guardano verso il centro), che si protendono in una sorta di urlo disperato – figure contese tra l’umano e il bestiale che in un qualche modo ci ricordano le forme di Picasso, fino a Guernica –, diventano emblema di ogni atrocità, dolore e solitudine della condizione umana, perennemente segnata dalla violenza, e si affermano nel panorama internazionale.
L’esposizione di 54 opere grafiche (litografie e acqueforti-acquetinte) di Bacon, realizzate tra il 1966 e il 1991, appartenenti a una collezione milanese, ci consentono di ripercorrere la poetica dell’artista e di misurarci con il viluppo di sentimenti che lo guida nella realizzazione delle sue opere: “vorrei che i miei quadri apparissero come se un essere umano fosse passato su di essi… lasciando una scia di umana presenza e tracce mnemoniche di eventi passati”.
Tutti i soggetti del suo lavoro – che spesso vanno in scena in uno spazio teatrale, claustrofobico, magari su nudi tavolati o davanti a quinte, schiacciati da una invisibile pressione dello spazio che li circonda – sono rappresentati: dalla rivisitazione dell’Innocenzo X di Vélazquez e dell’Autoritratto di Van
FRANCIS BACON
La visione della condizione umana
A cura di Sandro Parmiggiani
Dal 9 marzo – 5 maggio 2013
Palazzo de’ Mayo, Chieti – S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee-
Redazione
(11.02.2013)
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