Per Ulrich Ladurner, è importante che l’ospite entri in sintonia con se stesso, che il tempo sia una cadenza della natura nella quale ritrovare l’energia vitale e l’armonia con il partner.
di Antonella Iozzo
Lana – (Bz) – Ulrich Ladurner, proprietario del vigilius mountain resort e imprenditore di successo, nel 1980 apre la Dr. Schär s.r.l., azienda internazionale, specializzata in prodotti senza glutine per celiaci, un successo in crescendo. La natura è stata la sua musa, Matteo Thun la mente e il gesto di un sogno chiamato Vigilius che sembra vivere in simbiosi con il posto. Cordialità, fine capacità imprenditoriale, profondità culturale e quell’intima sensibilità verso il battito dell’autenticità, sono i punti cardinali di una personalità che rilascia emozioni e comunica il senso del rispetto, dei valori, la poesia della semplicità, la stessa che vibra al Vigilius.
Come nasce l’idea Vigilius e come si trasforma in mountain resort?
Il vigilius mountain resort nasce nel 2003, sullo stesso luogo del vecchio albergo “Berghotel Vigiljoch” costruito nel 1912. Per dare forma alla mia idea ero alla ricerca di un architetto moderno che riusciva ad interpretare il concetto di turismo e di tradizione in modo diverso. Entrai in contatto con Matteo Thun, che si è dimostrato subito interessato, conosceva il posto e s’instauro fin dall’inizio un buon feeling percettivo. Viaggiavamo sulla stessa lunghezza d’onda: la bellezza della natura, lo spirito della montagna. Siamo stati molto concreti, un anno per la pianificazione, due per la realizzazione.
Mi sembra quasi riduttivo chiamarlo resort …
Si, forse sarebbe meglio non avere la responsabilità di chiamarlo o di classificarlo con il numero di stelle. Sono indicazioni che orientano la clientela sulla fascia di prezzo, ma non comunicano l’essenza, la filosofia dell’ambiente. Il nostro intento, è sempre stato quello di creare più che un luogo, una dimensione con un carattere ed un’estetica ben definita, capace di veicolare quella particolare condizione di quiete, di ebbrezza della natura, di stato d’animo che si possono sintetizzare in quello che dissi a Thun a suo tempo: “tutto quello che farei non sarà cosi bello come la natura”.
Cosa rappresenta per Lei il Vigilius e cosa vorrebbe rappresentasse per gli ospiti?
La felicità. Tutti abbiamo necessità di esserlo, ma quando il ritmo frenetico, imposto dagli impegni professionali e dalle problematiche quotidiane, ci mettono sotto pressione è difficile se non impossibile trovare un anelito di serenità interiore. Qui, vogliamo che l’ospite entri in sintonia con se stesso, che il tempo sia una cadenza della natura nella quale ritrovare l’energia vitale e l’armonia con il partner. Per questo motivo non abbiamo tv nelle camere, per favorire l’incontro con l’anima dell’altro, ne condividiamo la vita, ma molto spesso non conosciamo la sua sensibilità, la sua vera personalità.
Secondo lei, la musica del Vigilius che sinfonia potrebbe comporre?
Quella sussurrata dal vento, dal fruscio delle foglie. È un suono silente che induce alla riflessione, al risveglio della coscienza e alla meraviglia intorno a noi.
L’ospite, quindi, respira il fascino della montagna anche tramite attività sportive?
Si, attraverso percorsi guidati, il programma di attività move & explore, la natura come palestra, e molte piacevoli attività. Stiamo, inoltre, definendo un percorso molto particolare che collega Monte San Vigilius, con il Duomo di San Vigilio di Trento, un percorso che dura 7 giorni, attraverso la Val d’Ultimo, Val di Non, Val d’Adige, Mezzacorona, Fai della Paganella, con soste presso rifugi, hotel, ristoranti che aderiscono all’iniziativa.
Vigilius e cultura
Cerchiamo di accompagnare la parola cultura con la realtà dell’albergo, non solo, quindi, eventi, nati da collaborazioni con il Südtirol Jazzfestival o Transart di Bolzano, ma dialoghi che richiamano il senso dell’etica, dell’estetica che coinvolgono a più livelli la comunicazione. Impressioni tangibili che fluiscono per esempio il Vigilius Mountain Stories, un invito agli ospiti di scrivere una storia che le sensazioni percepite in questo luogo hanno fatto emergere. Storie che saranno conservate dal Vigilius e alcune anche pubblicate, ma anche conversazioni fra le diverse espressioni che l’ospite percepisce nella visione ampia della cultura.
Il suo concetto di benessere
È molto semplice, ho sempre detto di essere un boy scout.
Che importanza ha per Lei la gastronomia?
E’ fondamentale come il legame con il posto, noi cerchiamo la soluzione ottimale rappresentando il territorio.
Cosa chiede al suo chef?
Ogni chef ha la sua filosofia, non credo sia giusto chiedere di cambiarla per venire incontro alle nostre esigenze o desideri. Bisogna semplicemente scegliere lo chef che si avvicini di più al nostro modo di pensare.
La sua passione per i vini
La mia passione si chiama Vernatsch. La Vernatsch c’è chi l’ama e chi non la stima. È un vino molto conviviale, che favorisce la conversazione, il piacere di stare insieme, in allegria, è questo lo spirito della schiava. Ho dedicato un evento alla Schiava, il “Vernatsch Cup”, nato dall’idea di dare valore non solo al prodotto ma soprattutto a chi lo produce, agli artigiani dell’uva. È fondamentale avere molto rispetto per il lavoro, l’artigiano è la base della nostra vita.
La migliore soddisfazione ricevuta come proprietario?
Nei primi anni si sono susseguiti diversi direttori, era molto difficile per loro capire la particolarità del Vigilius, entrare in empatia con il posto, erano distanti dalla verità del luogo. Ho dato la possibilità a due giovani venticinquenni, non avevano dalla loro parte l’esperienza del grande manager ma sensibilità, impegno, predisposizione a entrare nello stile e nello spirito del Vigilius, erano le persone giuste. Questa è stata la miglior soddisfazione.
La filosofia del Vigilius, quindi?
È importante sentirla e non spiegarla. Spesso le cose semplici sono molto più importanti delle cose complesse, il grande compito è riuscire a trasformarle in semplicità.
Vigilius Mountain Resort
Monte San Vigilio, 39011 Lana (Bz)
Tel. 0473 556600 – http://www.vigilius.it
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(11/07/2014)
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