Il Forte colpisce lo sguardo dall’autostrada, lascia senza fiato avvicinandosi, risuona nel suo ventre silenzioso scuotendo l’anima quando ci aggiungiamo a visitarlo.
di Antonella Iozzo
Fortezza (BZ) – Il passato è sempre nel presente e il presente si porge al futuro offrendo quasi in dono la sua lunga storia intarsiata di verità. Tutto il resto è pensiero e riflessione che ci conduce a due passi da Bressanone al Forte Asburgico di Fortezza (Alto Adige).
Progettato e costruito tra il 1833 e il 1838, su progetto dell’ingegnere Franz von Scholl fu da subito considerato un capolavoro architettonico tra le opere di fortificazione e sapientemente ideato in ogni dettaglio, quest’opera avrebbe impedito il passaggio di qualsiasi esercito. Fortunatamente il corso della storia a avuto risvolti diversi e mai nessuno esercito nemico è mai giunto fin qui.
250.000 metri cubi di granito, 200.000 metri quadrati di superficie, 6.200 operai, 75 metri di dislivello. Numeri che raccontano l’impressionante vastità di un luogo e la sua carismatica e imponente presenza. Una struttura che ha edificato un concept di difesa e che ha interagito con tempo e la sua evoluzione come quella del trasporto moderno che con due linee ferroviarie, la strada statale e l’autostrada, ha abbattutto le mura del Forte per attraversarlo in 4 punti diversi.
Colpisce lo sguardo dall’autostrada, lascia senza fiato avvicinandosi, risuona nel suo ventre silenzioso scuotendo l’anima quando ci aggiungiamo a visitarlo. Ma prima di inoltraci in una visita guidata è la piccola chiesa nel cortile interno ad attrarci. La cappella edificata nel 1845 è uno dei primi esempi di neogotico in Tirolo. Un elogio alla semplicità nelle forme del neogotico perfettamente mantenuta rilascia una sensazione intima e quieta che concilia con noi stessi. Eventi minali post bellici, leggende, situazioni fatti e misfatti come sempre incorniciano questi luoghi ma c’ì uno che continua ad echeggiare, risale al 1943 Quando Benito Mussolini fa portare 127,5 tonnellate d’oro, le riserve della Banca d’Italia da Roma a Milano. Dalla Repubblica di Salò, de facto protettorato di Hitler, l’oro passa all’Amministrazione militare tedesca, che lo cela nella Fortezza. Nel 1944 tre carichi d’oro lasciano il forte. Delle 79 tonnellate totali si smarriscono le tracce e il mistero continua…
Forte alto e Forte basso in mezzo l’autostrada. La teatralità disarmante del Forte alto sovrasta la valle e anche la mente, il Forte basso è invece raggiungibile attraverso uno spettacolare passaggio sotterraneo con 451 scalini. Ripida ascesa al lancinante passato che ha segnato le vite di molti uomini. Impossibile non pensare ai disastri causati da molte guerre, l’unica consolazione è che questa costruzione non è mai stato l’ultimo avamposto del disastro.
Architettura militare rispettata nella sua coordinate classiche, geometria pura senza orpelli, soluzione di continuità, linearità, ordine razionale e sequenze come la facciata, con numerose feritoie e aperture ad arco per le bocche da fuoco, si compone di più serie ripetute di elementi architettonici.
Dal 2005 il Forte è aperto al pubblico e dal 2015 il Consorzio Osservatorio ha assunto la gestione e cura l’utilizzo della struttura per scopi culturali, ogni anno infatti, la struttura ospita diverse mostre temporanee e numerosi eventi culturali. Molto istruttiva la mostra permanente “Cattedrale nel deserto” Prima di addentrarsi nella struttura labirintica, i visitatori hanno la possibilità di informarsi sulla storia della, dalla sua realizzazione fino ad oggi, raccontata la realizzazione di questa gigantesca struttura e degli effetti che questa ha avuto sulla zona circostante, attraverso reperti d’epoca e testimonianze.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(30/07/2018)
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