Il territorio al Relais Antica Corte Pallavicina, si lascia scoprire, anzi si lascia vivere senza fretta. Sono cadenze di naturalità che sboccia dal giardino, dall’orto. Una vera e propria farm dove gli animali si lasciano osservare e la vegetazione respirare, intorno le rive del Po.
di Antonella Iozzo
Polesine Parmense (PR) – Quando dalla campagna rinasce la tradizione, gesti semplici e autenticità dipingono la vita che scorre agreste e bucolica all’ombra di paesaggi ameni.
Ci troviamo a Polesine Parmense al Relais Antica Corte Pallavicina, il mondo di Massimo Spigaroli. È un luogo d’altri tempi, dove i ritmi del quotidiano assumono altre dimensioni e il benessere del corpo viaggia all’unisono con quello dell’anima.
A contatto con la natura la memoria si distende negli anfratti dei secoli scorsi e le antiche mura del Relais iniziano a raccontarci di quando il bisnonno di Massimo Spigaroli lasciò il podere Piantador del Maestro Giuseppe Verdi per arrivare alla Corte Pallavicina con i suoi figli, passando da mezzadro ad affittuario e di quando nel 1916 proprio in questa corte nacque il papà di Massimo. Momenti di vita che condussero, nel 1990, la famiglia Spigaroli al suo acquisto, era quasi un rudere.
Nelle sue crepe attraversate dalla storia, eventi ed avvenimenti che portano nomi importanti. Alla fine del 1700 Maria Luigia duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, e moglie di Napoleone vi insediò la sua guardia di frontiera, i “Dragoni”, a salvaguardia dei traffici fluviali allora fiorenti. Uno degli ultimi interventi poi, dal 1850 la Corte fu suddivisa in piccole abitazioni e utilizzata da contadini, pescatori, carrettieri ed artigiani, ed il Po silenzioso e maestoso segnò il nuovo corso inondandola periodicamente.
Un accurato restauro risveglia la bellezza sopita del tempo e l’Antica Corte Pallavicina, pulsa di nuova vita. È un rimando continuo di emozioni e sensazioni che indossano la voce e il carattere del territorio. È come se la Corte fosse stata riportata in vita da interventi che ne assecondano l’imprinting. Mantenendo per quanto possibile elementi preesistenti e seguendo l’istinto, gli spazi interni acquistano nuove dimensioni e il sapore del tempo rinasce nel profumo intenso ed inebriante del pregiato Culatello, infatti le cantine dove i marchesi Pallavicino stagionavano i salumi, sono divenute la dimora dei culatelli, la vecchia sala di stagionatura del formaggio ha ripreso la sua antica funzione, gli affreschi son tornati al loro splendore. La seduzione esercitata dagli oggetti, dagli arredi, dai camini che sono tornati a riscaldare ogni sala, suggerisce un’atmosfera intima, familiare, intrisa di memoria e di ricordi.
Il territorio al Relais Antica Corte Pallavicina, si lascia scoprire, anzi si lascia vivere senza fretta. Sono cadenze di naturalità che sboccia dal giardino, dall’orto. Una vera e propria farm dove gli animali si lasciano osservare e la vegetazione respirare, intorno le rive del Po e la quiete del giorno, una cantica da percepire in piena libertà. Profondamente radicato sul territorio il Relais Antica Corte Pallavicina è un luogo che rinasce dalla propria essenza, dal suo essere insieme territorio e cultura, natura e tradizioni, origine e valori umani.
L’eleganza delle sei camere ricama l’antico
L’eleganza delle sei camere ricama l’antico in un continuum di stile e di design che intreccia evocazione e visione in un artigianalità che ci rimanda agli arredamenti d’epoca e ai soffitti a cassettoni. Come pagine di un romanzo il racconto dell’Antica Corte Pallavicina assume colorazioni storiche e trascolora nel senso di avventura di alcuni personaggi, ai quali le sei stanze sono dedicate ad iniziare dalla Stanza Galeazzo, condottiero delle squadre milanesi nell’esercito della lega antifrancese e designato da Lodovico il Moro nel 1499, a difensore di Piacenza contro Luigi XII. Il nostro condottiero, però, cambio strategia o meglio regnate e passò dalla parte di Luigi, che lo ricompensò donandogli i feudi di Fontanella, Polesine, Soresina e Romanengo. La sobrietà della stanza rivela un calore d’altri tempi, un feeling emozionale che ritroviamo nella Stanza del Cardinale.
Legni intarsiati, pacata ricerca estetica e il fascino del camino ci troviamo nella Stanza dei Duchi dedicata al Conte Sforza e sua moglie Bianca, figlia del duca Filippo Maria Visconti che si erano trattenuti in Polesine pernottandovi nel 1447 e fermandosi poi anche a pranzo. E come in tutte le storie che si rispettano non poteva mancare la Stanza degli Sposi: nel 1599 si celebrava il matrimonio tra Alfonso e Vittoria Gonzaga di Novellara. Le lunghe epistole scambiate dagli sposi, spesso lontani, erano accompagnate a volte con l’invio di un modesto presente, uno “sturioncello” o una “Carpana” pescati nelle acque del Po di Polesine. Semplicità, linearità e una vena di romanticismo che ricade sulla vasca stile impero a vista. È un sogno regalato a innumerevoli stimoli e suggestioni, che illuminano la notte nel silenzio della campagna intorno.
Regni e regnanti si susseguono e la sorte ci conduce nella Stanza Vito Modesto: il 30 giugno 1712, col trapasso a miglior vita del Cardinal Ranuccio, il Marchese Vito Modesto, che allora aveva solo 14 anni, essendo nato a Polesine il 30 Marzo 1698, riuniva nelle sue mani l’intero feudo, di cui ottenne investitura dal duca Francesco Farnese. Comfort essenziale e linee di un classico senza tempo quasi a ripercorrere l’importanza storica degli eventi e dei suoi protagonisti.
Le ampie sale del piano nobile sono dedicate al relax, alla piacevolezza della lettura, alla convivialità tra calici di morbide fragranze e manicaretti che esprimono tutto il buono della natura, oppure sorseggiando una tisana di erbe coltivate e raccolte seguendo le antiche ricette di famiglia. Maestosi camini, morbide sedute d’epoca, il calore del legno, candelabri che rimandano il pensiero ai secoli trascorsi alla luce fioca delle candele. In ogni affresco che sembra osservarci dall’alto delle pareti, motivi legati al mondo agricolo e mitologico. Meravigliosi quanto identificativi nell’atemporalità insieme lirica e concisa che ci rimanda ai committenti, alle verità raccontate tramite la pittura, alla vita nascosta nell’anima delle cose.
Antica Corte Pallavicina, aperta su quelle nuvole basse che caratterizzano il cielo sopra Polesine, immersa nell’aria carica di profumi e odori della terra, bagnata dalle rive del Po, è il teatro naturale per i nostri sogni più veri e fieri di essere vissuti tra le fibre dell’autenticità.
Un luogo unico dove gustare le prelibatezze della cucina di territorio firmata dallo Chef Massimo Spigaroli, una stella Michelin.
Antica Corte Pallavicina
Strada Palazzo due Torri, 3
43010 Polesine Parmense PR
Tel. 0524 936539
http://www.acpallavicina.com/
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(20/05/2015)
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