Merano, città di cultura. Dama di mondo all’improvviso! la sua fama di stazione climatica liberale e aperta attira artisti, pittori scrittori come Franz Kafka, Arthur Schnitzler e Gottfried Benn.
Redazione
Merano, una città che assomiglia a una vecchia signora aristocratica, ricca di fascino e carisma, sulla quale si è già detto e scritto molto. In primavera, con i primi caldi, quando l’aria limpida e frizzante cancella le brume invernali, anche Merano si tinge dei colori pastello della fioritura. E’ il momento in cui le sue celebri “passeggiate” diventano irresistibili. Ma le passeggiate di Merano sono molto più che semplici sentieri.
Portano nomi altisonanti e blasonati come la passeggiata intitolata all’imperatrice Sissi, quella realizzata dal medico e antropologo Franz Tappeiner, la passeggiata d’Inverno, la romantica Passeggiata Gilf, l’ombreggiata Passeggiata d’Estate. Ancora oggi tutte emanano il fascino di una fine secolo vivace e sfavillante, lo splendore dei giorni in cui una semplice ragazza di campagna nell’arco di una notte si trasformava in una bellezza folgorante di fama internazionale.
A metà del XIX secolo, il caso, la fortuna, i contatti giusti e una buona dose di zelo, trasformano la piccola cittadina alpina in una delle stazioni climatiche più in voga dell’impero asburgico.
Quando nel lontano 1837 il medico viennese Johann Huber pubblica il libriccino “Sulla città di Merano in Tirolo, i suoi dintorni e il suo clima con annotazioni su cure a base di latte, latticello e uva…” annoverandola tra le principali stazioni climatiche, da sopita cittadina Merano diventa il luogo di incontro e di villeggiatura prediletto dall’alta società della fine del XIX secolo.
Pensioni, alberghi di lusso e attrezzate case di cura sorgono lungo le due sponde del torrente Passirio e attorno all’antico borgo medievale. Grazie a personalità lungimiranti come il medico Franz Tappeiner e il pittore e scrittore bavarese Joseph Friedrich Lentner, molto presto Merano non avrà nulla da invidiare ai centri di cura di fama internazionale come Davos o Arco sul Lago di Garda.
Si progettano passeggiate e giardini, acque rigeneranti e case di cura attendono ospiti abbienti con rimedi naturali, apparecchiature all’avanguardia e moderni sistemi di terapia. In particolare i malati di tubercolosi affollarono la città in cui svernano avvolti in calde coperte sotto l’elegante porticato della passeggiata d’inverno realizzato appositamente per loro.
Quando attorno al 1870 l’amata imperatrice Sissi trascorre due inverni a Merano e nel 1867 viene inaugurata la linea ferroviaria del Brennero, la città diventa a tutti gli effetti una delle mete predilette della nobiltà e dell’intellighenzia mitteleuropea. Il collegamento ferroviario diretto San Pietroburgo-Merano è forse il miglior esempio del repentino sviluppo di Merano.
Una diversità religiosa spiccatamente inusuale in un Tirolo tradizionalista, è uno degli esempi dell’ampiezza di vedute che ancora oggi permea la città sul Passirio arrivata insieme al pubblico internazionale.
Il cimitero evangelico e quello ebraico sono piccoli musei a cielo aperto che narrano la storia di ospiti venuti da lontano, a volte rimasti per sempre. I nomi di ufficiali prussiani, nobildonne russe, cittadini olandesi e inglesi, medici polacchi e cechi raccontano di una Merano europea che si era scrollata di dosso ogni espressione di bigottismo, campanilismo e ottusità.
Ben presto, la sua fama di stazione climatica liberale e aperta attira anche artisti, celebri pittori come il noto pittore Friedrich Wasmann, importanti scrittori come Franz Kafka, Arthur Schnitzler e Gottfried Benn. Questi intellettuali cosmopoliti trovano a Merano una sorta di Arcadia mitteleuropea e rimangono colpiti soprattutto dalla bellezza del paesaggio e dalla sua grande ricchezza botanica.
Alle crescenti esigenze di natura estetica e culturale del suo pubblico internazionale la città risponde prontamente con l’inaugurazione del nuovo teatro comunale nel 1900 e del Kursaal nel 1914, uno splendido gioiello architettonico in stile liberty. Di lì a poco, da questo accostamento alle belle arti nasce quell’amore per la cultura e l’architettura che la città continuerà a nutrire e a portarsi addosso come un sottile velo dorato anche durante i momenti storici più cupi.
Le danze delle muse sulla cupola del Kurhaus, i delicati decori in stile liberty dei palazzi, scalinate e ponti manterranno un bagliore di leggerezza, un tocco di “joie de vivre” anche nei periodi più difficili.
Grazie al suo status di città di cura, Merano esce pressoché indenne dalle due grandi guerre. Il suo patrimonio architettonico si salva, ma solo dopo i primi anni di turismo di massa, di fame sfrenata di alloggi turistici e di soldi facili, la città torna alle sue radici e al suo carattere di città di cultura e di giardini.
Negli ultimi vent’anni sono stati ristrutturati alberghi, palazzi d’epoca, i portici e le passeggiate lungo il Passirio. Sono nate le nuove Terme di Merano progettate da Matteo Thun e i lussureggianti giardini botanici di Castel Trattmansdorff. Questa rinascita urbana è stata completata dalla realizzazione di rassegne culturali ormai famose come le “Settimane musicali meranesi”, “Merano Jazz”, il “Premio letterario Merano-Europa”, la manifestazione annuale “Art & Nature”, “Appuntamento a Merano”, la rassegna estiva con gli autori organizzata dalla Biblioteca Civica e le attività di MeranoArte.
Oltre alla giardineria comunale, ogni anno insignita di premi internazionali e menzioni speciali per la cura esemplare dei giardini cittadini, anche lo storico museo comunale, il più antico dell’Alto Adige, l’anno scorso si è trasferito a Palais Mamming, edificio in stile barocco sito in Piazza del Duomo che ha riaperto i battenti nel 2015 dopo lunghi anni di ristrutturazione.
Nei sontuosi interni seicenteschi sapientemente ristrutturati e adattati alla loro funzione contemporanea, il Palais Mamming Museum espone le collezioni del Museo Civico di Merano. Quella permanente è la più antica dell’Alto Adige e offre una panoramica sull’evoluzione storica della città. Il percorso a sviluppo circolare inizia dalla preistoria e tocca tutti gli ambiti sociali e artistici, sino all’arte contemporanea.
Arricchiscono la collezione, donandole un fascino peculiare, alcuni pezzi esotici e curiosi, tra cui una mummia egizia, una collezione di armi sudanesi dell’avventuriero Slatin Pascha, un prototipo di macchina da scrivere inventata da Peter Mitterhofer e una maschera funebre di Napoleone.
PALAIS MAMMING MUSEUM
Mostra temporanea „ICEBERG –Il museo svelato“
Per dare maggior rilievo agli oggetti particolarmente affascinanti di questa collezione, il 19 aprile alle ore 19.00 verrà inaugurata la mostra temporanea “ICEBERG – Il museo svelato”. Aperta dal 20 aprile a fine agosto 2016.
In questa mostra il Palais Mamming Museum viene metaforicamente raffigurato la punta di un iceberg. La nuova esposizione permanente verte su 836 oggetti di grande interesse. I depositi museali raccolgono oltre 100.000 oggetti, alcuni misteriosi e straordinari, ognuno con la sua storia, il suo carattere, la sua identità.
Il Palais Mamming Museum è uno scrigno di memorie, un luogo di ricerca, di confronto, di arte. Molto avviene anche tra gli scaffali dei depositi, nell’archivio, nel contesto di attività inavvertite dai visitatori del museo. La mostra temporanea “ICEBERG – Il museo svelato” è concepita come un dialogo amichevole con il pubblico e permette di gettare uno sguardo dietro le quinte del museo. Indirettamente il visitatore diventa protagonista dell’interazione tra passato e presente, tra conservazione e ideazione.
Senza pretesa di esaustività ecco una selezione dei diversi ambiti della mostra che consentono una visione differenziata e molto personale della storia cittadina:
La punta dell’iceberg!
6 ore e 58 minuti: questo è il tempo che si impiegherebbe a visitare il Palais Mamming Museum se si dedicassero 30 secondi a ciascuno degli oggetti esposti. Quanto presente nelle diverse sale è come fosse tuttavia solo la punta di un iceberg: i depositi del Museo conservano infatti oltre 100.000 oggetti! Alcuni appaiono enigmatici, misteriosi e splendidi. Ognuno di essi ha una sua ragione, una storia nota o in parte ignota, un carattere, un’identità.
Redazione
(15/04/2016)
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