Nella città del Papa sorge il museo italiano della massoneria . Aprirà al pubblico nel 2013 e ospiterà anche la più grande collezione europea sull’antimassoneria di proprietà dell’obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi.
di Giacomo Galeazzi
A Roma sorgerà il «sancta sanctorum» dei grembiulini e dei compassi. E’ pronta per essere esposta la collezione di documenti e oggetti storici della Gran Loggia d’Italia che entro il 2013 aprirà al pubblico il primo museo italiano della massoneria. Tra le acquisizioni più preziose, uno dei primi decreti massonici intestato ad una donna e firmato da Giuseppe Garibaldi che nel 1867 a Pisa elevò al grado di Maestro Libero Muratore «la sorella Luigia Candia, di soli 27 anni».
Il lavoro di catalogazione e organizzazione iniziato nel 2007 ha consentito di studiare e riportare alla luce centinaia di documenti e di oggetti di grande valore storico e archivistico che con l’apertura del Museo di Palazzo Vitelleschi saranno messi a disposizioni di studiosi e storici e di quanti vorranno scoprire e conoscere in maniera approfondita passato e presente della massoneria italiana. Tra i documenti catalogati, ci sono i ritratti di Giuseppe Mazzini autografi del periodo londinese e in età giovanile; il testo del Canto di guerra di Goffredo Mameli con note musicali inviato da Mazzini a Giuseppe Verdi; documenti del 1852 con firme autografe di Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Mattia Montecchi; le Lettere di Giovanni Giolitti (1907) per la commemorazione in Campidoglio di Giosuè Carducci; manifesti, decreti e notifiche riferibili alla Repubblica Romana 1849; lettere manoscritte di Albert Pike (1883) e Timoteo Riboli, amico e medico personale di Garibaldi; editti antimassonici dei Savoia, Bolle e Regi Decreti antimassonici di Napoleone; paramenti di Loggia appartenuti a Ernesto Nathan, Gran Maestro e Sindaco di Roma insieme a Riviste originali di inizio ‘900 con articoli e vignette satiriche contro la massoneria.
Tra gli oggetti più recenti, il giuramento massonico di Ugo Pratt, iniziato a Venezia nel 1976 insieme alla spada di Venerabile e ai suoi paramenti di Loggia. Diversi anche gli editti papali contro la massoneria; le Lettere Apostoliche di Papa Pio VII con le quali si condanna la società detta de’carbonari. Roma MDCCXXL, o quella di Leone XIII (1884). Sono 42 volumi contenenti 20414 “schede” di affiliati della Serenissima Gran Loggia d’Italia tra il 1916 e il 1925.
Nell’insieme si tratta di materiale di notevole interesse per la storia della Gran Loggia d’Italia e della Massoneria italiana in particolare tra la Grande Guerra e l’avvento del regime del partito unico, sia per storia sociale e civile del Paese. Dai registri matricola si possono trarre alcune considerazioni. In primo luogo emerge che negli anni in questione la massoneria ebbe una vitalità straordinaria e balza evidente la forte compenetrazione tra la Massoneria e lo Stato;
In loggia infatti affluiscono militari delle diverse Armi (Esercito, Marina, Guardia di Finanza, aviatori) anche di grado molto elevato; Magistrati e Prefetti, come Angelo Annaratone, prefetto di fiducia di Giovanni Giolitti); politici; scrittori e giornalisti; imprenditori, banchieri, dirigenti d’industria; apparati pubblici dello Stato e del parastato; professioni liberali; docenti e studenti universitari.
Ne emerge che negli anni documentati dai registri Matricola la Massoneria, e specialmente la Gran Loggia, era espressione della società civile. Essa risulta molto diffusa e radicata nelle regioni all’avanguardia nell’industrializzazione (Lombardia, Piemonte e Liguria) come anche nel Mezzogiorno (dalla Sicilia a Calabria e Campania) e nella Capitale.
Inoltre, le iniziazioni si moltiplicano alla vigilia e dopo l’avvento del governo Mussolini (settembre- dicembre 1922) e non diminuiscono affatto nel 1923 dopo i primi annunci di incompatibilità tra iscrizione al Partito nazionale fascista e affiliazione massonica (1923) ma anzi, registrano un significativo incremento nella primavera del 1924 segnato dalle elezioni politiche generali, poi dal rapimento e assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti e continuano anche nella prima metà del 1925, quando ormai incombevano sia la legge sull’appartenenza dei pubblici impiegati ad associazioni che comportò l’autoscioglimento delle Organizzazioni massoniche, sia assalti alle logge con dispersione di arredi e documenti. Tra i nomi illustri che si trovano nei Registri-matricola, quelli di Curzio Malaparte, (Curzio Suckert) che raggiunge il 33° grado il 28 maggio 1924; Italo Balbo; il Generale Giovanni Ameglio; Michele Terzaghi; il maresciallo d’Italia Ugo Cavallero; l’ammiraglio Luigi Mascherpa; il sindacalista Edmondo Rossoni, che ottiene il grado scozzesista supremo nel marzo 1924 e poi ancora Vittorio Valletta, stratega dalla Fiat insieme a nomi illustri del mondo della cultura e dello spettacolo quali Antonio de Curtis, in arte Totò, Dino Cervi e Paolo Stoppa.
Commenta a «Vatican Insider» il Gran Maestro della Loggia d’Italia, Luigi Pruneti: Leggendo questi documenti si scopre che vi sono grandi periodi dimenticati della massoneria italiana ma, soprattutto, analizzando le figure e le azioni di molti massoni si può ricostruire una parte importante della storia del Paese, perché molti di coloro che hanno contribuito a fare la l’Unità d’Italia erano anche uomini delle Logge». E, aggiunge Pruneti, «con il lavoro che abbiamo fatto e che andrà avanti fino all’apertura del museo, abbiamo semplicemente voluto costruire un percorso che riallacciasse i fili della storia. E’ un mondo straordinario che torna a parlare e che noi vogliamo mettere a disposizione di tutti, cittadini e studiosi, liberamente, nel segno del dialogo e della trasparenza anche per sfrondare pregiudizi e immagini distorte che si hanno della massoneria italiana».
La Gran Loggia d’Italia dal 2009 è membro dell’associazione internazionale nata nel 1989, che raggruppa i principali musei, archivi e biblioteche massonici del mondo con lo scopo di unificare i criteri di ricerca e conservazione del patrimonio storico ed artistico latomistico ed accoglie al suo interno i curatori museali, bibliotecari ed archivisti di varie obbedienze europee e statunitensi, nonché alcuni collezionisti privati. Obiettivo dell’associazione è quello di creare una rete internazionale di musei archivi e collezioni massoniche per facilitare scambi culturali e rendere disponibili preziosi documenti e a ricercatori e storici.
L’apertura del primo museo pubblico massonico italiano è stata formalizzata dalla Gran Loggia d’Italia durante l’Assemblea annuale internazionale dell’associazione che si è tenuta a Roma nel luglio 2012. Il museo ospiterà anche la più grande collezione europea sull’antimassoneria di proprietà dell’obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi.
La Gran Loggia d’Italia è la seconda obbedienza massonica per numero di iscritti dopo il Grande Oriente d’Italia con circa 11 mila fratelli e 520 logge in tutta Italia. Attualmente il Gran Maestro è Luigi Pruneti, storico, saggista e giornalista. www.granloggia.it
di Giacomo Galeazzi
(22/10/2012)
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