Tesori Della Provincia di Brescia. Alla Scoperta del cuore della Valle Camonica, conosciuta come la Valle dei Segni per le sue straordinarie incisioni rupestri, frequentata per le sue note località turistiche di Ponte di Legno e Tonale, riserva inaspettate sorprese.
Redazione
Tesori Della Provincia di Brescia. Conosciuta in tutto il mondo per le Incisioni Rupestri dichiarate nel 1979 Patrimonio Mondiale UNESCO (primo sito italiano a ad ottenere il riconoscimento), la Valle Camonica è sinonimo di storia, cultura, borghi medievali, ma anche natura e sport. Estremamente ricca in biodiversità̀, è stata dichiarata nel 2018 Riserva della Biosfera UNESCO: le sue aree protette costituiscono oltre il 55% dell’intero territorio. Se nella parte alta, con le note località di Ponte di Legno e Tonale, si trova la quintessenza stessa della più tradizionale e autentica vacanza alpina, sono la parte media e bassa che riservano probabilmente più sorprese, fra Terme, capolavori Unesco, straordinari cicli pittorici, pedalate memorabili, cammini panoramici, vigneti eroici, panchine giganti, divertenti esperienze per le famiglie.
Passeggiate nella Preistoria
Primo sito italiano ad essere iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1979, l’Arte Rupestre della Valle Camonica è una straordinaria galleria en plein air di oltre 200.000 incisioni catalogate, un’opera d’arte colossale, fra le più ampie concentrazioni di incisioni rupestri al mondo. Vi si legge la storia di un popolo, quello camuno, che potrebbe essere emblematicamente considerata la storia della civiltà europea: una giornata, o ancor meglio un week end, alla loro scoperta può essere quindi uno straordinario viaggio nel nostro passato, piacevole ed istruttivo per grandi e bambini.
Dalle sponde del lago d’Iseo fino a Ponte di Legno, in ben 180 siti distribuiti fra 24 comuni, la Valle dei Segni attraversa 12mila anni di storia, dalla fine del Paleolitico Superiore (tra 13.000 e 10.000 anni fa) all’Età del Ferro (I millennio a.C.), un viaggio unico nella preistoria e protostoria europea per giungere, attraverso le incisioni di età storica (romana, medievale e moderna) sino alle soglie del XX secolo.
Sulle rocce sono incise scene di caccia e di vita quotidiana, riti sacri e simboli enigmatici (fra cui la Rosa camuna, oggi simbolo della regione Lombardia) e migliaia di altre raffigurazioni. Negli 8 parchi archeologici dedicati, una chiara cartellonistica consente di districarsi in questo fantastico e complesso linguaggio inciso su massi di varie forme e dimensioni (alcuni raggiungono i 50 m e raccolgono fino a 100 figure).
La maggior concentrazione si ha nella zona di Capo di Ponte, dove la visita non può che iniziare dal Parco Nazionale di Naquane, in cui sono incise su 104 rocce oltre 30 mila figure, il maggiore raggruppamento scoperto al mondo: istituito nel 1955, è stato il primo Parco archeologico italiano. Dirimpetto, i Massi di Cemmo e poco distante il Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina. Altre incisioni si ammirano nei parchi di Lago Moro, Luine e Monticolo a Darfo Boario Terme; Ossimo; Ceto, Cimbergo e Paspardo; Sellero; Sonico e, con molti altri reperti, al Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica di Capo di Ponte.
Archeologia fra i monti
In Valle Camonica varie – e probabilmente inaspettate per il turista- sono anche le tracce del periodo romano. Le più significative si possono ammirare nel Parco Archeologico di Cividate Camuno (l’antica Civitas Cammunorum, il principale centro in epoca romana) che si estende per circa 20.000 mq, dove sono state riportati alla luce il teatro e l’anfiteatro, incastonati in uno straordinario contesto naturalistico con aree verdi ricche di piante e essenze arboree. I reperti che raccontano la fusione tra la sofisticata civiltà romana e le antiche tradizioni camune, provenienti da tutta la valle, sono raccolti nel vicino Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica, dove si ammira fra l’altro una rarissima statua in pregiato marmo greco di Minerva, trovata nell’aula centrale del santuario a lei dedicato a Breno. In un verde pianoro ai piedi di una rupe rocciosa percorsa da grotte e cunicoli scavati dall’acqua, il Santuario di Minerva, dedicato alla dea della saggezza e della guerra, si trova in un sito di grande fascino paesaggistico che per circa 2500 anni costituì un luogo sacro, punto di convergenza e riferimento culturale del territorio.
Chiese e Castelli
Straordinari cicli di affreschi decorano le chiese camune e possono essere il filo rouge di inusuali itinerari alla scoperta di capolavori artistici ancora poco noti. Come quello sulle tracce di Giovanni Pietro da Cemmo, maestro del Rinascimento lombardo attivo nel tardo Quattrocento. Dallo stile goticheggiante, di stampo lombardo-veneto, Giovanni Pietro da Cemmo ha lasciato testimonianze importanti in numerose chiese della Valle Camonica.
Nel Santuario dell’Annunciata di Piancogno, dallo stile ancora marcatamente gotico, ha affrescato scene della vita di Cristo e di Maria, mentre nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine – suo capolavoro assoluto – si ammirano cicli che narrano della devozione ai Santi Taumaturghi e della vita di Maria dipinti con un’eccezionale raffinatezza formale.
A Bienno, nella Chiesa di Santa Maria Annunciata, le sue opere – dedicate alla vita di San Francesco e un arco con le Sibille- entrano in dialogo con quelle di un altro eccezionale artista, il Romanino, che affrescò il presbiterio con un ciclo dedicato alla Vergine Annunciata. Anche questo grande pittore della Scuola Bresciana del Rinascimento lavorò infatti in Valle Camonica, dove nella Chiesa di S. Antonio a Breno, dichiarata Monumento Nazionale, affrescò il presbiterio con scene tratte da un episodio del Libro di Daniele (purtroppo solo una parte del ciclo è oggi riconoscibile).
Un vero tuffo nel Medio Evo è quello che offre il Castello di Breno: vi si sale con una breve camminata dal centro cittadino e dall’alto si ha una spettacolare vista sulle montagne. Edificato come un insieme di torri e palazzi nel periodo di Federico I Barbarossa (1100 – 1200) e convertito a roccaforte militare sotto la Repubblica di Venezia (1400 – 1500), il castello rivela anche tracce preistoriche risalenti al VIII sec a.C. Visitandolo, si fa un viaggio affascinante tra diverse epoche, dalle mura merlate alla casa-torre signorile fino all’alta torre di 20 metri aperta alle visite. I suoi ampi spazi verdi sono ideali per passeggiate e relax.
Info e Foto www.visitbrescia.it – www.studio-agora.it foto by Bazzoni Scaled by Cattabiani e By M.Rossetti
Redazione
(28/08/2024)
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