Si tratta di musica concepita per “muovere gli affetti” ossia per stimolare i sentimenti del pubblico
Alessandro De Marchi direttore artistico del Festival di Musica Antica di Innsbruck, uno dei festival più importanti, ha un passato musicale di notevole rilievo: dopo un periodo alla Staatsoper di Berlino inizia a dirigere in importanti teatri europei tra i quali Theater an der Wien, Opera di Oslo, Concertgebouw ad Amsterdam, Teatro Regio a Torino, il Maggio Musicale a Firenze, la Scala a Milano, La Monnaie a Bruxelles, Semperoper a Dresda, l’Opera di Lione. Tradizione, ricerca e accenti innovativi caratterizzano la sua direzione.
Dal 2009 è direttore artistico del Festival di Musica Antica di Innsbruck…ci vuole introdurre dietro le scene di questo prestigioso evento?
Si tratta del festival di musica antica più antico ancora esistente. I concerti al castello di Ambras compiranno l’anno prossimo 50 anni e il festival stesso ne compirà 30 ne 2016. Ogni anno migliaia di appassionati da tutto il mondo ci fanno visita posizionando le festwochen tra i festival più importanti in assoluto. La stampa ci considera la “Bayreuth” della musica antica.
Da René Jacobs precedente direttore, di cui è stato a lungo assistente e cembalista, ad Alessandro De Marchi una direzione nel segno della continuità?
Sicuramente nel segno della continuità. Anch’io, come Jacobs, continuo a ricercare e a proporre tesori inediti del repertorio barocco alternandoli con interpretazioni storicamente informate di opere barocche e classiche più note. Ho però anche introdotto delle novità, come ad esempio il concorso di canto d’opera barocca “A.Cesti”, che quest’anno ha avuto la sua terza edizione, le produzioni dell’OPERA:JUNG, sempre realizzate impiegando i migliori cantanti del concorso dell’anno precedente, oppure la serie di intermezzi in forma semiscenica al castello di Ambras.
Qual’ è stata la mission del Festival di Musica Antica 2012?
Raccontare quanto c’è di conosciuto nello sconosciuto e viceversa.
Dal 1998 è anche direttore principale dell’Academia Montis Regalis, come nasce la collaborazione?
La collaborazione è nata in un periodo in cui l’Academia era ancora un progetto didattico. Si organizzavano all’epoca incontri mensili con diversi docenti/direttori e si lavorava per una settimana alla preparazione di un programma barocco o classico. Tra gli insegnanti figuravano Jordi Savall, Ton Koopman, Christophe Coin, ecc. Anch’io fui invitato come docente e, dopo un bellissimo concerto alla sala verdi di Torino in cui eseguimmo tra l’altro la prima sinfonia di Beethoven e la 104 di Haydn, decidemmo di trasformare il gruppo in orchestra stabile, avviammo una collaborazione discografica con l’etichetta Opus 111 e io fui nominato direttore stabile.
Pensa che la musica antica sia sufficientemente diffusa e recepita?
Credo che la musica classica in generale non sia abbastanza diffusa e recepita. C’è ancora tanto da fare.
Chi è lo spettatore tipo della musica antica?
Non credo ci siano studi statistici a riguardo. Immagino però sia qualcuno alla ricerca, magari inconsapevole, delle radici della nostra cultura e delle radici comuni alle diverse culture.
L’ascolto della musica barocca e rinascimentale richiede, secondo lei, qualità, conoscenza o sensibilità particolari?
Assolutamente no. Si tratta di musica concepita per “muovere gli affetti” ossia per stimolare i sentimenti del pubblico. E i sentimenti sono universali.
Se non avesse fatto il musicista?
Mi sarebbe piaciuto moltissimo disegnare fumetti o realizzare cartoni animati. Ma anche la fisica quantistica o la storia delle religioni mi sarebbero interessate moltissimo.
L’anima barocca di De Marchi tra sacro e profano che suono rilascia?
Questo forse lo sa il pubblico, io non lo so.
Come affronta una partitura?
Il primo approccio è istintivo. Poi una lunga fase molto razionale di preparazione e ricerca quasi tutta a tavolino. Poi, quando ho un’idea chiara e ho stabilito il mio progetto estetico mi concedo di nuovo di fidarmi dell’istinto.
Se dico: la Musica e le sue variazioni sul tema Barocco?
Allora dovrei scrivere un saggio sull’argomento.
Dove conduce la voce della musica antica?
Per quanto mi riguarda mi ha condotto alla ricerca di quella naturalezza tipica della musica non classica (jazz, pop folk ecc.) che è ancora così rara nel mondo dei cosiddetti “strumenti moderni”. Purtroppo nel mio ambiente (magari in parte anche per colpa mia) molti hanno cercato la stessa cosa e hanno scoperto che ammiccando al jazz al pop e al folk si ha più successo e si guadagna meglio.
Progetti futuri?
Tanti. Iphigénie en Aulide a Vienna, Anna Bolena a Colonia, Demetrio e Polibio a Napoli, Oratorio di Natale a Baden-baden, La Scala di seta ad Amsterdam, e ancora Mozart, Händel, Cesti, Pasquini, Mercadante…
La musica antica in tre aggettivi
Soda, fondata e capricciosa.
Alessandro De Marchi in tre aggettivi
Questo sarebbe meglio chiederlo a mia moglie.
di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
(12/09/2012)
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