Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart per la Prima Stagione d’Opera Regionale al Teatro Sociale di Trento. Teorema di infedeltà di quattro protagonisti persi nel desiderio. L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con espressività, ritmo e sensibilità evidenzia le diverse situazione sceniche.
di Antonella Iozzo
Trento – La Prima Stagione d’Opera Regionale organizzata dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento debutta al Teatro Sociale di Trento con “Così fan tutte” di Wolfgang Amadeus Mozart. Successo di pubblico, che ha affollato il teatro e nuove prerogative su lavoro di Mozart e Da Ponte interpretato e reinterpretato nelle forme più diverse e che aveva attirato un mare di critiche per la scabrosità del soggetto, un soggetto censurato tra gli altri da Beethoven e da Wagner.
Don Alfonso è una sorta di burattinaio che per proprio capriccio vuole dimostrare un teorema di infedeltà e induce due giovani ufficiali a scommettere sulla fedeltà delle loro fidanzate, complice la cameriera delle due fanciulle, Despina, abilissima ed esilarante. I due per metterle alla prova, fingono di partire per poi ricomparire travestiti. Ognuno cerca di conquistare la fidanzata dell’altro e di portarle all’altare. Dopo qualche resistenza, ottengono il loro consenso. A questo punto si fanno riconoscere, suscitando imbarazzo e pentimento nelle due fanciulle.
Sul podio il direttore Giovanni Di Stefano che offre una lettura quanto mai singolare, quasi un “capriccio da maestro” almeno dell’ouverture e del primo atto, come per dire variazioni sul tema che non danneggiano ne la vista ne l’orecchio, iniziando con il terzetto del I Atto al quale seguiva l’Ouverture vorticosa e vibrante con i personaggi che si muovevano sulla scena, ma che ci lascia un po’ perplessi.
La regia di Elisabetta Courir gioca in modo sobrio con le pulsioni, i sentimenti, scende nei meandri più profondi e ancora ignoti della coscienza e induce il personaggio ed insieme lo spettatore ad una sorta di riflessione, l’allestimento scenico è essenziale, unico elemento una piattaforma rialzata, colore predominante il rosso, quasi un fil rouge che danza le tematiche dell’opera, intermezzo scenico le leggiadre lenzuola che salivano e ricadevano nei vari quadri, delimitando la scena. Labile confine fra lecito e illecito, fra conscio ed inconscio, che ci sospinge morbidamente ed inconsapevolmente in luoghi da dove è difficile tornare sui propri passi.
La regia segue le dinamiche dell’opera senza snaturare la trama: i due militari Ferrando e Guglielmo si prestano obbedienti al gioco di Don Alfonso, ma sembrano meno coinvolti di quanto non lo siano le fidanzate Fiordiligi e Dorabella, che sembrano vivere consapevolmente la trasformazione dei propri sentimenti. Despina, sagace, travolgente, incide la scena con carattere e determinazione e una sorta di acume brillante che conquista il pubblico.
I quattro protagonisti sono ben presto persi nel desiderio, combattuti tra amore e passione, sicurezza e abnegazione, fedeltà e tradimento. È un incedere complesso, dove il valore dei rapporti amorosi supera la soglia dell’intimo e vive le trepide razionalità della mente che sul palcoscenico trovano un giusto riflesso nella funzionalità delle scene, nelle linee pulite dei costumi, formale elaborazione anche dal punto di vista musicale.
L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con espressività, ritmo e sensibilità evidenzia le diverse situazione sceniche. Il tessuto connettivo dell’opera è così saldato alle intime palpitazioni grazie ad una certa maturazione interpretativa dettata dall’esperienza. Degni di nota per bellezza del suono e coerenza Gianluca Ascheri al basso continuo e Alejandro Biancotti al violoncello.
Domenico Colaianni (Don Alfonso) pur rimanendo fedele ad una correttezza stilistica non ha entusiasmato, Anna Kraynikova (Fiordiligi), coinvolgente con buone torniture del fraseggio e un certo phatos. Marina De Liso (Dorabella) inspirata ed accurata ,sfuma la finezza del respiro lirico. Francesco Marsiglia (Ferrando) è una voce salda e timbrica, preciso e intenso Giulio Mastrototaro (Guglielmo), ottima presenza scenica di Linda Campanella (Despina), piena voce, incisività d’accento, aderisce alla simpatia del personaggio con sicurezza e piglio dinamico. Ottima la prova del Coro Haydn diretto da Luigi Azzolini.
Una lettura scenica, nel rispetto dell’ambientazione settecentesca, sorretta da un ottimo accompagnamento orchestrale. Voci sulla scena, visione musicale nella buca: forza morale, fragilità, inquietudine, malinconia, lacerazione interiore dal palcoscenico al reale, da Mozart a oggi, Così fan tutte.
di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
(14/11/2015)
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