Honeck e la Deutsches Symphonie
semplicemente magnetica sinergia in essenza musicale
Berlino – Nell’eleganza discreta della Philharmonie, la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin diretta da Manfred Honeck propone un viaggio a ritroso nell’universo musica. Si inizia con la visionnaire di Walter Braunfels “Fantastic Appearances of a Theme by Hector Berlioz”, capolavoro permeato da mirabile scrittura creativa, si prosegue con Arthur Honegger concerto per violoncello solista Jan Vogler e si termina con la “Symphony N. 4” di Johannes Brahms.
Con la Deutsches Symphonie e la direzione Honeck l’ascolto è rivelazione di bellezza profonda che tocca non solo la percezione uditiva e non poteva essere diversamente con un orchestra così prestigiosa e un direttore con un passato artistico di tutto rispetto: assistente di Claudio Abbado e violinista della Filarmonica di Vienna solo per menzionare due notevoli esperienze che compaiono nel suo prestigioso curriculum. È un incontro che ammalia dalle primissime note di alcune variazioni delle Phantastische Erscheinungen eines Themas von Hector Berlioz (Apparizioni fantastiche di un tema di Hector Berlioz). Braunfels sedotto da “La Dannazione di Faust” di Berlioz, ne sviluppa il tema ma allo stesso tempo, attinge alle proprie impressioni ed esperienze personali come la prima guerra mondiale. E’ un lavoro affascinante, portato ai massimi livelli dall’orchestra solida, nitida e compatta.
L’Introduzione “Erscheinung. Thema – Einleitung. Allegretto con fuoco” è quasi demoniaca, minaccioso, quasi evocazioni di urla provenienti dall’altra parte dell’universo meravigliosamente portati all’estremo dall’orchestra. Vorticosa pulsione che con carisma e densità scivola nella “Erscheinung. Gemessen” è come se le turbolenti raffiche di vento di una tempesta, forse proprio quella che porta in se Mefistofele fuoriuscisse con incandescente tensione. Colpisce la forte capacità visionaria resa dall’orchestra con autentica forza espressiva.
Tutte le suggestioni della partitura s’impongono nella magnifica interpretazione di Honeck, grazie all’intensità, alla nitidezza e alla ammirevole chiarezza dei diversi piani sonori, poesia che si delinea nell’ “Erscheinung. Andante”: brillantezza ed interiorità. Interpretazione secca e precisa che nell’”Erscheinung. Sehr schnell” mercuriale esplode come una danza vivace con determinante forza timbrica. Evocazione sonora che solleva l’anima per immergerla completamente nel suono guizzante. Che procede verso “Erscheinung. Finale. Lebhaf” forte ed espansiva, ogni cadenza è come se cercasse in lontananza. Variazioni luminose, cangianti ed imprendibili che l’orchestra rende con maturità, saggezza ed esperienza in infuocate lance di passione e di fantasia creativa, un coinvolgente lirismo espansivo che ogni sezione sostiene con audacia e arditezza espressionistica.
Cambio d’atmosfera con il Concerto per violoncello di Arthur Honegger, solista Jan Vogler professionalità, competenza, abilità tecnica nell’usare il vibrato per accentuare le note nella prima parte del movimento. L’Andante si apre in modo lirico, languido, quasi una liquidazione sonora sottolineata dall’orchestra. Nel Lento, il violoncello cerca di portare avanti un lamento, nonostante i continui cinguettii dei legni che conduce in forte caos, in cui si unisce il violoncello, in finale è un decollo verso un crescendo serrato dal ritmo graffiante, il violoncello sembra poi quasi ritirarsi con intima interiorità, dimensione che Vogler sostiene tra suoni e silenzi, prima di irrompere con forza e temperamento.
La direzione di Manfred Honeck e impeccabile, il suo gesto scava un canale privilegiato nella quarte sinfonia di Brahms che conclude il concerto. L’esuberante energia inventiva del compositore è resa ai massimi livelli con cura per il dettaglio e trasparenza sorprendente. Nel primo movimento l’orchestra è un mare che solleva cantabilità, contrappunto bachiano, il carattere zigano-ungherese dei pizzicati e i ritmi sincopati assorbiti nell’equilibrio classico. Impressioni di macchie sonore, cieli dipinti in pianissimo, conducono nel meraviglioso Andante moderato, che inizia con i due corni sublimi nel condurci in un’atmosfera austera, subito contraddetta dalla melodia calda e dolce dei clarinetti. Una appassionata oasi lirica di rara intensità.
Il successivo Allegro giocoso, è festoso e il suono argentino del triangolo conferisce leggerezza e bagliori sonori all’orchestra, corpo sonoro che si muove meravigliosamente verso l’ultimo movimento, un Allegro energico e appassionato. Gli archi in un lucido sussulto tendono a slanciarsi con grande respiro e una dimensione di estrema felicità stilistica che conclude la sinfonia in un tripudio di scosse, accelerazioni, impulsi, variazioni che colpiscono al cuore e suggellano l’immenso brahmsiano nella perfezione della Deutsches Symphonie-Orchester Berlin .
Honeck e la Deutsches Symphonie l’attitudine della musica, semplicemente magnetica sinergia in essenza musicale.
di Antonella Iozzo
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(05.06.2012)
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Foto: DSO alla Philarmone © Kai Bienert
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