Harding, fiati e Wagner

Harding rende morbido Wagner ed esalta Strauss
Rchard Strauss l’ultimo e più bello dei Poemi Sinfonici detti <<giovanili>>, Ein Heldenlèben

di Paolo Isotta

daniel-hardingMilano – Daniel Harding, che ha diretto lunedì sera il concreto alla Scala per la stagione della Filarmonica, ha una precisa tecnica direttoriale, a differenza del celebre suo mentore, non Simon Rattle, dico, ma Claudio Abbado, onde è un vero direttore, magari un cattivo direttore ma un vero direttore. Ha un bel gesto ampio, a << guardia alta>>, e signorilmente dirige sempre con la partitura sul leggio, ancorché ne sia nota l’eccezionale memoria.

Il concerto ha avuto inizio con la Musica funebre massonica di Mozart, per una ridotta formazione nella quale spicca il controfagotto. Garding è parso esitare tra un ‘esecuzione giusta valori musicali e una col cosiddetti << filologi>> musicali. Ha poi eseguito il Preludio e Morte d’amore dal Tristano di Wagner.

L’intonazione dei fiati lasciava a desiderare, gli accordi erano spesso, a dir così, a rate: Harding ne ha dato un’esecuzione così morbida da far pensare che voglia sostenere la tesi, nulla in radice, di un Wagner omosessuale- Nella seconda parte di Rchard Strauss l’ultimo e più bello dei Poemi Sinfonici detti <<giovanili>>, Ein Heldenlèben, ossia Una vita d’eroe e non, come abitualmente si dice, Vita d’eroe.
La grandiosa composizione,con carattere anche autobiografici idealizzati,e una bellissima sezione dedicata ai criteri musicali, che proviene direttamente dalla cosiddetta Pantomima di Beckmesser dai Maestri cantori, si è dipanata con prestazioni solistiche dei corni, della tuba wagneriana, della tuba contrabbassa e, soprattutto, del primo violino: vale un intero Concerto per violino, ed è stata sostenuta dall’eccellente Francesco De Angelis. Grandi applausi.

   di Paolo Isotta
Il Corriere della era
    (30.01203

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