Un viaggio esplorativo che si sviluppa e s’intreccia con la multiforme tradizione musicale di Torino ampliando la mappatura culturale della città sempre pronta a veicolare, trasmettere, interagire, dialogare con altrettante realtà internazionali.
di Antonella Iozzo
Torino – Emozioni jazz che ricadono sulla città in frammenti di musica, libri, arte, fotografie, film, è il Torino Festival Jazz 2013. Le sue varie declinazioni tra le forme della città pulsano di vita, un battito internazionale che si propaga come un’onda sismica coinvolgendo curiosi, appassionati, esperti dal 26 aprile al 1° maggio. Un viaggio esplorativo che si sviluppa e s’intreccia con la multiforme tradizione musicale di Torino ampliando la mappatura culturale della città sempre pronta a veicolare, trasmettere, interagire, dialogare con altrettante realtà internazionali, quest’anno una particolare attenzione è dedicata alla Francia il “Focus Francia” , infatti include scambi artistici con il Festival del jazz di Nantes, il Conservatorio di Parigi, la Cité de la Musique un’esposizione fotografica dedicata a Guy Le Querrec e performance realizzate con gruppi francesi o misti italo-francesi come Odwalla, fermento creativo, tradizione innovativa, ricerca.
Da Piazza Castello a piazzale Valdo Fusi passando per Piazza Vittorio le linee architettoniche s’innescano con quelle jazzistiche, si snodano tra i Murazzi lungo il Po e i locali vicini ed entrano in spazi del centro città dove mostre, incontri letterari, rassegne cinematografiche, lezioni, workshop ed eventi a tema divengono esperienze culturali ed estetiche che ci restituiscono il volto della città nel suono del jazz .
La seconda edizione del TJF si arricchisce dell’esperienza precedente e si protende al futuro ricomponendo con la vitalistica professionalità di sempre una partitura animata da grandi nomi, da incontri inattesi, da performance di arte e musica, di multimediali strumenti espressivi, ma soprattutto da passione, qualità, energia, mix di elementi fondamentali shakerati con cura dal direttore artistico Stefano Zenni per uno stimolante percorso all’interno dell’universo jazz.
Alla conferenza stampa di presentazione il Sindaco Fassino, visibilmente orgoglioso di portare avanti un progetto di tale entità culturale, con tutti gli eventi gratuiti, conferma l’interesse e il successo dell’iniziativa. Un evento che attrae migliaia e magliaie di persone e conduce verso la città, a vocazione altamente culturale, un flusso costante di visitatori . Fassino ci ricorda infatti le grandi realtà musicali torinesi, dall’Orchestra Rai, al Teatro Regio, all’Unione musicale nonché i grandi eventi che quasi a cadenza mensile si svolgono a Torino come il Salone del Libro, Il Salone del gusto, il Festival Bertoni e altri. Ma adesso è il jazz protagonista della città e nella città che, sommessamente, non ha mai smesso di suonarlo.
La nuova edizione del Torino Jazz Festival è suddivisa in gesti e movimenti performativi da respirare all’unisono, come le sezioni Main e Fringe, cioè la sezione off del Torino Jazz Festival curata da Furio Di Castri, una panoramica sul jazz contemporaneo tra ricerche sonore sperimentali e creazioni estemporanee, oltre 100 musicisti internazionali per 60 concerti. 10 diverse location dove esploderà il ritmo travolgente dello swing, o dove l’anima soul dipingerà struggenti vibrazioni e poi le mostre al Museo Regionale Di Scienze Naturali “Ars Captiva Groove” e “Jazz De J À Zz” oltre cinquanta scatti del fotografo Guy Le Querrec (Magnum Photos) e la versione multimediale della mostra Django, Swing de Paris presso la Sala delle amache al Circolo dei Lettori e ancora cinema, conferenze con il musicologo Marcello Piras nell’incontro “Da dove gli USA hanno ricevuto il jazz?”, e presentazioni di libri con gli autori, un nome su tutti Geoff Dyer, che ha presentato la ristampa del suo libro Natura morta con custodia di sax (Einaudi) un viaggio nel jazz attraverso la vita, eccessi e successi di sette grandi musicisti.
Martedì 26 aprile il concerto d’avvio del Main festival in Piazza Castello, è stato affidato a Enrico Rava, che insieme all’Orchestra del Teatro Regio ha dato vita a una prima assoluta e originale creata per il Torino Jazz Festival e diretta da Paolo Silvestri che ha anche arrangiato le partiture originali di Rava. Ma il 26 ci sono state altre due importanti formazioni orchestrali a Piazzale Valdo Fusi Gianpaolo Petrini Big Band – Gillespiana e The Mingus Dynasty Meets The Torino Jazz Orchestra una produzione del Torino Jazz festival. La Dynasty e la TJO insieme per emozionare e ricordare, per il piacere di fare jazz con il cuore ed essere parte integrante del jazz anche con arrangiamenti appositamente preparati per l’occasione. È jazz nelle sue varie sonorità che avvolge e coinvolge il pubblico con assoli e improvvisazioni capace di riflettere la propria un’immagine musicale con interpretazioni che parlano del passato storico jazz e raccontano il presente.
Jazz e ancora jazz nei giorni a seguire con un’esclusiva italiana, di Cristina Zavalloni & Radar Band e Tania Maria Quartet in piazza Castello, Abdullah Ibrahim, Cosmic Band di Gianluca Petrella, McCoy Tyner and Latin all Stars e Roy Haynes. Senza dimenticare a piazzale Valdo Fusi le suggestive note di CorLeone una delle molte anime di Roy Paci. Jazz sperimentale, riferimenti alla no wave newyorkese, contaminazioni alla Naked City di John Zorn, echi del Miles Davis elettrico una creazioni artistica che sollecita e sorprende il numerosissimo pubblico.
L’anima culturale della città nel respiro libero del Torino Jazz Festival, appuntamento annuale con le sonorità innovatrici di un grande patrimonio espressivo.
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(29.04.2013)
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