22/02/2010
Bolzano – Alex Brücke Langer, spettacolo di teatro musicale su testo di Vito Calabretta, musiche di Giovanni Verrando, protagonisti Michael Bennett / Alexander Langer , Alda Caiello /compagna di Alex, Markus Miesenberger /Peter, amico di Alex , Stefania Abbondi segretaria del segretario. Ensemble Accademia Neue Musik Bolzano, direttore Pierre-André Valade, Regia Yoshi Oida, scene e costumi Thomas Schenk, in scena al Teatro comunale di Bolzano dal 19 al 23 febbraio 2010. Musica, parole, gesti, azioni, movimenti interagiscono in un orizzonte di grande poesia, un “composed portrait” come indica il sottotitolo, tracciato con intensa sensibilità e fascino.
La vita, la morale, la poetica e la politica di Alexander Langer sono trasferiti nel luogo simbolico della trascrizione artistica, qui flettono e vivono la realtà, o meglio, la verità incarnata da Alexander Langer personaggio fomentato da valori profondi: convivenza pacifica, integrazione, dialogo, difesa delle minoranze in pericolo, “un portatore di speranza” impegnato concretamente nell’affermazione della politica come “Arte della convivenza”.
Un pensiero, una dimensione spirituale, una realtà drammatica sono portati sul palcoscenico grazie ad un teatro musicale esemplare, sintesi di comunicazione sensoriale – visiva capace di farci riflettere su ciò che ha reso Alexander Langer essenza del bene per l’umanità, nonché sul suo tragico destino che lo ha condotto al suicidio (Langer, infatti si è impiccato ad un albero di frutta).
Immagini che scorrono, immagini che si fondono l’una nell’altra, che urlano nel silenzio dipinto di un chiaro scuro che cala, ispessendosi come le tenebre, sulle ferite del mondo, immagini di grovigli di corpi, di vite, di carne e di ossa assorbite dalla terra redenta poi nel volto di angeli e santi. La musica si muove costeggiando questo territorio, quest’esplosione di lingue e di stilemi che portano in se le proprie radici e contemporaneamente dialogano fra loro.
L’attenta esecuzione orchestrale estremizza il suono, una continua ricerca della tensione che al di là delle svolte repentine e dell’apparente disomogeneità del percorso, avvolge con un unitarietà di fondo, in modo fisico e celebrale. Direttore dal gesto preciso, netto, limpido, sembra quasi entrare e uscire dalla partitura con vigoroso equilibrio sintetico ma sempre nel pieno rispetto filologico. Le diverse lingue assumono concetti, significati, idee, nelle voci dei protagonisti, tutt’uno con lo spazio. Alda Caiello è perfetta. Una vocalità che si eleva verso l’alto e un parlato ritmico e timbrico portato quasi ad una condensazione estrema. La storia s’intreccia al contemporaneo, una realtà che ritroviamo in tutte le lingue e che nell’interpretazione delle diverse lingue dal tedesco al francese, all’inglese assumono sostanza in Stefania Abbondi che domina con carica vitale la scena e con Markus Miesenberger algido e scaltro.
Michael Bennett nel ruolo del protagonista non cade nella retorica, anzi assume l’espressione sociopolitica, spirituale e morale del protagonista attraverso un sentimento magnetico che si calibra nell’abilità tecnica – interpretativa.
Ogni singolo protagonista ha indossato il libretto di Calabretta e ridato luce a Alexander Langer attraverso quest’opera allestita per la prima volta nel 2003 dalla Fondazione Teatro Comunale e Auditorium e oggi in occasione dei 15 anni dalla morte di Alexander Langer riproposta e accolta con grande entusiasmo dal pubblico e dalle scuole per le quali è stato creato un apposito progetto didattico che coinvolge e stimola la sensibilità per la cultura in tutte le sue forme.
di Antonella Iozzo © Produzione riservata
Foto di Franco Tutino
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