Kenneth Tarver

  Kenneth Tarver Dio mi ha dato un talento e un dono.  Sono grato e onorato di presentare il mio timbro, il talento e la creatività.  

Kenneth_TarverSublimi ambivalenze di grazia e luminosità. Kenneth Tarver  tenore leggero che in-canta con la bellezza espressiva della purezza, sfumature di sensibile beltà.
Kenneth Tarver, lei è conosciuto come uno dei migliori tenori di grazia del momento. Ci può raccontare brevemente il suo inizio?Il mio debutto operistico è stato nel ruolo di Don Ottavio del Don Giovanni di Mozart, all’Oberlin Collage Conservatory of Music. Quando ero studente non avrei mai potuto immaginare che in future avrei cantata quell personaggio nei miei debutti europei sia a Stoccarda che al Festival Aix-en-Provence in Francia e, ancora più significativo, nella registrazione dell’opera con René Jacob per Harmonia Mundi

E’ la musica che le è venuta incontro o il contrario?
Come un ragazzo di Detroit mi hanno sempre affascinato le arti creative e sono stato fortunato ad avere avuto il sostegno della mia famiglia. Ho visto spettacoli come Annie, A Chorus Line, Sweeney Todd, Alvin Ailey Dance Theater di Harlem e Amleto. Durante le elementari all’età di 9 ho interpretato il ruolo dell’uomo di latta nel Mago di Oz e ricordo l’orrore di dover comparire sul palcoscenico con le ballerine e in collant. Ho cantato assoli nel coro della scuola all’età di 13 e all’età di 16 anni ho lasciato casa grazie a una borsa di studio per frequentare la Interlochen Arts Academy, dove ho cominciato a ricevere una intensa formazione vocale.  Nel suo repertorio, fra gli altri, Mozart, Verdi, Bach come si avvicina a compositori così diversi?
Si ha bisogno solamente della tecnica! Il mio ruolo favorite è Orphée di Gluck nella versione francese per tenore. Nonostante la tessitura sia molto impegnativa e alta, la musica è squisita e permette di cantare al meglio delle proprie possibilità , dopo tutto la voce di Orfeo poteva ammansire le bestie! Inoltre l’opera combina un’altra delle mie passioni: la danza. La recente produzione che ho cantato a Stoccarda, mi è piaciuta immensamente a causa di questo aspetto, abbiamo lavorato a stretto contatto con i ballerini.

Dal barocco di Haydn,  all’ottocento rossiniano seriosità e melodramma?
La differenza più grande è la tessitura: i ruoli di Hayden sono generalmente più bassi rispetto quelli di Rossini.

Il compositore che la coinvolge maggiormente?
Il mio compositore preferito è Mozart. Cantare la sua musica richiede attenzione al legato perfetto, bellezza e uniformità di tono, intonazione pura e eleganza nel fraseggio. Ottavio, Ferrando e Belmonte sono adatti alla mia voce e non vedo l’ora di cantarli in futuro. In particolare vorrei prendere la versione tenore di Idamante con l’aria raffinata con “non temer amato bene”. Mi piace anche la libertà, esuberanza e italianità di Rossini! 

Virtuosismo, talento, genialità, è una questione di feeling musicale?
Il talento innato rende sicuramente il processo di canto con sensibilità e virtuosismo più facile, ma mai nonostante questo ci vuole molto studio e la capacità di superarsi.

Ha calcato i più autorevoli teatri internazionali da New York, a Berlino, da Amsterdam a Bruxelles, Parigi, Londra, solo per citarne alcuni, cosa le hanno lasciato e cosa sente aver regalato ai loro pubblici?
Ogni teatro è importante e ho sempre dato il mio meglio per dare una interpretazione vocale di qualità e di abilità, con l’intento di offrire al pubblico una squisitezza musicale che essi possano godere.

Il suo primo pensiero quando entra per la prima volta in un teatro?
Quando si entra per la prima volta in un teatro sono pieno di gratitudine. Celebro l’invito e il successo personale di essere arrivati ad una nuova esperienza, ed la possibilità di cantare per un pubblico nuovo in un teatro pieno di tradizione e la storia.

Palcoscenici lirici e prestigiose sale di concerto, due versioni di un’autentica passione?
In concerto c’è una connessione immediata con la musica e con il pubblico, che spesso possono avere dimenticato in teatro con la scenografia che ruba l’attenzione. L’opera eseguita in versione da concerto può essere una esperienza incredibilmente potente: penso in particolare alle performances dell’anno scorso a Vienna. Cantavo L’infedeltà Delusa di Haydn con Nicholas Harnoncourt (ho assolutamente adorato lavorare con lui, è stata una esperienza artistica che cambia la vita!) Siamo stati incoraggiati a superare i confini, con la completa concentrazione sulla musica e la teatralità delle parole stesse.

Se dico emozione, successo, musica, vita, che ordine le da?
Equilibrio puro!

All’Auditorium Verdi di Milano, in questi giorni, è impegnato come solista ne “La Passione secondo Matteo” di Bach per voci soliste, doppio coro e orchestra, direttore Ruben Jais. La tensione dell’anima come vibra nella voce di un tenore quando entra nelle corde della musica sacra?
E ‘emozionante e gratificante.

E’una partitura di grande respiro musicale che affronta l’episodio-chiave del Cristianesimo: dall’ultima cena di Gesù al tradimento di Giuda, fino alla condanna a morte, alla crocifissione e alla sepoltura di Gesù. Esige una preparazione particolare?
Come per tutti i compositori e direttori d’orchestra ci sono requisiti speciali di dettagli particolari e sfumature musicali vocali che vengono preparati durante le prove. Nella mia prima esecuzione di Bach con Riccardo Chailly, era molto insistente sull’attenzione ai ritmi precisi, tonalità, le sfumature vocali e l’attenzione all’importanza del testo tedesco.

Il suo di respiro scende o discende  l’umana passione che accompagna la drammaticità di quest’opera?
Ciò che è più piacevole per me quando interpreto una delle Passioni del Messia è l’opportunità di sperimentare personalmente un viaggio interiore religioso.

Kenneth Tarver e l’opera. Dove sta il punto d’incontro? E il punto di non ritorno?
Dio mi ha dato un talento e un dono. Sono grato e onorato di presentare il mio timbro, il talento e la creatività. Devo cantare.

Canta con il cuore o con la mente?
Naturalmente uno non può funzionare senza l’altra. Sentimenti e pensieri si uniscono nella comunicazione vocale.

Il desiderio che cammina con lei?
Ho cantato otto ruoli diversi Mozart sul palco, 16 ruoli di Rossini, 3 ruoli Haydn, Fenton di Verdi, Ernesto di Donizetti, vari ruoli di Berlioz e anche alcuni di un repertorio molto insolito. Sono stato spesso impegnato a cantare ruoli, che sono altamente virtuosistici, tecnicamente impegnativi, con note estremamente alte e basse come l’Orfeo di Haydn e Gluck, o un ruolo pazzo e difficile di Domenec Terradellas (che sarà pubblicato alla fine del mese da Harmonia Mundi). Ci sono una serie di ruoli del bel canto che non vedo l’ora di cantare. Elviro in La Sonnambula per esempio, ho avuto un’offerta per debuttarlo con il maestro Richard Bonygne qualche stagione fa, ma purtroppo non ero libero. Dicono che la mia voce è molto adatta ai virtuosismi del repertorio francese e questo include anche ruoli rossiniani e il repertorio dell’opera comique Boeldieu. Ho voglia di cantare Nemorino, un ruolo meraviglioso del bel canto e di umanità. Questo sarebbe il mio ruolo da sogno …

Progetti futuri?
Cantare al Matrimonio Reale del Principe Alberto, un concerto per il Papa e la registrazione di una opera ancora da decidere

Kenneth Tarver in tre aggettivi
Vivace, attento, entusiasta

di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata

                  (12/05/2011)

kennetKenneth Tarver, a leggiero tenor whose bewitching voice is pure and expressive, full of sensitivity and beautiful nuances. Kenneth Tarver is known as one of the best tenore di grazia of the moment. Can you tell us briefly the beginning of your career?
My first operatic role was Don Ottavio in Mozart’s Don Giovanni, at the Oberlin Collage Conservatory of Music. As a student I would never have imagined that later in life I’d portray that role in my European debuts in both Stuttgart Germany and the Aix-En-Provence Festival in France and, most significantly, record the opera for a CD with Rene Jacob’s for Harmonia Mundi.

Did you find Music or was it Music that found you?As a youngster from Detroit I was always fascinated with creative arts and I was fortunate to have had the support of my family. I saw shows like Annie, A Chorus line, Sweeney Todd, Alvin Ailey Dance Theater of Harlem and Hamlet. In elementary school at the age of 9 I played the role of the Tin Man in the Wizard of Oz and I recall the horror of having to appear on stage in ballet shoes and tights. I sang solos in the school chorus at the age of 13 and at age 16 I left home as a scholarship winner to attend Interlochen Arts Academy, which is where I began to receive concentrated vocal training. 

In your Repertoire coexists Mozart, Verdi, Bach…How do you approach different composers?
One simply needs technique! My favourite role is Gluck’s Orphée in the French version for tenor. Despite the very challenging high tessitura, the music is exquisite and one is allowed to sing as beautifully as one can, after all Orpheus’ voice could tame the savage beasts! Also the opera combines another of my passions: dance. The recent production I sang in Stuttgart I enjoyed immensely because of this very aspect of working so closely with the dancers.

What’s the difference between Haydn and Rossini?
The major difference is that of tessitura: Hayden’s roles sit generally lower than those of Rossini.

Who is the composer that you like the most?
My favourite is Mozart. Singing his music requires attention to perfect legato, beauty and evenness of tone, pure intonation and elegance of phrasing. Ottavio, Ferrando and Belmonte are extremely well suited to my voice and I look forward to singing them for years to come.  And I would especially like to take on the tenor version of Idamante with the exquisite aria with violin obligato,  „non temer amato bene“. I also enjoy the exuberance, freedom and Italianità of Rossini!

Can you learn virtuosity and the feeling with Music or is an innate talent?
Innate talent surely makes the process of singing with feeling and virtuosity easier but never the less it still requires plenty of coaching, talent and skill to achieve.

You have sung in important theatres (New York, Berlin, Amsterdam, Brussels, Paris, London). How did you feel singing in these places and what do you think you have given to their different audiences?
Every theatre is important and I have always given my best effort to present a vocal interpretation of quality and skill with the intention of offering the audience a musical treat that they can enjoy.

What’s your first thought when entering for the first time in a theatre?
When entering a theatre for the first time I am most gratefulness. I celebrate the invitation and the personal success of having arrived at a new experience and it’s opportunity to perform for a new audience in a theatre filled with it’s own special tradition and history.

Prestigious opera stages and concert halls are two versions of the same passion or there is difference between singing in one or in the other?
In concert there is an immediate connection with the music and the audience, which can often get forgotten in the theatre with so many aspects competing for attention. Opera performed in concert version can be an incredibly powerfully experience: I think specifically of performances last year in Vienna. I was singing Haydn’s L’Infedeltà delusa  with Nicholas Harnoncourt (I absolutely adored working with him, it was an artistic life-changing experience!) We were encouraged to push the boundaries, with complete concentration on the music and the theatricality of the words themselves.

What order do you give to emotion, success, Music and personal life?
Pure Balance!

At the Auditorium Verdi in Milan, you performed as a soloist in “La Passione secondo Matteo”. How is the passion, the tension of the soul vibrating in the voice of a tenor when singing sacred music?
It’s thrilling and rewarding.

The Passion is a score of great music that addresses a key episode of Christianity: does it demand a special preparation?
As for all composers and conductors there are special requirements of musical details and vocal nuances that are prepared during rehearsals. I first performed Bach with Riccardo Chailly. He was very insistent on attention to exact rhythms, pitch, vocal nuances and attention to the importance of the German text. 

How do you sing the human drama and the passion of this work?
What is most enjoyable for me when performing one of the Passions or the Messiah is the opportunity to personally experience an inner religious journey.

Kenneth Tarver and the opera. Where is the meeting point? And the point of no return?
God has given me a talent and gift. I am obliged and honoured to present my special timbre, talent and creativity. I must sing.

Do you sing with your heart or with your mind? 
Naturally one cannot function without the other. Feelings and thoughts result in vocal communication.

What’s your wish for the future?
I have sung 8 different Mozart roles on stage and 16 Rossini roles, 3 Haydn roles, Verdi’s Fenton in, Donizetti’s Ernesto in, several roles of Berlioz as well as some very unusual repertoire. I have often been engaged to sing roles, which are highly virtuosic, technically challenging with both extreme high and low notes such as, both the Haydn Orfeo and Gluck’s, or a crazy difficult role in Domenec Terradellas (which will be released later this month by Harmonia Mundi). There are a number of Bel Canto roles that I am looking forward to singing. Elviro in La Sonnambula, which I had an offer to debut with maestro Richard Bonygne a few seasons ago but, unfortunately I was not free. People have said my voice is very suited to the virtuosic French repertoire ire and this would include such roles as Rossini’s and the repertoire of opera comique such as Boeldieu’s. I very much wish to sing Nemorino, a wonderful role of bel canto and humanity. That would be my dream role…

Future projects?
Performing at a royal Wedding, A concert for the Pope and a recording of an unknown opera.

Kenneth Tarver in three adjectives
Alive, alert, enthusiastic.

by Antonella Iozzo © reserved production
                      (12/05/2011)

Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1