Kikka Ricchio, il museo che … AMO

Cercare un nome per un Museo non è una cosa facile, ma Amo raccoglie tutte le emozioni in sole tre lettere… Ed è soprattutto internazionale e a Verona, città dell’Amore, un goal a porta libera.

di Antonella Iozzo

Kikka-Ricchio-Direttore-Museo-AMOVerona – Quando la passione incontra la professionalità, l’intraprendenza intellettiva è puro talento a servizio della cultura. È il caso di Kikka Ricchio direttore di AMO Arena Museo Opera, con sede naturalmente a Verona. Dinamica, determinata, moderna esattamente come il suo progetto museale, vivo, pulsante, interattivo. Una direzione, la sua, coniugata al futuro che rivela amore, musica, opera, iniziando dall’Arena.
Come nasce il progetto Arena Museo Opera, AMO ?
Nasce da lontano: è un progetto nato intorno al 2008 da una mostra che raccontava i 200 anni della Ricordi e di conseguenza 200 anni di opera. Ho adattato il format fra due Archivi, il primo legato alla genesi dell’opera (Archivio Storico Ricordi) e il secondo alla rappresentazione e all’allestimento  (Fondazione Arena).
La risposta della città di Verona?
Per ora la risposta di questa città è “tiepida”, ma credo che sia solo una questione di tempo.
Location d’eccezione, Palazzo Forti. Cosa ha determinato la scelta?
Mi sono stati presentati due Palazzi molto belli, ma la scelta è stata davvero facile. Palazzo Forti è semplicemente unico e irripetibile.
Per un museo che mette in mostra il linguaggio musicale, l’opera in particolare, quanto è importante essere interattivo e quindi la tecnologia?
Ha un ruolo molto importante, senza dimenticare che la tecnologia è un mezzo per poter fruire e tramandare documenti unici al mondo.
Con AMO l’Arena si racconta, ma come raccontare il suo lascito emozionale e culturale?
Ho lavorato su due punti fermi: Verdi e le emozioni, il resto è nello sguardo di ogni singolo spettatore.
La Casa Editrice Ricordi e la Musica, un amore che ha scritto la storia?
Una storia unica e affascinante, un amore che dopo 205 anni appassiona chiunque legga qualcosa su questa Azienda  per la quale ho lavorato anni con grande dedizione e rigore rispettando tutto quello che rappresenta per l’opera lirica e il melodramma.
Nel logo una rosa …
Rappresenta la passione, il rosso, il calore, la donna …. e poi è stata una grande sorpresa trovarmi davanti a queste enormi rose della scenografia del Barbiere di Siviglia, dopo averla già inserita nel brand!
Un nome AMO che potrebbe racchiudere anche Amore, Memoria, Opera …
Cercare un nome per un Museo non è una cosa facile, ma Amo raccoglie tutte le emozioni in sole tre lettere… Ed è soprattutto internazionale e a Verona, città dell’Amore, un goal a porta libera.
Croce e delizia di una direzione museale.
Come in tutte le professioni…
Tra mente e cuore ma per AMO anche appeal manageriale?
Sempre. La creatività senza managerialità non va lontano, mezza giornata di amministrazione …e mezza giornata sui progetti, un balance  che funziona.
La passione è quasi sempre il motore che tesse la trame operistiche, quanta passione scaturisce dall’intraprendenza direzionale?
Senza la passione non si va da nessuna parte … E nell’opera è al centro di tutto: per me è il motore della mia professione.
E nella vita privata?
Idem…
La fascinazione dell’opera attraverso un calice di vino ….
Un momento di convivialità che stempera la tensione.
L’opera che più la rappresenta?
Messa da requiem di Giuseppe Verdi.
E quella che meglio rappresenta l’AMO?
Aida!
Progetti futuri
Portare in giro per il mondo questo progetto della permanente “Dall’idea alla Scena”, per sensibilizzare e valorizzare i grandi compositori italiani dell’opera lirica.
Tre buoni motivi per vistare AMO
Emozione ,Musica, Cuore
Tre aggettivi per descrivere AMO
Non devo dirli io ma forse ne basta uno … dicono di noi tutti i nostri visitatori: “Amazing”

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                 (15/11/2013)
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